Fladrif o Scorzapelle

? (Forse Tasarinan) A.A. (?) – Vivente nella Quarta Era

 

Nonostante il ruolo cruciale che svolsero al termine della Terza Era del Mondo, con la partecipazione alla sconfitta di Saruman, non sono molti gli Ent dei quali ci è pervenuto il nome. In massima parte ciò dipende dal fatto che l’unica fonte per quanto riguarda la storia degli Ent ci giunte dal racconto di viaggio di Frodo Baggins raccolto nel Libro Rosso, e anche in quel caso solo attraverso il racconto che gli fu fatto da Pipino e Merry dopo la loro riunificazione a Minas Tirith, nei giorni del Ritorno del Re.

 

Così, a parte Barbalbero e Sveltolampo, con cui i due Hobbit trascorsero la maggior parte del tempo durante la loro permanenza a Fangorn, gli altri Ent sono semplicemente menzionati nei resoconti delle conversazioni con loro o delle discussioni che si svolgevano durante l’Entaconsulta, delle quali però Merry e Pipino comprendevano molto poco.

 

Sappiamo però, dalle parole di Barbarlbero, che due erano gli Ent antichi come lui: Ciuffofoglio o Finglas, che però ormai era diventato così pigro da somigliare più a un albero che a un Ent, e per l’appunto Scorzapelle, il cui nome originario era Fladrif, che invece viveva nelle zone più Occidentali di Fangorn, a contatto con i confini dell’Anello di Isengard.

 

Poco ci è tramandato del passato di Scorzapelle, se non la sua anzianità e il fatto che, con ogni probabilità, durante la Prima Era egli sia vissuto nell’Ossiriand insieme ai suoi simili, ove nel corso dei secoli ebbero modo di incontrare più volte gli Elfi, con i quali continuarono a intessere relazioni nel corso dei secoli, fino a quando il mondo non fu cambiato.

 

Come tutti i membri del suo popolo, dopo la Guerra d’Ira e l’inabissamento del Beleriand attraversò con il resto del suo popolo le montagne dell’Ered Luin e stabilì la propria dimora nelle immense foreste che un tempo andavano da Boscoverde all’Eriador. Con il graduale ritirarsi delle foresta anche i suoi domini si restrinsero, fino a ridursi alle foreste di castagni e betulle che sorgevano a nord-ovest di Isengard.

 

Lunghi passarono i secoli durante la Seconda e la Terza Era, ma poco o nulla emerse nelle grandi Storie di quegli anni riguardo gli Ent e la propria vita nella foresta di Fangorn. E se qualcuno dei Grandi ne ricordava l’esistenza, i Pastori degli Alberi passarono lentamente dalla Storia alla Leggenda, e poi al Mito. Fino a quando non tornarono rumorosamente a far parlare di sé al termine della Terza Era, quando molte cose ancestrali si risvegliarono dal proprio torpore a seguito del risveglio del Nemico e delle conseguenze delle sue azioni.

 

Nel 2759 della Terza Era, Saruman si trasferì ad Isengard e, si racconta, nei primi tempi della sua permanenza a lungo si tratteneva sotto le fronde di Fangorn, parlando con gli Ent e condividendone le aspettative di pace e longevità. Ma come sappiamo, nel corso degli anni il suo cuore, sempre più irretito dal Potere dell’Anello che incessantemente bramava, si trasformò, rendendolo cieco a tutto tranne che alle menzogne del Nemico.

 

Fu allora che Saruman ordinò ai propri servitori di utilizzare gli alberi della foresta per alimentare fucine e fabbriche di armi. Fu così che i servitori dello stregone attaccarono il territorio di Scorzapella, tagliando molti alberi e ferendo lui e diversi membri della sua famiglia. E Scorzapelle, incapace di comprendere una simile malvagità, ne fu terrorizzato, e si ritirò più a Nord, lontano dai confini di Isengard, nei boschi di betulle che crescevano sulle montagne.

 

Per questo si rifiutò di rispondere all’appello di Barbalbero per l’Entaconsulta, e in sua vece inviò Sveltolampo, il giovane Ent che strinse amicizia con Merry e Pipino durante la riunione, che si concluse con la decisione di scendere in guerra, bramosi di vendetta.

 

E certamente anche Scorzapelle udì, proveniente dal lontano Sud, il canto degli altri Ent che marciavano verso la guerra, rivelandosi un alleato fondamentale per la vittoria dei popoli liberi contro l’Oscuro Signore:

A Isengard portiamo sconquasso e fracasso,
Sterminio e distruzione, scompiglio e perdizione!”

 

 

 

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