Questo risolse la questione. «Dopotutto abbiamo uno scassinatore con noi» dissero e così si avviarono guidando i pony (con tutta la dovuta e necessaria cautela) in direzione della luce. Arrivarono alla collina e presto furono nel bosco. Salirono su per la collina; ma un sentiero vero e proprio, che potesse portare a una casa o a una fattoria non era visibile; e sebbene facessero del loro meglio, non poterono evitare un bel po’ di fruscii, scricchiolii e scalpiccii (ma anche un bel po’ di borbottii e di imprecazioni) mentre avanzavano fra gli alberi al buio, un buio nero come la pece.
Leggi tutta la voce

Quando l’ebbero guardata per un po’, cominciarono a discutere animatamente. Alcuni dicevano «no» e alcuni dicevano «sì». Alcuni dicevano che potevano almeno andare a vedere, e che qualsiasi cosa era meglio di una misera cena, una colazione ancora più scarsa, e vestiti bagnati per tutta la notte.…

Leggi tutta la voce

Alla fine decisero che avrebbero dovuto accamparsi dov’erano. Si spostarono sotto un folto d’alberi e sebbene lì sotto fosse più asciutto, il vento scuoteva via la pioggia dalle foglie e il continuo sgocciolio era veramente insopportabile. Il malocchio sembrava aver colpito perfino il fuoco.
Leggi tutta la voce

I Nani non smettevano di avanzare, senza girarsi mai, e ignorando completamente lo Hobbit. Chissà dove, dietro alle nuvole grigie, il sole doveva essere tramontato, perché il buio cominciò a calare mentre scendevano in una profonda valle sul cui fondo scorreva un fiume.
Leggi tutta la voce

«E pensare che a momenti è giugno!» borbottò Bilbo, mentre sguazzava dietro agli altri in un sentiero fangosissimo. L’ora del tè era passata; pioveva a dirotto, come non aveva smesso di fare per tutta la giornata; il cappuccio gli sgocciolava negli occhi, il mantello era pieno d’acqua; il pony era stanco e inciampava sui sassi, e gli altri erano troppo di cattivo umore per parlare.
Leggi tutta la voce

All’inizio erano passati attraverso le terre abitate dagli Hobbit, una vasta e rispettabile contrada abitata da gente per bene, con strade buone, una o due locande e di quando in quando un Nano o un fattore in giro per affari. Poi arrivarono a terre dove la gente parlava in modo strano, e cantava canzoni che Bilbo non aveva mai sentito prima.
Leggi tutta la voce

Cavalcavano da poco, quando arrivò Gandalf, veramente superbo su un cavallo bianco. Recava con sé molti fazzoletti, e la pipa e il tabacco di Bilbo. Dopo di ciò, dunque, la brigata andò avanti molto allegramente, ed essi raccontarono storie o cantarono canzoni tutto il giorno mentre cavalcavano, eccetto naturalmente quando si fermavano per i pasti.
Leggi tutta la voce

Proprio allora tutti gli altri sbucarono da dietro l’angolo della strada proveniente dal villaggio. Montavano dei pony, e da entrambi i fianchi di ogni pony pendevano i bagagli più disparati: casse, pacchi ed effetti personali. C’era anche un pony piccolo piccolo, a quanto pareva destinato a Bilbo.…

Leggi tutta la voce

 «Hai solo dieci minuti di tempo. Ti toccherà correre» disse Gandalf.
 «Ma…» disse Bilbo.
 «Non c’è tempo» disse lo stregone.
 «Ma…» disse ancora Bilbo.
 «Non c’è tempo neanche per questo! Sbrigati!».
 Fino alla fine dei suoi giorni Bilbo non riuscì mai a ricordare come fece a trovarsi fuori casa, senza cappello, bastone, un po’ di denaro, o una qualsiasi di quelle cose che di solito portava con sé quando usciva, lasciando a metà la sua seconda colazione e senza sparecchiare, ficcando le chiavi in mano a Gandalf e correndo alla massima velocità consentitagli dai piedi lanosi giù per il viottolo, oltre il grande Mulino, al di là dell’Acqua e poi per un miglio e più.
Leggi tutta la voce

 Bilbo saltò su, e mettendosi la vestaglia andò in sala da pranzo. Non ci trovò nessuno, ma ben visibili erano i segni di una colazione abbondante e frettolosa. C’era un disordine spaventoso nella stanza, e pile di vasellame da lavare in cucina.
Leggi tutta la voce
Back To Top
Racconti di Tolkien