Telchar, il fabbro di Nogrod

Nogrod, ? P.E.  – Nogrod (?), ? P.E.

 

L’abilità nelle arti manuali e nel trattamento di metalli, gemme e pietre preziose è da sempre considerata una delle caratteristiche della stirpe nanica, i cui artigiani hanno prodotto alcuni delle più splendide opere mai viste nella Terra di Mezzo. Ma supremo tra loro è il nome di Telchar di Nogrod, da tutti riconosciuto come il più grande fabbro Nano e probabilmente il terzo più abile che abbia mai vissuto a Est del mare dopo Fëanor e suo nipote Celebrimbor.

 

Poco si conosce della sua vita, se non che risiedette nella Prima Era nella più meridionale delle città naniche dei Monti Azzurri. Fu allievo di Gamil Zirak, anch’egli rinomato fabbro, le cui opere abbellivano le mille sale di Thingol a Menegroth.

 

Il nome di Telchar è associato in particolare ad alcuni oggetti entrati poi nelle grandi saghe della Prima Era e di quelle successive.

 

Dalla sua arte fu infatti creato Angrist, il coltello di Curufin di cui si diceva potesse “tagliare il legno come se fosse legna verde”, e che fu poi preso da Beren Erchamion quando Celeform e Curufin stesso attaccarono lui e Luthièn Tinùviel nella foresta di Brethil. E con Angrist Beren avulse un Silmaril dalla corona di Morgoth nella più grande impresa di un Uomo della Prima Era.

Grande importanza nella storia della Prima Era ebbe poi l’Elmo-di-Drago del Dor-Lòmin, anch’esso creato da Telchar e donato prima ad  Azaghâl di Belegost, che a sua volta ne fece dono a Maedhros. Da questi passo a Fingon che lo donò al proprio vassallo Hador quando gli assegnò il feudo del Dor-Lòmin, per diventare uno dei tesori della casata. Negli anni successivi fu ereditato Tùrin Turambar, che lo indossò sia durante il proprio servizio presso Thingol, che durante gli anni con i banditi a Dol Cùarthol e infine nella permanenza a Nargothrond, culminata nella battaglia di Tumhalad dopo la quale se ne sono perse le tracce.

 

Ma alcune delle opere di Telchar sono sopravvissute per molti secoli, diventando parte integrante dei miti e delle leggende delle Case degli Uomini. Massima tra di esse è Narsil, forgiata per Thingol del Doriath da cui fu poi ereditata da Dior Eluchìl per giungere a Elros primo Re di Nùmenor, che ne fece uno dei simboli di potere del più grande Regno degli Uomini.

Narsil giunse poi in possesso dei Signori di Andunie e fu con essa che Elendil traversò il mare giungendo sulla Terra di Mezzo dopo la Caduta. Narsil fu con lui nel corso della guerra contro Sauron e durante la battaglia di Dagorlad, in cui si dice che essa “splendesse con la luce del Sole e della Luna”. Ma come raccontano le saghe, Elendil e Gil-Galad furono sconfitti da Sauron in persona, e il Re cadde sulla lama, spezzandola con il suo peso. Ma Isildur suo figlio raccolse un frammento di Narsil e sfidò nuovamente Sauron, tagliandogli il dito che portava l’anello e sconfiggendolo, seppur temporaneamente.

I frammenti di Narsil saranno poi conservati a Gran Burrone quando Ohtar, unico sopravvissuto del disastro dei Campi Iridati, li condusse con sé alla Corte di Elrond. E da allora rimasero eredità del Regno del Nord e dalla Casa di Valandil. Elrond profetizzò che la Spada non sarebbe stata riforgiata se non quando l’anello fosse ritornato, e con esso il suo padrone.

 

E così fu, perché nei Grandi Anni che segnarono la fine della Terza Era, quando ormai la guerra s’approssimava, Aragorn Elessar assurse al proprio destino, ed Elrond fece riforgiare la spada che fu rotta chiamandola Andùril, Fiamma dell’Occidente, con la quale Aragorn guidò l’esercito degli Uomini alla vittoria nelle battaglie del Fosso di Helm, delle Mura del Pelennor e del Morannon, divenendo Re del Reame riunito di Gondor e di Arnor.

 

Le opere di Telchar rappresentano dunque un filo conduttore dei Grandi Eventi che hanno portato gli Uomini, dalla Caduta iniziale nelle ombre di Hildorièn, all’Est della Terra di Mezzo, alla gloria della Luce dei Valar e dell’amicizia con gli Eldar, riscattando le loro colpe nella lotta contro i Grandi Nemici.

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