Inizio della Seconda Era – Fine dei Tempi (?)
Sveltolampo (Bregalad in lingua Sindarin) è forse, tra gli Ent che incontriamo nei racconti degli Antichi Tempi, quello più caratterizzato insieme a Barbalbero.
Questa cosa non stupisce, perché è stato proprio Sveltolampo a trascorrere gran parte del tempo con gli Hobbit durante la loro permanenza nella Foresta di Fangorn, ed è sulla base dei loro racconti che gli autori del Libro Rosso, Frodo in testa, hanno basato il proprio racconto delle vicissitudini degli Ent.
Ma in realtà c’è un’altra ragione per cui Sveltolampo è un personaggio così importante: è infatti uno degli ultimi Ent a essere nati dall’unione con un’Entessa, prima che lo sconvolgimento dell’Eriador causato dall’invasione di Sauron provocasse la loro scomparsa. Si racconta, infatti, che per lungo tempo durante la guerra tra Sauron e gli Elfi gli Ent le abbiano cercate in tutta la Terra di Mezzo. Ma una volta accortisi della rovina che la guerra aveva provocato, hanno sentito il richiamo del loro ancestrale compito di Pastori degli Alberi, la cui necessità Eru Ilùvatar aveva riconosciuto già nella voce di Yavanna durante la Musica degli Ainur.
E così, in un modo in cui le foreste si restringevano sempre di più, la maggior parte degli Ent, e con loro Sveltolampo, si rifugiò nei profondi recessi delle Montagne Nebbiose, nella foresta che prese il nome dal più anziano tra loro, Fangorn o Barbalbero.
Sveltolampo tuttavia apparteneva a un’altra stirpe di Ent, quella di Scorzapelle, in Sindarin Fladrif (dal medesimo significato). Insieme a Barbalbero e Ciuffofoglio (Finglas), Scorzapelle è parte della triade degli Ent più antichi della Terra di Mezzo, risvegliatisi insieme ai Primi Figli di Ilùvatar quando Arda era giovane.
Sveltolampo nacque dunque con ogni probabilità durante i primi anni della Seconda Era. Non conosciamo le modalità di crescita e di maturazione degli Ent, ma a quanto ci hanno riportato Merry e Pipino, aveva questo nome perché, rispetto agli altri Ent, era caratterizzato da una rapidità insolita per la propria razza – ma pur sempre difficilmente riconoscibile per chi non fosse un Ent.
Come nella descrizione di uno dei primi incontri tra gli Hobbit e Sveltolampo: “Bregalad rimase qualche minuto immobile a osservare solennemente gli Hobbit, mentre essi guardavano lui, domandandosi quando avrebbe manifestato la propria fretta. Era alto, e sembrava uno dei più giovani; la pelle delle sue braccia e gambe era liscia e lucida, le sue labbra vermiglie e i capelli grigio-verde. Riusciva a curvarsi e a ondeggiare come un esile albero al vento. Infine parlò, e la sua voce, pur risonante, era più limpida e acuta di quella di Barbalbero”.
Sveltolampo raggiunge Barbalbero all’inizio dell’Entaconsulta perché il suo parente Scorzapelle, responsabile delle foreste di betulle a nord ovest della foresta, era tra gli Ent che maggiormente avevano patito le aggressioni da parte degli Orchi di Saruman, tanto da rimanere egli stesso ferito e impaurito. Fu così che Sveltolampo prese il suo posto. Egli stesso aveva subito molte sofferenze durante queste scorrerie, e in particolare i gravi danni patiti dai sorbi di cui era solito occuparsi e che sommamente amava: Carnimírië, Lassemista, e Orofarnë, cui dedicò la canzone riportata dal Libro Rosso:
Oh Orofarnë, Lassemista, Carnimírië!
Oh dolce sorbo, come splendeva bianco sul tuo capo il fiore!
Oh sorbo mio, in un giorno d’estate io scorsi il tuo bagliore!
Corteccia lucente, voce limpida e dolce, fogliame fresco e leggero;
Era rosso-oro la grande corona che in capo portavi altero!
Oh sorbo mio addio! La tua chioma morta grigia e secca è ormai;
La corona è caduta, la tua voce è perduta e per noi più non canterai.
Oh Orofarnë, Lassemista, Carnimírië!
Alla luce di quanto avevano patito i suoi alberi ed egli stesso, Sveltolampo fu tra i primi Ent a schierarsi per la partecipazione alla Guerra. E così, mentre l’Entaconsulta proseguiva per i due giorni successivi, Sveltolampo fu assegnato alla protezione degli Hobbit, che ospitò nella propria dimora fino a che, al termine dell’incontro, gli Ent decisero di scendere in guerra.
Nella successiva battaglia di Isengard, Sveltolampo si distinse tra gli Ent, implacabile nella propria collera verso gli Orchi e i malvagi Uomini che difendevano la fortezza di Saruman. E quando vide lo Stregone affacciarsi alle finestre della Torre lo indicò al grido di “L’uccisore di alberi! L’uccisore di alberi!”.
Nulla si sa della vita di Sveltolampo dopo la fine della Guerra dell’Anello e il suo saluto agli Hobbit sul campo di Isengard. Con ogni probabilità tornò nel fitto della foresta, a occuparsi dei propri sorbi. Ma è anche possibile, dicono alcuni, che come più giovane tra gli Ent fosse anche tra i più inclini a riprendere la ricerca delle Entesse e del loro rifugio chissà dove nella Terra di Mezzo. E ci piace pensarlo, per i lunghi secoli che separarono la Terza Era dalla Fine del Mondo, intento a percorrere il Mondo con il suo passo, un po’ più celere di quello che ci sia aspetterebbe da un Ent.