Frodo e lo Spettro, di John Howe

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Tra i personaggi della Terra di Mezzo, gli “spettri” o “fantasmi” hanno un’identità per certi versi unica. Sono infatti la rappresentazione visiva di una delle caratteristiche fondanti del mondo concepito da Tolkien, diviso in due “regimi di esistenza”, quello visibile e quello invisibile, il mondo fisico e il mondo degli spiriti, che solo creature superiori, o l’uso di potentissimi artefatti, possono rendere visibile.

Quasi tutte le storie ci raccontano del mondo visibile, per sua stessa natura l’unica modalità di interpretazione del mondo offerta a creature meno nobili come gli Uomini, i Nani, e naturalmente gli Hobbit. È per questo che i Grandi Anelli, e l’Unico in misura ancora maggiore, avevano il potere di rendere invisibile il corpo materiale e di far sì che le realtà del mondo invisibile divenissero visibili ai loro Portatori.

Gli spettri sono invece creature la cui esistenza è confinata nel mondo invisibile ma che – per forza, maledizione, dolore, poteri innati o per evocazione da parte di stregoni e negromanti – sono in grado di manifestarsi “affiorando” nel mondo visibile e interagendo con i suoi abitanti.

Nelle grandi narrazioni di Arda sono molti spettri che ricoprono ruoli rilevanti, in alcuni casi decisivi per l’avvio di grandi imprese. In passato abbiamo raccontato ad esempio di Gorlim l’Infelice, che dopo essere stato ucciso tornò come ombra da Beren per avvertirlo del suo tradimento, innescando la catena di eventi che porto alla conquista del Silmaril dalla corona di Morgoth narrata nel Lai di Leithian.

Un importante episodio del Libro Rosso è quello che sia ambienta a Tyrn Gorthad, i Tumulilande situati tra la Vecchia Foresta e la città di Brea, a est della Contea. Qui, nei primi secoli della Terza Era, prosperavano alcune nobili famiglie del regno di Arnor, che fecero di questa zona la sede delle sepolture dei propri famigliari. Con la crisi del Regno del Nord e la sua frammentazione, una zona non lontana dai Tumulilande divenne la capitale del regno meridionale di Cardolan, le cui rovine si trovano ancora tra le colline.

Ma al tempo della Guerra dell’Anello nessuno vi si recava più da molto tempo, perché quando il Cardolan cadde sotto il giogo del Re Stregone di Angmar, lasciando solo Arthedain a resistere alla sua conquista, il Nazgûl maledisse queste terre, convocando dal mondo delle ombre dei malvagi spiriti che presero possesso dei Tumuli, attaccando ogni essere vivente che avesse la sfortuna di recarvisi.

Tra di essi vi furono anche il Portatore dell’Anello e i suoi compagni di viaggio. Come fu poi spiegato da Tom Bombadil, il potere di questi spiriti era di saper privare le vittime della propria volontà, costringendole a recarsi all’interno dei tumuli. Qui, dopo averle paludate di ori e argenti, com’era uso in tempi ancestrali tra gli Uomini Mediani, procedevano a un sacrificio rituale che avrebbe reso le vittime a loro volta degli spiriti, pronti a infestare nuovi Tumuli.

 

Fredda è la mano ed il cuore e le ossa,

Freddo anche il sonno è nella fossa:

Mai vi sarà risveglio sul letto di pietra,

Mai prima che muoia il Sole e la Luna tetra.

Nel vento nero le stelle anch’esse moriranno,

Ed essi qui sull’oro ancora giaceranno,

Finché l’oscuro signore non alzerà la mano

Sulla terra avvizzita e sul mare inumano.

 

L’aspetto degli spettri era quello di un fantasma oscuro con due brillanti occhi, mani scheletriche dal tocco gelido e una forza inaspettata per creature così esili. Questi spettri temevano solo la luce del sole, essendo creature del mondo invisibile, e potevano essere domati solo grazie a potenti incantesimi, come quello lanciato da Tom Bombadil quando, richiamato da Frodo, giunse in soccorso dei quattro hobbit.

Si dice che il Tumulo nel quale il Portatore dell’Anello fu imprigionato appartenesse all’ultimo Re di Cardolan, ma oggi non vi è più modo di verificare questa informazione a causa del cambiamento del Mondo. Tuttavia, è degno di nota che Tom Bombadil, una volta compiuto il proprio salvataggio, abbia deciso di disporre tutti i monili e i tesori presenti nel Tumulo al suo esterno, in modo che nessuno Spirito vi potesse più abitare. Ciò presuppone un qualche legame tra metalli preziosi, oro e argento e la possibilità di accedere, da parte di uno spirito, al mondo fisico. Una proprietà che si manifesta in modo ancora più compiuto negli Anelli del Potere, lasciando intendere l’esistenza di un “potenziale magico” nelle leghe di cui sono composti.

 

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