Scatha il Verme
Monti Grigi, fine P.E./Inizio S.E. – Rhovanion, c.a. 2.000 T.E.
Dei Grandi Draghi che ancora tormentavano la Terra di Mezzo nel corso della Terza Era, due soli sono narrati nelle antiche cronache che trattano dei grandi eventi di quegli anni, del risveglio e della sconfitta dell’Oscuro Signore Sauron. E se di loro Smaug è il più celebre, anche a seguito del ruolo cruciale ch’egli ebbe negli eventi descritti nel Libro Rosso dei Confini Occidentali, per conoscere il secondo è necessario approfondire la storia e il folklore dei Nani, che a lungo lo combatterono, e degli Uomini dell’Éothéod, gli antenati dei Rohirrim del Calenardhon.
Il suo nome era Scatha, il cui significato era probabilmente, nella lingua degli Uomini della Valle dell’Anduin, quello di “ladro” o “criminale”, certamente dovuto al fatto che il Drago era solito assalire e depredare città e villaggi per riportare un ricco bottino nel proprio rifugio sugli Ered Wethrin, a Nord di Boscoverde il Grande. Non conosciamo però il nome nel quale egli stesso si riconosceva.
Sappiamo però che era soprannominato “il Verme”, un termine che rieccheggia la denominazione di Glaurung Padre di Draghi, flagello della Prima Era del Mondo. Da ciò è derivata la consuetudine di ritenere che Scatha non fosse un drago alato e che si muovesse (dotato o meno che fosse di arti), strisciando sul ventre.
Si racconta anche che nei secoli delle sue scorribande, Scatha aveva accumulato un enorme tesoro, del quale facevano parte molte ricchezze in passato appartenute a Signori degli Uomini e dei Nani.
Un giorno, durante una discesa nella Valle dell’Anduin, Scatha si imbattè nel popolo degli Éothéod, minacciando i loro insediamenti e la sopravvivenza di un popolo abituato a vivere in villaggi intorno al Grande Fiume, privi delle protezioni e delle fortificazioni dei Nani, o delle capacità degli Elfi di nascondere le proprie dimore.
Fu così che Fram figlio di Frumgar, quando fu chiaro che il Drago avrebbe presto o tardi assalito la loro capitale, giurò di inseguirlo e di ucciderlo. E per due anni gli diede la caccia, seguendo le tracce lasciate dal suo molle ventre sui colli e le montagne a Nord del Langwell e del Greylin.
E infine lo stanò, sfidandolo a duello. E tale era la forza e la valenza di Fram, ch’egli infine lo vinse, uccidendo il Drago e dichiarandosi proprietario del suo oro.
Una decisione che non mancò di irritare i Nani che vivevano nei dintorni, convinti – probabilmente a ragione – che nel tesoro del Verme vi fossero molti ori e gioielli sottratti alle loro città. Ma Fram non volle sentire ragioni e inviò una collana fatta con i denti di Scatha ai Nani, con parole ingiuriose che, se dobbiamo credere alle leggende, gli costarono la vendetta e la vita.
Molti secoli dopo, si dice che Eorl il giovane, discendente di Fram, portò con sé ciò che rimaneva del tesoro del Drago al Sud, quando prese possesso delle terre del Calenardhon fondandovi il Regno di Rohan, e che con queste ricchezze suo figlio potè edificare il Palazzo d’Oro di Meduseld.
Ma il più famoso tra i monili presente nel tesoro del Drago divenne insospettabilmente un antico corno inciso, poi nominato Corno del Mark. Una celebrità dovuta al fatto che esso fu donato a Meriadoc. Signore della Terra di Buck, da Éowyn dal braccio di Scudo, la Bianca Dama di Rohan, quand’essi si congedarono dopo la Guerra dell’Anello.
E fu proprio il Corno del Mark a risuonare nella Contea alcune settimane dopo, richiamando il popolo degli Hobbit alla rivolta contro la dominazione di Saruman e dei Malvagi Uomini giunti dal Sud, e da allora conservato con tutti gli onori e riverito da chiunque nella Contea e in tutto il Regno del Nord.