Tar-Aldarion, il Re Marinaio

Armenelos, S.E. 700 – Armenelos, S.E. 1098

 

Tar-Aldarion è probabilmente, tra i Re di Nùmenor, quello sul quale sono state tramandati più racconti e informazioni relativi alla sua vita e alle sue opere, eccetto il primo e l’ultimo. La ragione di questo fatto nasce certamente dal grande impatto ch’egli ebbe sui popoli della Terra di Mezzo, sia come Capitano di navi che come imprenditore nel settore del legname, dopo il periodo di quasi totale isolazionismo dei Nùmenoreani voluto da suo padre Meneldur.

 

Nacque con il nome di Anardil (amante del Sole) nell’anno 700 della seconda Era: sua madre era Almarian, figlia del grande Capitano Vëantur: una persona che ebbe un ruolo cruciale nelle sue future scelte di vita. A soli 25 anni, nonostante le resistenze del Padre, Anardil lo convinse a concedergli un viaggio in nave insieme al nonno verso la Terra di Mezzo. E tanto fu affascinato dalla vita marina, che il viaggio si protrasse per due anni, riportandolo a Nùmenor solo nel 727.

E se Meneldur confidava che tanta distanza lo avesse convinto a rimanere su Elenna a svolgere il proprio ruolo di figlio dell’Erede al Trono, l’indole di Anardil volle diversamente, e ripartì quasi subito, circondandosi di tutti i giovani Nùmenoreani amanti del mare e vogliosi di avventure. In quegli anni fondò la Gilda degli Avventurieri, la cui sede era sulla sua nave Eämbar, e fondò diverse colonie sulla Terra di Mezzo per procurarsi il legname necessario per la costruzione di nuove navi. È in questo periodo che iniziò a farsi chiamare Aldarion, Figlio degli Alberi, consapevole dell’importanza delle foreste per il futuro del popolo di Nùmenor, che voleva dotare di una flotta tra le più grandi al mondo.

 

Il ritorno di Aldarion dal suo primo viaggio, di Ted Nasmith
Il ritorno di Aldarion dal suo primo viaggio, di Ted Nasmith

Nel 740 suo padre divenne Re, e Aldarion accettò di restare per qualche tempo sulla terraferma. Negli anni successivi compì nuovi viaggi verso la Terra di Mezzo, seppur non lunghi come in precedenza, ove strinse amicizia con Re Gil-Galad del Lindon e si preoccupò della crescita dell’insediamento di Vinyalondë. Il “nuovo porto” alla foce del Gwathlò, che divenne un centro commerciale di grande rilevanza. Molti secoli dopo, nella Terza Era, di esso rimanevano ancora le rovine di Lond Daer.

Nell’anno 800 della Seconda Era, al compimento dei 100 anni, fu nominato ufficialmente Erede al Trono di Nùmenor. Ma poco tempo dopo decise di partire per un lungo viaggio di 7 anni, dall’806 all’813, dal quale riporto su Nùmenor grandi quantità d’oro e d’argento.

Il padre non prese bene la decisione di Aldarion di andarsene nuovamente, ancor più visto il tempo che prevedeva di spendere lontano dall’isola. Per questo aveva decretato che nessuna donna della famiglia fosse presente alla partenza.

 

Era infatti costumanza a Númenor che le parenti dei marinai in partenza portassero un ramo di oiolairë, noto come Ramo del Ritorno, in segno di buon auspicio e per ingraziarsi i favori di Ossë e Uinen. A portare il Ramo del Ritorno fu dunque Erendis; per quel gesto Tar-Aldarion s’innamorò di lei. Per ringraziarla il giovane Principe di ritorno dalla Terra di Mezzo le portò in dono un enorme diamante che ella fece incastonare in un diadema d’argento.

 

In questi anni Aldarion fece costruire una seconda nave, che chiamò Palarran (“Colei che viaggia lontano”), che da quel momento in poi diventò la sua ammiraglia, e che lo accompagnò per tutti i viaggi successivi. Ma di tanto in tanto, quando voleva e poteva, si recava da Erendis, con cui intrecciò una relazione amorosa.

 

Aldarion e Erendis, di Steamey
Aldarion e Erendis, di Steamey

Ma infine, per contentare suo padre e per garantire una discendenza alla stirpe di Elros, accettò di sposare Erendis: e sebbene ella, agli occhi di Tar-Meneldur, non apparisse come una donna all’altezza di un Re di Nùmenor, data l’origine popolare della sua famiglia, pure accettò la decisione e fece buon viso a cattivo gioco, donando alla nuora una grossa tenuta nella regione dell’Emerië, nella zona centrale di Nùmenor.

Il matrimonio trascorse felicemente per i primi anni e nell’873 nacque la loro figlia, che chiamarono Ancalimë. Ma la sua mente e il suo cuore si volsero nuovamente al mare. Quattro anni dopo, con il varo del grande scafo di Hirilondë, la più grande nave mai costruita dagli Uomini, tornò nuovamente nella Terra di Mezzo, e rimase lontano cinque anni, fino all’882. Presagendo la lontananza che ne sarebbe seguita, Erendis stavolta rifiutò di consegnale l’oiolairë, che fu invece portato dalla moglie del Capitano. L’anno seguente, nell’883, dieci anni dopo, Meneldur abdicò in favore del figlio, che divenne il sesto Re di Nùmenor, finalmente libero di prendere decisioni per sé e per il proprio popolo.

E da allora i rapporti con Erendis volsero al peggio: il Re cominciò ad assentarsi sempre più spesso e più a lungo, lasciando la moglie sola a crescere la propria figlia. E ogni volta, al suo ritorno, veniva accolto con minor felicità, fino a che essa venne a scomparire del tutto.

Erendis si ritirò in Emerië rifiutando di incontrare il marito, che così rimase unicamente con Ancalimë come Erede. Per questo, negli anni seguenti, meditò un cambiamento alla legge di Nùmenor, che fino ad allora prevedevano la successione agnatizia (privilegiando gli eredi maschi, qualora presenti, a quelli femmine). Da allora in poi fu adottato il metro della progenitura: il figlio maggiore del Re, a prescindere dal sesso, sarebbe salito al trono. Ancalimë, intanto, cresceva mantenendo le distanze dal padre, non perdonandogli d’aver abbandonato lei e la madre per lunghi anni, avendola costretta a crescere senza un genitore.

Ma Aldarion era un Re giusto e amato dal suo popolo, che molto si dispiacque quando nel 1075 della Seconda Era, a 375 anni d’età, poté a sua volta abdicare a favore della figlia, trascorrendo gli ultimi anni della sua vita come navigatore e poi come disegnatore di portolani e carte nautiche, morendo nel 1098 della Seconda Era e scrivendo il proprio nome tra i più grandi Re dell’isola di Elenna.

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