LINGUE ELFICHE/41 - SISTEMI DI SCRITTURA – Parte II.5 ~ EXTRA: il Valmaric e gli altri alfabeti pre-fëanoriani

Gli anni ’20 furono per Tolkien un periodo di grande sperimentazione nella creazione di alfabeti elfici: il codice Fëanoriano non avrebbe visto la luce prima del 1931, ma le lettere di Rúmil non furono il suo unico precursore. Tolkien coniò diversi sistemi di scrittura per il Qenya prima di trovare uno stile che lo soddisfacesse.

Come accennavamo in precedenza, la maggior parte di questi alfabeti pre-fëanoriani non sopravvisse oltre lo stadio esplorativo, tuttavia è interessante portarne qualche esempio per mostrare l’evoluzione estetica e concettuale di uno dei caratteri più peculiari e rappresentativi delle Lingue Elfiche.

Ecco una lista di questi alfabeti (le immagini di seguito a ciascun elemento della lista forniranno degli esempi):

  • Valmaric. È quello di cui si è conservato il maggior numero di documenti, stilati all’incirca tra il 1922 e il 1925. È interessante notare tanto le somiglianze quanto le differenze rispetto alle tengwar, ancora di là da venire. Inoltre negli appunti di Tolkien compare già la nozione secondo cui le stesse lettere venissero utilizzate, con delle varianti, in idiomi diversi: il Qenya Antico per la lezione da dizionario; una forma non-Qenya (forse utilizzata per lo Gnomico?) con base fonetica; una forma utilizzata esclusivamente a Gondolin; una forma Qenya pura, etc.

    Tolkien tracciò esempi di Valmaric di vario genere: da una trascrizione di un passo del Beowulf al Padre Nostro, da una lista di parole per le parti del corpo a una descrizione dell’utilizzo arcaico per le lingue Eldarin. Esiste anche una didascalia di un disegno associato a Roverandom, realizzato nel 1925, che recita “lunar landscape” (DTS 27).

    Tabella del Valmaric Script
    Traslitterazione con alfabeto Valmaric dei vv. 1-11 del Beowulf in Old English

    “Lunar Landscape” (DTS 27) – illustrazione e didascalia di Roverandom
  • Qenyatic. Sebbene il nome “Qenyatic” sia utilizzato indistintamente da Tolkien per molti di questi alfabeti, il gruppo di alfabeti Qenyatic propriamente detti ha la sua parte di corpus di documenti, stilati tra il 1924 e il 1929. Tolkien tracciò anche un esempio di Qenyatic con alcuni estratti della poesia Narqelion, e descrisse sia un uso per il Qenya che per la trascrizione in inglese. Come il Quenya più tardo, utilizza le tehtar, con un sistema consonante/vocale.

    Tabella dell’alfabeto Qenyatic con estratto della poesia Narqelion
  • Falassin. Questo gruppo di alfabeti è piuttosto coeso nella struttura di base. Anche di questo Tolkien fornisce tavole con i caratteri e alcuni esempi di utilizzo (estratti dal Narqelion e persino un passo dell’Eneide).

    Per quanto riguarda l’uso delle tehtar, utilizza un sistema vocale/consonante (come il futuro Sindarin) nell’applicazione all’inglese, e consonante/vocale per Qenya e Latino. Nonostante contenga Falas nel nome, è improbabile che questo alfabeto fosse destinato ai Falathrim del Beleriand (il termine Falas o Falassë non sarebbe stato associato alle coste della Terra di Mezzo, dove vive il popolo di Cirdan, prima della stesura dell’Ambarkanta e delle versioni più tarde del Quenta), per cui è probabile che si riferisca ai Teleri che vivevano sulle coste di Valinor.

    Tabella dell’alfabeto Falassin

    Doodles di Tolkien con l’alfabeto Falassin (parole sparse in Qenya, inglese e Latino) ed estratto (libro I, vv. 1-4) dall’Eneide di Virgilio
  • Noriac. Gli alfabeti di questo gruppo (Noriac, Banyaric, Sinyatic) sono già molto più simili alle tengwar fëanoriane rispetto agli esempi precedenti, almeno per quanto riguarda le lettere primarie. In questi alfabeti le vocali sono rappresentate da lettere piene, tuttavia queste hanno l’aspetto di tehtar sostenute da un carrier, come poi sarà per il Quenya maturo. Tolkien tracciò una sorta di “stele di Rosetta” per i tre alfabeti del gruppo Noriac, utilizzando come brano d’esempio una rielaborazione di una poesia settecentesca tratta da Mother Goose’s Melody: or Sonnets for the Cradle.

    Comparazione tra Banyaric, Sinyatic e Noriac di una variazione di una poesia tratta da Mother Goose’s Melody
  • Angloq(u)enya (grafia Qenya: Andyoqenya). Gli alfabeti di questo gruppo risalgono alla fine degli anni ’20; siamo prossimi all’invenzione delle lettere fëanoriane, come si può vedere dalla grande somiglianza con lo script a noi più familiare (sebbene permangano delle differenze in alcuni caratteri). Essendo questo un alfabeto concepito come adattamento fonetico dell’inglese, gli esempi disponibili sono tutti in questa lingua: alcune entries di un diario che Tolkien si era prefisso di scrivere utilizzando questo codice (all’interno delle quali, come ormai abbiamo capito, compare un po’ di tutto: estratti dalle poesie di Tolkien come Tinfang Warble ed Earendel; un frammento di una poesia di Lord Tennyson; il Padre Nostro; l’incipit di una bislacca storiella su uno stregone vissuto ai tempi di Re Artù e Merlino – che si chiama Artaserse come il mago che compare in Roverandom; perfino l’inizio di una storia che sembra essere ambientata ad Artanor [il Doriath dei Racconti Perduti]).

Tabella dell’alfabeto Angloquenya
Estratto dal diario di Tolkien in Angloquenya (Andyoqenya)

Trovo affascinante questa fase “magmatica”, di totale brainstorming, nell’invenzione delle Lingue Elfiche. Chiude il primo periodo della concezione linguistica tolkieniana, dal momento che gli anni ’30 segneranno un cambio di passo importante, non solo per la codifica degli alfabeti, ma perché, dal punto di vista narrativo, Tolkien abbandonerà l’approccio poetico dei Lai e dei frammenti e proseguirà la stesura della propria mitologia sotto forma di prosa condensata – non più “racconti”, dunque (il primo “Silmarillion”, dopo l’Abbozzo della Mitologia, ovvero il Quenta Noldorinwa, risale proprio al 1930).

Questo cambio di prospettiva determinerà un’evoluzione delle Lingue Elfiche, come abbiamo detto in precedenza, fino ad arrivare alla concezione presente nel Signore degli Anelli, che porrà le basi per le fasi successive.

Bibliografia di riferimento:

  • The Valmaric Script, ed. by Arden R. Smith, tratto da Parma Eldalamberon #14 (2003).

  • Pre-Fëanorian Alphabets, ed. by Arden R. Smith, tratto da Parma Eldalamberon #16 (2006).

  • Pre-Fëanorian Alphabets, Part 2, ed. by Arden R. Smith, tratto da Parma Eldalamberon #18 (2009).

Sitografia:

-Rúmil

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