Terribile era ascoltare quello che dicevano, non solo pensando ai coraggiosi boscaioli, alle loro mogli e ai loro figli, ma anche per il pericolo che ora minacciava Gandalf e i suoi amici. I Mannari erano furiosi e perplessi per averli trovati lì, proprio nel loro luogo di raduni.
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 Nonostante i pericoli di quelle terre remote, Uomini arditi provenienti da sud si erano spinti fin là, abbattendo alberi e costruendosi dimore in cui vivere, in mezzo ai boschi più belli, nelle vallate e lungo le sponde del fiume. Ce n’erano molti, ed erano coraggiosi e ben armati, e nemmeno i Mannari osavano attaccarli se erano in molti, o in pieno giorno.
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 Vi dirò che cosa udì Gandalf, anche se Bilbo non lo capì. I Mannari e gli Orchi si aiutavano spesso a vicenda nelle loro azioni malvagie. Di solito gli Orchi non si avventurano molto lontano dalle loro montagne, a meno che non ne vengano snidati e cerchino nuove case, o vadano in guerra (cosa che, sono lieto di dire, non si è verificata per molto tempo).
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 Ma nemmeno i Mannari Selvaggi (infatti così erano chiamati i lupi malvagi sul Confine delle Terre Selvagge) possono salire sugli alberi. Per un po’ furono in salvo. Stare seduti a lungo sugli alberi non è mai molto comodo; ma al freddo e al vento, con tutt’intorno innumerevoli lupi che aspettano sotto di voi, può essere una sistemazione propriamente orribile.
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 «Ti sei di nuovo lasciato dietro la scassinatore!» disse Nori a Dori guardando in giù.
 «Non posso mica passare la vita a portarmi scassinatori in spalla» disse Dori «giù per i tunnel e su per gli alberi? Cosa credi che sia?
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 Vicino alla caverna del signor Baggins, al suo paese, non viveva nessun lupo, ma egli conosceva quel rumore. Gli era stato descritto abbastanza spesso in vari racconti. Anzi, uno dei suoi cugini più anziani (del lato Tuc), che era stato un grande viaggiatore, era solito rifare quel verso per spaventarlo.
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 «Dobbiamo andare ancora avanti?» chiese Bilbo, quando fu così buio che poteva vedere solo la barba di Thorin ondeggiare accanto a lui, e la quiete era tale che perfino il respiro dei Nani gli pareva un forte rumore. «Ho i piedi storpiati e indolenziti, male alle gambe, e lo stomaco che mi balla come un sacco vuoto».
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Racconti di Tolkien