Shagrat, Capitano degli Uruk-hai di Cirith Ungol

? T.E. – Barad-dûr, 17 marzo 3019 T.E.

 

Tra i molti nemici dei popoli liberi di cui si fa menzione nelle antiche saghe, raramente un membro del popolo degli Orchi svolge un ruolo cruciale, e ancora più di rado ha il prestigio da essere chiamato per nome.

 

Gli Orchi rappresentano infatti molto spesso un’indistinta schiera votata al servizio dei Signori Oscuri, metafora degli eserciti di soldati ‘fatti per eseguire e non pensare’ che tanto piacciono ai generali sul campo di battaglia. Non è un caso che solo Azog e il suo discendente Bolg siano menzionati nei racconti della Terza Era, e ciò per il ruolo cruciale che svolsero nelle vicende del popolo di Durin e di tutti i figli di Ilùvatar.

 

Gli Uruk-hai ne sono per certi versi l’evoluzione, dotato cioè di un intelletto tale da poter svolgere funzioni di comando. Shagrat ne è l’esempio: un Grande Orco rigidamente fedele agli ordini ricevuti da Barad-Dûr, che durante la Guerra dell’Anello svolgeva il ruolo di Capitano della fortezza di Cirith Ungol, posta a presidio dei passi montani a Ovest di Mordor.

 

Gorbag e Shagrat, di Alan Lee

Durante una ronda di perlustrazione, la compagnia da lui comandata si incontrò con un altro drappello costituito da Orchi di Minas Morgul, guidati da Gorbag. Non correva buon sangue tra i due, probabile conseguenza del fatto che gli Uruk-hai si reputavano di status superiore agli Orchi semplici – una cosa che agli occhi del Capitano delle truppe di Morgul, già innervosito dal fatto di essere stato “lasciato indietro” dalla grande battaglia di Minas Tirith, non poteva che accrescere la tensione.

 

L’incontro tra le due compagnie fu segnato da un evento imprevisto: una piccola creatura giaceva non lontano dal sentiero, avvolta nelle ragnatele di Shelob. Ai loro occhi, sembrava un piccolo Elfo, ed entrambi concordarono che non poteva trovarsi lì da solo, ma che fosse accompagnato da un guerriero Elfo.

Il fatto è che gli Orchi restano Orchi, anche quando li si chiama Uruk-hai. E così non trovarono nulla di meglio da fare che cominciare a discutere su cosa fare del prigioniero: ligio ai propri ordini, Shagrat intendeva requisire tutti i suoi averi e lasciarlo marcire nelle segrete di Cirith Ungol. Ma l’evento era tale che suscitò non poche chiacchiere tra il resto delle truppe, soprattutto quando si avvidero che tra gli oggetti in mano al piccolo Elfo vi erano diverse cose di grande valore, tra cui una camicia di un materiale lucente che nessuno di loro aveva mai visto prima.

 

Shagrat non si fidava di gran parte delle proprie truppe, e di nessuno dei membri del gruppo di Gorbag. Così chiuse il prigioniero nella Torre di Cirith Ungol. Ma la cupidigia è un sentimento forte in molti esseri viventi, e negli Orchi più di altri. Bramoso di mettere le mani sul bottino, che Shagrat voleva semplicemente “inviare a Lugbûrz”, Gorbag tentò una ribellione, ma i numeri erano dalla parte di Shagrat.

 

I due si sfidarono in duello, e Shagrat ebbe la meglio, riprendendosi gli averi del prigioniero e abbandonando la torre mentre lo scontro tra le due fazioni di Orchi infuriava.

 

Tre giorni dopo, il 17 marzo 3019, raggiunse Barad-dûr dove consegnò Pungolo, il mantello di Lòrien e la cotta di mithril a Sauron. Saranno questi oggetti ad essere mostrati, 8 giorni dopo, ai Capitani dell’Ovest davanti al Nero Cancello, come dimostrazione che la missione di Frodo e Sam era fallita, e loro catturati e torturati.

Le cose, tuttavia, andarono diversamente.

 

Non è chiaro il destino di Shagrat. Tutto quello che abbiamo sono alcune voci intese da Frodo e Sam durante il loro passaggio sotto mentite spoglie tra le schiere degli Orchi accampati nella piana di Gorgoroth, in cui un soldato diceva all’altro che Shagrat non sarebbe stato più il Capitano.

Come testimoniano alcuni, è probabile che questa degradazione fosse coincisa con la sua esecuzione. E a pensarci bene, pur avendo portato un bottino di valore al proprio Signore, egli era responsabile della fuga dei prigionieri, e non era riuscito a impedire uno scontro tra due fazioni irritabili, ma naturalmente alleate.

 

E forse questa circostanza ci dimostra come, anche verso i propri Orchi, il potere di Sauron si esercitasse soprattutto tramite il pugno di ferro e la giustizia sommaria. Troppo caotiche e incontrollabili erano le masse al suo servizio, e senza una disciplina di livello draconiano nulla sarebbe stato fatto, complice anche la scarsa propensione al ragionamento che caratterizzava gli Orchi.

 

Una differenza forse ravvisabile con gli Uruk-hai di Saruman, che mostrano invece una maggior sudditanza “ideologica” nei confronti del proprio Signore?

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