Lo Hobbit, Capitolo 1 Una Riunione Inattesa, 26

«Certo che c’è un segno» disse Gandalf. «Ce l’ho messo io stesso. Per ottime ragioni. Mi avevate chiesto di trovare un quattordicesimo uomo per la vostra spedizione, ed io ho scelto il signor Baggins. Se solo qualcuno si permette di dire che ho scelto l’uomo sbagliato o la casa sbagliata, potete restare in tredici e avere tutta la sfortuna che vi pare o tornarvene a scavare carbone!».
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Lo Hobbit, Capitolo 1 Una Riunione Inattesa, 25

«Scusatemi,» disse «se per caso ho sentito le parole che stavate dicendo. Non pretendo di capire di che cosa stiate parlando, o il vostro riferimento agli scassinatori, ma penso di aver ragione nel credere (questo è quello che chiamava ammantarsi della propria dignità) che voi pensiate che io sia un inetto.
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Lo Hobbit, Capitolo 1 Una Riunione Inattesa, 23

«Che tipetto impressionabile!» disse Gandalf, quando si furono nuovamente seduti. «Gli vengono questi strani buffi attacchi, ma è uno dei migliori… uno dei migliori, fiero come un drago nelle peste».
Se avete mai visto un drago nelle peste, vi renderete conto che questa era solo un’esagerazione poetica, se riferita a un qualsiasi Hobbit, perfino al proprozio del Vecchio Tuc, Ruggitoro, che era tanto alto (per uno Hobbit) da poter cavalcare un cavallo.
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Lo Hobbit, Capitolo 1 Una Riunione Inattesa, 22

Così, Thorin continuò: «Ci siamo riuniti per discutere i nostri piani, le soluzioni, i mezzi, le strategie e le risorse. Tra poco, prima che spunti l’alba, intraprenderemo il nostro lungo viaggio, un viaggio da cui qualcuno di noi, o forse ognuno di noi (eccetto il nostro amico e consigliere, l’ingegnoso stregone Gandalf) può anche non ritornare.
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Lo Hobbit, Capitolo 1 Una Riunione Inattesa, 20

Il buio aveva invaso tutta la stanza; il fuoco moriva lentamente, le ombre si smarrivano, ed essi suonavano ancora. E d’un tratto, mentre suonavano, cominciarono a cantare uno dopo l’altro: un canto roco di Nani che sembrava salire dai recessi delle loro antiche case; e questo è come un frammento della loro canzone, se canzone può esserci senza alcuna musica.
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Lo Hobbit, Capitolo 1 Una Riunione Inattesa, 19

«E adesso un po’ di musica!» disse Thorin. «Tirate fuori gli strumenti!».
Kili e Fili si precipitarono a prendere le borse e riportarono con loro dei piccoli violini; dall’interno dei loro mantelli, Dori, Nori e Ori tirarono fuori dei flauti; Bombur esibì un tamburo che era nell’ingresso; anche Bifur e Bofur uscirono e tornarono con dei clarinetti che avevano lasciato nel portaombrelli.
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Lo Hobbit, Capitolo 1 Una Riunione Inattesa, 18

Poi tornarono indietro, e trovarono Thorin che fumava la pipa coi piedi sul parafuoco. Faceva degli anelli di fumo assolutamente enormi, che andavano dovunque egli diceva loro di andare – su per la cappa del camino, o dietro l’orologio sopra la mensola, o sotto la tavola, o attorno al soffitto: ma dovunque l’anello di fumo andasse, non era mai abbastanza veloce da sfuggire a Gandalf.
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Lo Hobbit, Capitolo 1 Una Riunione Inattesa, 17

«Immagino che vi tratteniate a cena?» disse col tono di voce più educato e inespressivo.
«Ma naturale!» disse Thorin. «E anche dopo. Non risolveremo la faccenda fino a tardi e dobbiamo prima fare un po’ di musica. Adesso… sparecchiare!».
Al che i dodici Nani – non Thorin, che era troppo importante e rimase a parlare con Gandalf – balzarono in piedi e ammucchiarono ogni cosa in alte pile.
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