«Dove è andato a cacciarsi?», esclamò Sam inquieto. «A mio avviso si sta comportando in modo un po’ strano, in questi ultimi tempi. Comunque, questa faccenda non lo riguarda. Lui se ne torna a casa, come ha sempre detto, nessuno gliene fa un rimprovero.
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 «Vi chiedo scusa», disse Sam. «Credo che non avete per nulla capito il mio padrone. Non sta esitando sulla via da scegliere, beninteso! A che pro, Minas Tirith, in ogni caso? È inutile, almeno per lui, vi chiedo scusa, Messer Boromir», soggiunse voltandosi.
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 «È una cosa che non può andare!», gridò Merry. «Non lasceremo mai Frodo! Pipino ed io abbiamo sin da principio seguito Frodo, e non intendiamo rinunciarvi adesso. Prima però non ci rendevamo conto del pericolo; tutto pareva diverso, lontano, nella Contea o a Gran Burrone.
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 «Sarebbe davvero un tradimento, se l’abbandonassimo tutti», disse Aragorn. «Ma qualora decidesse di andare a est, non è necessario che tutti l’accompagnino: credo anzi che non sarebbe molto opportuno. Quella è un’impresa disperata, tanto per uno solo come per otto, tre o due.
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 Discese velocemente il sentiero e giunse alla radura ove Boromir l’aveva trovato. Si fermò un attimo ad ascoltare. Gli parve di udire grida e richiami nei boschi lungo la riva ai suoi piedi.
 «Mi staranno cercando», disse. «Chissà quanto tempo sono stato lontano.
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 Frodo si alzò in piedi. Si sentiva sfinito, ma la sua volontà era tenace ed il suo cuore più leggero. Parlò ad alta voce con se stesso.
 «Ora farò il mio dovere», disse. «Una cosa perlomeno è palese: la malvagità dell’Anello sta incominciando ad intaccare persino l’integrità della Compagnia; è indispensabile che l’Anello si allontani da loro, prima che la situazione peggiori.
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 Non si udì alcuna risposta. Le sue grida non erano nemmeno giunte alle orecchie di Frodo, che era già lontano, e correva ciecamente su per il sentiero, portando con sé il ricordo del viso folle e selvaggio di Boromir, e dei suoi occhi infocati.
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 «Sciagurato imbroglione!», urlò. «Lascia che ti metta le mani addosso! Ora capisco le tue intenzioni. Vuoi portare l’Anello a Sauron, e vendere tutti noi. Aspettavi solo il momento giusto per piantarci in asso. Che tu e tutti i Mezzuomini siate dannati alla morte ed all’oscurità!».
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 Frodo si spostò, mettendo di nuovo il sasso fra loro. Vi era una sola cosa ch’egli potesse fare: tremando, tirò fuori l’Anello appeso alla catenella e se l’infilò velocemente al dito, proprio al momento in cui Boromir si lanciava nuovamente su di lui.
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 Frodo non rispose, ma si allontanò tanto da mettere fra sé e Boromir la grande pietra piatta.
 «Suvvia, suvvia, amico!», disse con tono più dolce l’Uomo di Minas Tirith. «Perché non sbarazzartene? Perché non liberarti dal dubbio e dalla paura? Puoi far ricadere la colpa sulle mie spalle, se vuoi; dire, per esempio, che essendo molto più forte me ne sono impadronito con la violenza.
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