LINGUE ELFICHE/39 - SISTEMI DI SCRITTURA – Parte I ~ Sarati: le lettere di Rúmil

La creazione linguistica di Tolkien è rinomata non solo per la cura estetica e la musicalità di Quenya e Sindarin, non solo per l’acribia filologica, non solo per l’estrema complementarità con la narrazione all’interno delle sue opere, ma anche per il fascino che esercitano gli alfabeti di sua invenzione, i sistemi di scrittura concepiti per dare a queste lingue ancora più verosimiglianza e profondità.

Dedichiamo per questo motivo alcuni appuntamenti ai sistemi di scrittura per le lingue Elfiche. Purtroppo non è possibile integrare nei post di questa rubrica testi scritti in caratteri non latini, pertanto rimanderò alle immagini allegate per comprendere qualunque riferimento a ciò di cui stiamo parlando.

Nell’Appendice E del Signore degli Anelli Tolkien introduce i principali sistemi di scrittura in voga nella Terra di Mezzo di fine Terza Era, ovvero il setting del SdA: le Tengwar o Tîw, ovvero le “lettere”, e le Certar o Cirth, ovvero le “rune”.

Le prime erano state concepite per la scrittura con penna o pennello, e nel loro caso l’utilizzo tramite incisione era derivativo rispetto a un originario uso per iscritto (gli Alti-Elfi usavano carta o pergamena sin dai tempi del soggiorno a Valinor).

Le seconde invece venivano adoperate quasi esclusivamente per le incisioni.

Tuttavia Tolkien aggiunge:

Le Tengwar erano le più antiche, essendo state elaborate dei Noldor, la stirpe degli Eldar più abile in questo genere di cose, molto prima del loro esilio. Le più arcaiche lettere Eldarin, le Tengwar di Rúmil, non venivano adoperate nella Terra di Mezzo. Le lettere più recenti, le Tengwar di Fëanor, erano per lo più una nuova invenzione, benché derivassero in parte dalle lettere di Rúmil. […]

Le lettere di Rúmil vengono citate anche in altri scritti, inclusi nella History of Middle-earth:

  • In The Treason of Isengard, in un testo chiamato The Elvish Alphabets, viene detto esplicitamente che l’Alfabeto di Rúmil è il più antico alfabeto elfico. La sua codifica è merito di Rúmil di Túna [il colle sopra il quale sorge la città degli Elfi di Valinor, Tirion], ed è chiamata “Valinoreana” in quanto usata principalmente per il Qenya, e in particolare per l’uso in corsivo. Con l’invenzione delle Tengwar di Fëanor, l’uso presso i Noldor fu pian piano soppiantato. Pare che i Vanyar [< Lindar] lo utilizzino ancora, ma non è mai diventata di uso generale tra i Quendi.

  • Nel Lhammas (in The Lost Road and Other Writings) viene ribadito che, prima dell’esilio, i Noldor utilizzavano soltanto la lingua Qenya, e pertanto è in questo idioma che scrivevano e incidevano. Si conferma indirettamente che le lettere di Rúmil fossero esclusive del Q(u)enya.

  • Infine, in Quendi and Eldar (un testo del 1959-60, tratto da The War of the Jewels), si specificano alcune informazioni su questo alfabeto, e si provvede a dargli una terminologia propria:

    Prima di rivolgersi ad altre questioni, Fëanor portò a compimento il suo sistema alfabetico, e introdusse a questo punto anche un cambio di terminologia, al quale in seguito ci si attenne.

    Denominò la rappresentazione scritta di una tengwe parlata (secondo la sua definizione) una tengwa. [tengwe in Quenya significa “segno, simbolo”: possiamo renderlo in questo caso con “significante”, per usare un termine della linguistica saussuriana.] Prima di allora, una “lettera” o un qualsiasi segno significante individuale veniva chiamato un sarat, da *sar “graffiare, incidere” > “scrivere”. Le lettere Fëanoriane erano sempre chiamate tengwar in Quenya, sebbene sarati rimanesse il nome per le lettere Rúmiliane.

Da quest’ultima citazione capiamo che, in una fase successiva alla stesura delle Appendici del SdA, Tolkien prese a distinguere sarati e tengwar, conferendogli caratteristiche simili ma qualificandole come codici sostanzialmente diversi tra loro (e attribuendo questo a un “cambio di terminologia” impresso alle tengwar dal loro creatore, che sappiamo non essere nuovo alla trasformazione di aspetti linguistici in questioni identitarie – vedi lo shibboleth sul suono þ).

Sta di fatto che le tengwar discendono senza dubbio dalle sarati, è questo risulta evidente osservando la forma dei caratteri di Rúmil in combinazione con la barra laterale [cfr. per esempio le tengwar “tinco” e “ando” con i rispettivi caratteri rúmiliani corrispondenti, II.1 e II.2 nella tabella in allegato]. Ma andiamo con ordine:

Le sarati erano le più antiche lettere elfiche, codificate dal sapiente Noldo Rúmil di Tirion [< Tuna] a Valinor ai tempi del suo Meriggio, dunque nell’epoca più serena e gloriosa della storia degli Alti-Elfi. Si trattava di un tipo di scrittura corsiva, tipicamente tracciata con andamento verticale e con utilizzo di una linea o barra laterale, continua o discontinua (un po’ come la śirorekhā del sanscrito), tuttavia negli appunti di Tolkien sono attestate in misura minore numerose altre varianti, alcune con andamento orizzontale, e dunque i caratteri ruotati di 90° rispetto alla più frequente modalità in verticale, e alcune senza barra laterale, perfino una scrittura “specchiata” (nella quale Tolkien scrisse anche il proprio nome). Nel caso in cui l’andamento fosse stato orizzontale la scrittura poteva essere sia destrorsa che sinistrorsa. Si presume fosse possibile addirittura un andamento bustrofedico, sebbene non esistano esempi in tal senso.

Viene definito da Tolkien il “sistema alfabetico Eldarin universale”, ed è stato originariamente sviluppato come un alfabeto fonetico generale.

È stato il primo sistema di scrittura a essere sviluppato anche nel “Mondo Primario”: i primissimi esempi risalgono all’epoca dei Racconti Perduti, in quanto sono stati ritrovati sul retro di alcune bozze per l’Oxford English Dictionary (1919-20 ca.), laddove le tengwar non sarebbero state inventate dal Professore prima del 1930-31.

Cover di Parma Eldalamberon #13

Tuttavia, a differenza di altri sistemi ideati nel periodo in mezzo, come il Valmaric e il Quenyatic, le lettere di Rúmil come abbiamo detto furono conciliate anche a livello narrativo nelle fasi successive del Legendarium: probabilmente i Vanyar e gli altri Elfi rimasti in Valinor hanno continuato a utilizzarle, essendo il loro uso limitato al Quenya e mai diffuso al di fuori delle Terre Immortali (motivo per cui viene anche chiamato “Valinoreano”), laddove le tengwar si sono presto diffuse in tutta la Terra di Mezzo, e sono state adottate tanto per il Quenya quanto per il Sindarin (con delle differenze che vedremo la prossima volta).

Tolkien tracciò numerosi esempi di scrittura in sarati, soprattutto Qenya e Inglese (ma esiste anche un frammento in Gnomico, con andamento orizzontale e senza barra). Questi documenti, che coprono tutti gli anni ’20, sono stati pubblicati nel 13° numero di Parma Eldalamberon, la cui prima sezione è dedicata appunto all’Alfabeto di Rúmil.

Di tutti questi testi il più famoso è senza dubbio il frammento di prosa del racconto di Túrin, che abbiamo citato la scorsa volta. Una sua analisi completa (con traslitterazione letterale) è offerta in Vinyar Tengwar #37. Si tratta di un brano del racconto (quando Tinwelint accoglie Túrin e i suoi compagni nelle sue aule, verso l’inizio della vicenda) in una trascrizione fonetica in inglese.

È complicato dilungarmi ulteriormente sulle caratteristiche di questo alfabeto senza poter mostrare direttamente i caratteri: rimando perciò alle immagini per capire di cosa si tratta.

Il Túrin Prose Fragment
Tabella delle lettere di Rúmil (1): serie I-II-III
Tabella delle lettere di Rúmil (2): serie IV-V e vocali

Bibliografia di riferimento:

  • The Lord of the Rings (1955; 1966) by J. R. R. Tolkien.

  • Volumi V (The Lost Road and Other Writings, 1987), VII (The Treason of Isengard, 1989) e XI (The War of the Jewels, 1994) della History of Middle-earth, ed. by Christopher Tolkien.

  • Parma Eldalamberon #13 ed. by Christopher Gilson et al.

  • Vinyar Tengwar #37 ed. by Carl F. Hostetter et al.

Sitografia:

-Rúmil

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