LINGUE TOLKIENIANE / Stagione 2, Ep. 4B - Corpus Q(u)enya: Nieninqe

Cari amici, ben ritrovati alla rubrica sulle Lingue Tolkieniane.

Proseguiamo nell’esposizione del corpus Qenya, in special modo le poesie citate (e recitate!) da Tolkien all’interno del saggio-conferenza A Secret Vice (1931), mostrando per la prima volta, o quasi, a un pubblico specializzato di filologi la sua segreta passione per la creazione di linguaggi inventati, attraverso esempi di componimenti poetici nelle due principali lingue elfiche di sua creazione (all’epoca era ancora da lui utilizzato il termine elfin, in luogo di elvish che sarebbe diventato quello favorito da lì a qualche anno): il Qenya (stadio preliminare del Quenya a noi ben noto tramite Il Signore degli Anelli) e il Noldorin (precursore del Sindarin).

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LINGUE TOLKIENIANE / Stagione 2, Ep. 4 - Conclusione del saggio A Secret Vice: esempi di poesia elfica

Cari amici, ben ritrovati alla rubrica sulle Lingue Tolkieniane.

Ci apprestiamo a concludere la disamina sul saggio A Secret Vice, che come si è visto è pregno di informazioni sulle origini dell’attitudine di Tolkien alla creazione di lingue inventate e sui suoi primi esperimenti, ancora rudimentali e “pre-elfici”, ma contiene anche una serie di interessantissime riflessioni sulla facoltà linguistica, sull’artisticità del comporre lingue, e su come esista una certa continuità tra le lingue tradizionali e le lingue artistiche, in merito al procedimento seguito per codificarle.

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DA A SECRET VICE (1931) – [3]

[…] mi sono dedicato a un argomento bizzarro come questo perché mi è parso d’intuirvi l’urgenza di varie questioni interessanti non solo per gli studiosi delle lingue, ma anche per chi vuole puntare l’attenzione sulla mitologia, la poesia o l’arte. Come primo spunto, mi permetterei di azzardare l’idea che per la costruzione di una lingua artistica veramente perfetta sia necessario elaborare, quantomeno a grandi linee, una mitologia a essa concomitante.…

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LINGUE TOLKIENIANE / Stagione 2, Ep. 3 - Naffarin

Cari amici, ben ritrovati alla rubrica sulle Lingue Tolkieniane.

Negli scorsi episodi abbiamo introdotto le riflessioni che Tolkien compie nel saggio-conferenza A Secret Vice sulle “lingue artificiali / artistiche”, traendo spunto dalle prime forme (a suo dire ancora grezze) di lingue fittizie che gli era capitato di incontrare (o di coniare egli stesso) negli anni della sua giovinezza.

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DA A SECRET VICE (1931) – [2]

L’istinto all’«invenzione linguistica», l’adeguare concetto a simbolo fonetico, e soprattutto il piacere insito nel contemplare il nuovo rapporto che si viene a creare sono del tutto razionali, non perversioni. Nei linguaggi inventati come questo [il Nevbosh], il piacere è più spiccato di quanto possa mai esserci addirittura nell’imparare una lingua nuova, per quanto forte sia per alcuni, e questo perché più spontaneo e personale, più aperto alla possibilità del miglioramento per tentativi.

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LINGUE TOLKIENIANE / Stagione 2, Ep. 1 - Animalic

Cari amici, ben ritrovati alla rubrica sulle Lingue Tolkieniane.

Come annunciato negli scorsi episodi, ripercorreremo in questa sezione della nostra serie le parti più interessanti della conferenza tenuta da Tolkien nel 1931, al club letterario del Pembroke College di Oxford, e alla presenza di un pubblico di filologi.

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