Wulf, l’usurpatore di Edoras
Rohan, T.E. 2.730 c.a. – Edoras, T.E. 2.759
Sono molte le storie di rivolte, regicidi e usurpazioni che hanno costellato i Regni degli Uomini nel corso delle passate Ere del Mondo. Ma solo in un caso ciò avvenne a Rohan, nel periodo più duro dopo l’arrivo degli Uomini del Nord nel Calenardhon avvenuto poco più di 200 anni prima.
Regnava allora a Edoras Helm, figlio di Gram, in una fase nella quale i Rohirrim erano messi sempre più in difficoltà dai Dunlandiani del Nord-Ovest, discendenti delle tribù che si erano diffuse nel territorio che poi sarebbe divenuto Rohan a seguito dello spopolamento causato dalla peste, quando ancora queste valli erano governate da Gondor. L’arrivo degli Uomini del Nord li scacciò progressivamente sulla montagne e oltre la breccia di Rohan, verso la propria terra ancestrale del Dunland ove, molti secoli prima, avevano convissuto con una delle stirpi degli Hobbit, gli Sturoi, prima che essi non si spostassero a Nord per ricongiungersi con i loro simili.
In quest’epoca, Helm aveva bisogno di alleati, e tra di essi anche coloro che, per indole o per discendenza, non sarebbero stati accolti con favore nel consesso del Re. Tra loro vi era Freca, un nobile di Rohan assurto a grande ricchezza – sebbene si dicesse che nelle sue vene scorresse sangue dunlandiano – e spesso invitato alla tavola di Helm. Per lungo tempo. Freca cercò argomenti per convincere Helm a dare in sposa la figlia del Re a suo figlio Wulf, non risparmiando anche minacce più o meno velate.
Giunse un giorno, però, in cui Freca si spinse troppo oltre, irritando oltremodo Helm che, invitatolo a discutere in privato la questione fuori dalla Sala del Trono del Palazzo d’Oro di Meduseld, lo portò all’aperto e qui lo colpì con un pugno così forte da farlo svenire, e morire pochi giorni dopo. La sua famiglia e suo figlio furono dichiarati persone non gradite a Rohan. Così Wulf scappò a Ovest, trovando rifugio nel Dunland dove, a confermare forse la sua progenitura, egli fu accolto caldamente. Qui, per quattro anni, Wulf procedette a rafforzare il proprio potere, raccogliendo un’armata e alleandosi con tutti i nemici di Gondor e di Rohan.
E, quando fu pronto, attaccò: correva l’anno 2758 della Terza Era, e mentre il grosso delle armate di Rohan erano impegnate a Est per rispondere a un attacco degli Orientali alle proprie frontiere, Wulf e i suoi alleati attaccarono da Ovest. Le forze di Helm furono gravemente sconfitte ai Guadi dell’Isen, e Wulf galoppò alla testa del proprio esercito a Edoras, dove trovò Haleth, primogenito di Helm ed erede al trono. E lo uccise, dichiarando spezzata la linea dei Re di Rohan e reclamando il Trono in virtù del futuro matrimonio con la Figlia del Re.
Helm, come si racconta, trovò rifugio nelle montagne, e in particolare nella Fortezza di montagna che poi prese il suo nome. Quell’anno l’inverno fu particolare freddo e protratto – tanto da essere poi chiamato il “lungo inverno”. E per tutta la durata di quella stagione, le forze di Wulf presero d’assedio la Fortezza ove si trovava Helm, e il villaggio di Dunclivo ove si era fortificato Fréaláf, figlio Hild sorella di Helm.
Durante l’inverno, Helm trovò la morte, ma non prima di aver lungamente terrorizzato i suoi assedianti tramite le proprie scorribande notturne, sempre anticipate dal suono del suo corno. Ma le forza di Wulf si erano logorate per i lunghi assedi e per la paura che il Re incuteva in loro. E quando finì l’inverno, l’usurpatore non disponeva più di forza sufficienti per proteggere l’intero Reame.
E così con l’arrivo della primavera Fréaláf guidò un manipolo di ardimentosi da Dunclivo fino a Edoras, penetrò nel Palazzo d’Oro e uccise Wulf e la sua guardia senza che nessuno ne prendesse le difese. Il “Regno” di Wulf a Edoras era durato solo pochi mesi, e dolorosa fu la memoria di quel breve dominio nelle canzoni di Rohan.
Ma Fréaláf si sedette sul Trono del Palazzo d’Oro, e prese lo scettro dello zio, divenendo il decimo Re di Rohan, e primo della linea secondogenita a cui appartenne, ultimo dei suoi discendenti diretti, anche Théoden Ednew.