Sette Porte di Gondolin

Le sette porte di Gondolin

Orfalch Echor, c.a. 100-120 P.E. – Distrutte nella caduta, 510 P.E.

 

Tra i molti splendori d’incomparabile bellezza che adornavano Gondolin, la città nascosta, i sette cancelli che la dividevano dai sentieri montani circonstanti la catena dell’Orfalch Echor rappresentano un superbo esempio della profondità e della grandezza dell’arte dei Noldor del Beleriand.

 

Le Sette Porte furono costruite dal Re Turgon per proteggere Gondolin dalle invasioni, ma rappresentavano a loro volta una sorta di percorso iniziatico che chiunque volesse giungere alla città nascosta doveva superare, con la consapevolezza che una volta giunto non avrebbe mai potuto abbandonarla.

La successione delle porte cominciava con il Cancello di Legno, poi quelli di Pietra, Bronzo, Ferro intrecciato, Argento, Oro e infine di Acciaio.

 

La Porta di Legno era la prima delle Sette Porte che davano accesso alla città di Gondolin, ed è descritta come costituita da due pilastri a sostegno di un ampio arco scavato nella roccia circostante. Tra i pilastri c’era una saracinesca fatta di barre di legno. La saracinesca era intricatamente scolpita e ornata con chiodi di ferro.

Era presidiato dalla Guardia Oscura e si sollevava silenziosamente al semplice tocco di una delle guardie.

 

Dettaglio di un fregio sulla Porta di Pietra, IA

La Porta di Pietra consisteva in un muro con due torri di pietra a cavallo di un burrone: nel suo arco era presente una lastra di pietra, apparentemente inamovibile, che serviva da saracinesca. Era presidiata da Guardie vestite dei grigio.

Terza era la Porta di Bronzo: era più grande della Porta di Pietra e aveva un doppio portone nel muro, su cui erano appesi scudi e placche di bronzo, decorati con intricati motivi. Sul muro si ergevano tre torri rivestite di rame lucente. Le guardie di questa porta indossavano armature che “brillavano come un fuoco smorzato” e portavano asce dalle lame rosse. La maggior parte di loro erano Sindar di Nevrast.

La Porta di Ferro Intrecciato si trovava nel punto più alto del canyon; dopo questa porta, il passaggio si allargava e diventava più verde, punteggiato di uilos (che gli uomini chiamano “ricordasempre”). Il muro e le quattro torri sembravano realizzati in ferro, e nessuna lanterna pendeva dalle mura. Il muro era il più spesso di tutte le Sette Porte. Tra le due torri interne era posta un’immagine in ferro di Thorondor, Re delle Aquile. La porta stessa era composta da tre strati, ciascuno di ferro lavorato a formare alberi con fiori e foglie, attraverso cui si poteva vedere il cielo.

La quinta porta che si incontrava era quella di Argento: il suo muro era basso e ampio, fatto di marmo bianco. Il parapetto somigliava a un traliccio ed era realizzato in argento. Non recava torri, ma presentava cinque sfere, anch’esse di marmo, la centrale delle quali portava un’immagine di Telperion. La porta era fatta di argento e malachite, e decorata con fiori lavorati a partire dalle bianche perle della Baia di Balar.

 

Splendente era la Porta d’Oro, dall’apparenza simile alla porta d’Argento ma dedicata stavolta a Laurelin, del quale portata l’effigie al centro. Il muretto che la reggeva era di marmo giallo, e aveva sei sfere anziché cinque, disposte intorno a una piramide dorata con l’immagine dell’Albero D’oro.

 

E ultima stava la Porta di Acciaio, diversa dalle altre perché non presentava alcun muro, ma due enormi torri rotonde. Ciascuna di esse era dotata di sette piani con molte finestre e si restringeva verso l’alto. Sulla sommità delle torri si trovava una più piccola torretta d’acciaio.

Tra le due torri era stata installata una cancellata d’acciaio che non arrugginiva mai, con sette pilastri appuntiti disposti uniformemente lungo la recinzione. E sopra il pilastro centrale era collocata una figura di Re Turgon incastonata con diamanti.

 

Fu attraverso queste porte che Tuor e Voronwë passarono per entrare in Tumladen, rispondendo all’appello di Ulmo. Non fu invece da queste porte che l’esercito di Morgoth entrò e pose l’assedio a Gondolin, poiché, dopo aver ascoltato quanto Tuor aveva da dirgli, Turgon fece sbarrare tutti gli accessi, e nessuno potè più entrare o uscire da Gondolin fino alla fine.

 

Il destino dei Cancelli non è descritto nelle antiche cronache, ma è probabile che siano stati distrutti e saccheggiati durante la Caduta, quando gli eserciti dell’Oscuro Signore violarono i passi montani circostanti la città, costringendo il Re ed il suo popolo a un’ultima disperata difesa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back To Top
Racconti di Tolkien