Thorondor, il Signore delle Aquile

Creazione di Eä – ? (probabilmente Ambarmetta)

 

Thorondor è il nome della più grande e più nobile delle Aquile di Manwë, che fin dall’origine dei tempi solcano il cielo di Arda, accompagnando i venti e facendo il proprio nido su picchi inaccessibili della Terra.

A lungo Elfi e Uomini si sono interrogati sull’origine e sulla natura delle Aquile, e tra di esse dei loro più possenti rappresentanti, capaci di parlare, di prendere decisioni e di offrire il proprio supporto ai figli di Ilùvatar, qualora se ne fossero dimostrati degni. Vi è stato qualcuno che ha ipotizzato potesse trattarsi di Spiriti Eletti, Maia che hanno assunto una forma animale così come – all’opposto e per corruzione – altri hanno assunto le forme di Balrog, Lupi e Vampiri.

Ciò però non è confortato da prova alcuna. Quel che si può legittimamente ipotizzare è che le Aquile fossero parte della melodia che Manwë stesso intessè con la propria voce durante l’Ainulindalë, sfiorando i toni che tracciarono le più alte cime degli alberi di Yavanna e rispecchiando nei profondi occhi delle Aquile lo splendore delle stelle di Varda.

Il Reame di Thorondor, di Jef Murray

Thorondor è ricordato come il primo e il più possente dei membri del popolo delle Aquile, il cui nido originariamente era posto sulla vetta di Taniquetil dove Manwë e Varda risiederanno fino alla fine del Tempo. Eppure, molta parte egli ebbe nelle storie dei Tempi Antichi, quando più forte era il bisogno, da parte delle creature della Terra di Mezzo, del concreto sostegno dell’Antico Re. E furono soprattutto i Noldor, nonostante su di essi gravasse la colpa della fuga da Valinor e il destino ad essi profetizzato da Mandos, a ricevere il suo aiuto e di tutti i membri della sua schiatta.

Era il quinto Anno della Prima Era quando Fingon figlio di Fingolfin si impegnò nell’impresa di trovare e salvare il proprio cugino Maedhros, del quale era stato grande amico in Valinor e il cui affetto non era stato cancellato dal Tradimento patito. E quando tutto sembrava perduto, e Fingon osservava dal basso di una valle il corpo di Maedhros appeso per il proprio polso su un nero costone del Thangorodrim, fu Thorondor a presentarsi a lui, e ad aiutarlo a raggiungere l’amico. Dopo averlo liberato a costo della propria mano, li accompagnò a Hithlum. E fu questo salvataggio che spinse Maedhros a rinunciare ai propri diritti come Alto Re dei Noldor in Esilio, ruolo che da allora fu ricoperto da Fingolfin e dai suoi figli.

Consapevole del fatto che era nella Terra di Mezzo che si sarebbe deciso il destino di Arda, Thorondor e i suoi vassalli scelsero un nuovo luogo in cui risiedere, stabilendosi sui Monti Cerchianti di Crissegrim, dove tempo dopo Turgon figlio di Fingolfin avrebbe costruito il Reame Celato di Gondolin, di cui le Aquile furono i primi difensori. Fu qui che, dopo che, alla fine della Dagor Bragollach, Fingolfin si lanciò verso Angband per trovare la propria vendetta contro Morgoth stesso, venendone ucciso, Thorondor riportò le spoglie dell’Alto Re, in modo che il figlio potesse seppellirlo con i dovuti onori. E in quell’occasione la grande Aquila colpì con i propri artigli il volto dell’Oscuro Signore, lasciandolo sfregiato per sempre.

Alcuni anni dopo, com’è raccontato nel Lai di Leithian, Thorondor, insieme a Gwaihir e Landroval, raggiunse Beren e Lùthien alle Porte di Angband e li trasse in salvo prima che le armate del Nemico, risvegliate dal sonno magico in cui la figlia di Thingol li aveva sprofondati, fossero su di loro.

L’ultima menzione di Thorondor, e l’ultimo suo intervento nella Storia della Terra di Mezzo, fu durante la guerra d’Ira, quando lui e i suoi fratelli si schierarono ai lati di Vingilot, mentre Eärendil conduceva la propria nave allo scontro contro i Draghi Alati, la luce del Silmaril in fronte.

Nulla è possibile raccontare del destino di Thorondor dopo la fine della Prima Era. Ma è possibile, come raccontano i saggi, che con la sconfitta di Morgoth anche il tempo del suo intervento diretto nelle vicende del mondo fosse terminato. Così come i Valar scelsero di inviare propri vassalli a confortate i Figli di Ilùvatar durante la Terza Era – rinunciando a intervenire direttamente sul Mondo, come sempre da quando esso fu trasformato – così anche il fardello delle Aquile fu passato ai loro discendenti, lasciando a Gwaihir il ruolo di Signore delle Aquile.

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