Saelon di Gondor
Gondor, c.a. 200 Q.E. – ?
Sono pochi i nomi di figure provenienti dalla Quarta Era del Mondo menzionate nelle antiche cronache. E spesso di loro non disponiamo che di piccoli frammenti. Una mancanza dovuta senza dubbio al progressivo declino di Arda e dei suoi popoli: con gli Elfi sempre più ridotti in numero, se non già salpati verso l’occidente, e i Nani vieppiù nascosti, furtivi e gelosi dei propri Regni, solo agli Uomini restava il compito di narrare le storie dei propri tempi.
Ma come spesso accade, ove essi si dimostrano volenterosi nel trasmettere nomi di Re e date di battaglie, meno lo sono per quanto riguarda rappresentanti del popolo e delle classi inferiori
Saelon era tra questi, ma la sua esistenza, per qualche ragione, ci è stata trasmessa in un documento incompleto, in cui scopriamo che, circa cento anni dopo la Morte del Grande Re Elessar Telcontar, l’Ombra tornò a destarsi nella Terra di Mezzo.
Perché l’uomo pare incapace di godere a lungo termine di qualcosa di buono, e immancabilmente vi sarà chi, per calcolo, per ingordigia, per sete di potere o volontà di ricchezza, si volgerà al Male pur di raggiungere i propri scopi.
Ciò che sappiamo di Saelon è che da bambini fu sorpreso da Borlas mentre rubava una mela nel giardino di quest’ultimo: uno splendido appezzamento con vista sulla città.
La rabbia di Borlas lo portò a descrivere il comportamento di Saelon come “lavoro da orco”, perché erano molti i ragazzini che, in un’epoca che ormai aveva dimenticato cosa erano veramente gli Orchi, giocavano a impersonarli per aver libertà di fare ciò che altrimenti sarebbe stato vietato o considerato disdicevole.
Queste parole colpirono profondamente il cuore di Saelon, che portò a lungo nel suo cuore il peso di questa definizione.
Anni dopo, Borlas e Saelon si ritrovarono seduti nel giardino di fronte a Minas Tirith. Dopo che Borlas descrisse l’Albero Oscuro, fu Saelon a menzionare successivamente che, di recente, c’erano uomini cresciuti sotto l’ombra e sussurrò a Borlas il nome Herumor, possibile leader di una fazione ribelle a Gondor.
Purtroppo, non ci è dato sapere cosa avvenne successivamente, e in che modo i destini di Saelon e Herumor si sarebbero poi legati. Come molte storie di un mondo lontano, è stata tramandata fino a quando le persone ritenevano che potesse rappresentare un insegnamento per la propria vita quotidiana, portando coloro che la ascoltavano a riflettere sulla propria identità e a valutare le proprie scelte verso se stessi e gli altri. Una riflessione, forse, troppo profonda per un’epoca sempre più individualista come la nostra.