La Spada di Manwë

Origine di Arda (?) – Fine del Tempo (?)

 

Poco si racconta, nelle grandi saghe dei tempi antichi, della dotazione di artefatti, monili e armi in possesso dei Valar. Da una parte, ciò è naturale, perché pochissimi degli Eldar ancora presenti sulla Terra di Mezzo, e nessuno degli Uomini mortali, ha potuto vedere i Valar all’apice della propria possanza, né osservare a lungo oggetti e vesti dei quali si palliavano. Dall’altra, ciò dipende dal fatto che molto raramente un Valar è associato a un oggetto specifico. Ciò vale per Ulmo e i suoi Ulumuri – ma non a caso Ulmo è probabilmente il Vala più coinvolto nelle vicende della Terra di Mezzo – e in parte per Oromë con il suo Corno. Ma poco è detto degli altri Aratar, e nulla quasi su Manwë Sùlimo che è sopra ogni cosa in Arda.

 

Eppure, anche Manwë, ai tempi di Almaren e poi dell’edificazione di Valinor, una volta compreso il pericolo che suo fratello Melkor rappresentava per il Mondo e per i Figli che ancora dovevano giungere, cominciò a cingere un’arma. Era essa una spada di grandi dimensioni, della quale non sappiamo la foggia o la fattura, ma che sappiamo essere stata impugnata dal Re Antico durante le prime battaglie contro Melkor, quando i Valar scoperchiarono Utumno e imprigionarono il Nemico per la prima volta.

 

Si racconta infatti che, durante la Guerra delle Potenze, “Accadde che infine le porte di Utumno furono infrante e le sue sale scoperchiate, e Melkor si rifugiò nell’abisso più profondo. Da lì, vedendo che tutto era perduto (per quel tempo), egli mandò all’improvviso un’orda di Balrog, gli ultimi dei suoi servitori rimasti, ed essi assalirono lo stendardo di Manwë come un’ondata di fiamma. Ma furono avvizziti nel vento della sua ira e uccisi dal lampo della sua spada; e infine Melkor rimase solo”.

Si trattava dunque di una spada legata al potere del fulmine e del lampo, che portava in sé la luce abbacinante che illumina il cielo in una notte tempestosa, e poteva rivolgere questo potere verso i propri nemici.

 

Dalla prima sconfitta di Melkor, più non vi è menzione di questa spada se non in un’occasione: si racconta infatti che, una volta presa la decisione di accogliere la supplica di Eärendil e di scendere in guerra contro Angband per liberare i popoli della Terra di Mezzo, Manwë abbia conferito questa spada al suo araldo Eonwë, che la strinse in pugno mentre guidava l’Esercito dell’Ovest alla battaglia e poi quando dispensò onori e punizioni al termine delle Guerra.

 

Questa spada si potrebbe probabilmente collegare a una vecchia leggenda, presente solo nelle prime versioni delle antiche cronache: ci riferiamo a Celeg Aithorn, una “spada celeste a forma di fulmine” capace di spaccare il mondo stesso, e forse originariamente legata ai miti di Dagor Dagorath e della fine del mondo.

 

Per quanto concerne la Storia del Mondo, però, nulla più può essere detto. E riteniamo che ancora oggi la Spada di Manwë riposi al fianco del suo Araldo, in attesa della Battaglia Finale quando di nuovo scenderà in guerra per mondare Arda Corrotta e dare vita a un nuovo inizio, come deciso all’inizio dei tempi da Eru che è al di sopra di ogni cosa.

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