LINGUE ELFICHE/29 IL CORPUS SINDARIN (PROSA) - PARTE IV ~ La Lettera del Re

King’s Letter, terza versione (da Sauron Defeated, 1992)

Ultimo esempio di corpus Sindarin in prosa che vorrei sottoporre è la cosiddetta Lettera del Re, un testo pubblicato in Sauron Defeated (1992), che avrebbe dovuto far parte di un epilogo, poi scartato, per Il Signore degli Anelli. In questo brano, ambientato a Casa Baggins nel 1436 C.C. (o 16 Q.E.), Sam, circondato dai figli e dalle figlie, legge la lettera ricevuta da Aragorn, in cui si annuncia che il Re di Gondor e Arnor si recherà al ponte sul Brandivino per incontrare i suoi vecchi amici, in special modo la famiglia Gamgee al completo. Una seconda versione dell’epilogo, leggermente diversa, presenta un tenero dialogo tra Sam e la figlia maggiore Elanor, nel giorno del suo compleanno.

Della Lettera esistono tre versioni: la prima e la terza sono appunto incluse in SD, a corredo delle due versioni dell’epilogo. La seconda versione, solo leggermente diversa dalla prima, è stata pubblicata e analizzata in Vinyar Tengwar #29. Tutte e tre presentano una struttura simile: il testo è diviso in due colonne di tengwar, a sinistra in inglese (che sta per l’Ovestron) in scrittura piena (quantasarme), a destra in Sindarin in scrittura ómatehtar secondo la moda di Gondor. Presento di seguito il testo della terza versione traslitterato (Inglese – Sindarin) e tradotto:

Aragorn Strider Arathorn’s son the Elfstone, King of Gondor and Arnor and Lord of the Westlands will approach the Bridge of Baranduin on the eighth day of Spring (or in the Shire Reckoning the second day of April) and he desires to greet there all his friends.

In especial he desires to see Master Samwise Mayor of the Shire and Rose his wife, and Elanor, Rose, Goldilocks and Daisie his daughters, and Frodo, Merry, Pippin and Hamfast his sons.

A.E.

From Minas Tirith the twentythird of February 6341 [=1436, Calendario della Contea]

***

Elessar Telcontar Aragorn Arathornion Edhelharn anglennatha iVaranduiniant erin dolothen Ethuil (egor ben genediad Drannail erin Gwirith edwen) ar ennas aníra i aran Gondor ar Arnor ar Hîr iMbair An[n]ui suilannad mhellyn in phain: edregol e aníra tírad iCherdir Perhael (i sennui Panthael estathar aen) Condir iDrann, ar Meril bess dîn, ar Elanor, Meril, Glorfinniel, Eirien sellath dîn ar Iorhael, Gelir, Cordof, Baravorn ionnath dîn.

Ar El,

A Pherhael ar am Meril suilad uin aran o Minas Tirith nelchaenen ned Echuir: 61 [=16, Quarta Era]

***

Riporto la traduzione italiana solo del brano in Sindarin. Le uniche differenze sono: l’ordine di alcune frasi; l’assenza (nel testo Ovestron/Inglese) dell’inciso in cui Aragorn complimenta Sam, affermando che il suo nome dovrebbe essere (Panthael) Fullwise invece di (Perhael) Samwise; l’indicazione della data in calce (che segue il computo della Contea nel brano Ovestron/Inglese e il computo di Gondor nel brano in Sindarin).

Alcune note esplicative tra parentesi quadre.

Elessar Telcontar [termini Quenya per “Gemma Elfica” e “Grampasso”] Aragorn figlio di Arathorn, Gemma Elfica, si recherà al Ponte sul Brandivino nell’ottavo [giorno] di Primavera (o, secondo il Calendario della Contea, il secondo [giorno] di Aprile) e lì il Re di Gondor e Arnor e delle Terre Occidentali desidera porgere saluto a tutti i suoi amici: in particolar modo egli desidera vedere Mastro “Mezzo-saggio” [Perhael è un calco Sindarin dell’Ovestron Banazîr,in inglese “Half-wise”, è il vero nome di Sam] (il quale dovrebbe piuttosto essere chiamato “Tutto-saggio” [Panthael]) Sindaco della Contea, e Rosa sua moglie, ed Elanor, Rosa, Cioccadoro e Daisy le sue figlie e “Vecchio-saggio” [sarebbe Frodo figlio di Sam], Merry, Pipino e Casalingo [Baravorn è un calco Sindarin dell’Ovestron Ranugad, in inglese “Stay-at-home”, è il vero nome tanto del Gaffiere quanto di Hamfast figlio di Sam] i suoi figli.

Ar[agorn] El[essar]

A Samvise e Rosa il saluto del Re da Minas Tirith il trentunesimo [giorno] di Stimolo [Echuir in Sindarin, o Coirëin Quenya – in inglese Stirring, in italiano a seconda della traduzione resa con Stimolo o Fremito – era la stagione di 54 giorni che nel calendario Sindarin (e nel calendario di Imladris) era collocata tra Inverno (Q. hrive, S. rhîw) e Primavera (Q. tuilë, S. ethuil)]:[anno] 16 [Quarta Era]

King’s Letter, prima versione (da Sauron Defeated, 1992)
King’s Letter, seconda versione (cover di Vinyar Tengwar #29, 1993)

Questo testo, il più lungo esempio di Sindarin in prosa lasciato da Tolkien, si è rivelato una fonte preziosissima per gli studiosi. Non solo permette di osservare numerosi fenomeni di mutazione (lenizione: mellyn > mhellyn, Herdir > Cherdir; nasale: Bar > mBair, pân > phain, Perhael > Pherhael), ma presenta una sequenza di traduzioni etimologiche di nomi propri, mostrandoci così indirettamente il metodo “onomastico” di Tolkien.

Nel prologo scartato del SdA a un certo punto Elanor Gamgee esclama “now we have all got Elvish names!”.

Non è un caso che Helge Fauskanger abbia utilizzato questa citazione come titolo per un articolo, molto noto nella community, in cui introdusse nel dibattito tolkieniano la pratica della traduzione etimologica dei nomi comuni in Elfico. [A questo proposito vd. anche Lapseparma, un progetto di “babybook” condiviso molti anni fa sul sito Elvish.org da Sophie Marceau; e Essecenta (2013) di Roberto Fontana e Mauro Ghibaudo, manuale con più di 2200 nomi tradotti in Quenya].

A mo’ d’esempio, ripercorriamo un attimo tutti i nomi elfici dell’allegra combriccola Gamgee, così come Aragorn li ha battezzati nella sua lettera:

  • Elanor ha già un nome elfico, ovviamente, che come sappiamo è stato suggerito a Sam da Frodo.

  • Rosa viene reso con Meril, che potrebbe dunque essere anche la parola Sindarin per “rosa”, il fiore.

  • Cioccadoro (Goldilocks in originale) viene reso con Glorfinniel, fondamentalmente la versione femminile di Glorfindel.

  • Daisy viene reso con Eirien, presumibilmente la parola Sindarin per “margherita”.

  • Frodo viene reso con Iorhael significa “vecchio-saggio”: da iaur “vecchio” e la forma lenita di sael > hael “saggio”, medesimo elemento presente in Perhael.

  • Merry viene reso con Gelir, dal gell “gioia”.

  • Pipino viene reso con Cordof, presumibilmente, come suggerito da David Salo, un analogo Sindarin dell’Ovestron Razar, che significa “un genere di piccola mela rossa”, e che traduce l’ipocoristico (pet-form) di Peregrino.

  • Hamfast viene reso con Baravorn, in cui il primo elemento è molto probabilmente bâr “casa” e il secondo un derivato della radice √boron “persistere”.

Gamgee Family by Boudicca-Keltoi (deviantART)

Insomma, sorvolando un’analisi linguistica in senso stretto, ho voluto stavolta soffermarmi su un aspetto per Tolkien comunque importantissimo: la creazione di nomi credibili ed eufonici.

Now we have all got Elvish names!” non solo è il grido eccitato della giovane figlia del giardiniere, lo stesso giardiniere che tanto spasimava per incontrare gli Elfi, ancora all’inizio dell’avventura; è in un certo senso anche l’esclamazione del Tolkien filologo, che si divertiva a coniare nomi (e traduzioni di nomi! Spesse volte in più di una lingua) per i propri personaggi.

A questo dedicò più di uno sforzo, come testimoniano le dettagliate risposte ai lettori riguardo alla nomenclatura.

Ai tempi dello Hobbit Tolkien consegnò una versione del Quenta Silmarillion alla Allen & Unwin, perché la sottoponessero ai pareri dei lettori esterni della casa editrice. Quando l’editore gli inoltrò una critica negativa del poema incompleto The Gest of Beren and Luthien da parte di Edward Crankshaw, che aveva lamentato “quei nomi celtici che spaccano gli occhi”, Tolkien rispose:

Mi dispiace che i nomi gli spacchino gli occhi – personalmente credo (e qui credo di essere buon giudice) che siano buoni e di grande effetto. Sono coerenti e consistenti e fatti in base a due formule linguistiche collegate, così acquistano una verosimiglianza che, secondo me, altri inventori di nomi (come Swift e Dunsany!) non sono riusciti a ottenere. Inutile dire che non sono celtici!

La prossima volta introdurremo in maniera più sistematica l’argomento delle mutazioni del Sindarin, per poi concludere questa sezione di analisi testuale affrontando insieme qualche esempio di corpus Sindarin in poesia.

Bibliografia di riferimento:

  • The Lord of the Rings (1955; 1966) by J. R. R. Tolkien.

  • Sauron Defeated (1992), IX volume della History of Middle-earth, ed. Christopher Tolkien.

  • The Letters of J. R. R. Tolkien (1981). Vd. Lettera 19 (1937) a Stanley Unwin.

  • Vinyar Tengwar #29 (1993) The Tengwar Versions of the King’s Letter, ed. Arden R. Smith.

  • Vinyar Tengwar #31 (1993) The King’s Letter, An Historical and Comparative Analysis, ed. Carl. F. Hostetter.

  • Words, Phrases & Passages in The Lord of the Rings, tratto da Parma Eldalamberon #17 (2007) ed. Christopher Gilson.

  • Le Lingue degli Elfi della Terra di Mezzo, Vol. I: storia e sviluppo delle lingue elfiche di Arda (2016) di Gianluca Comastri.

  • Essecenta (2013) di Roberto Fontana e Mauro Ghibaudo.

Sitografia:

-Rúmil

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back To Top
Racconti di Tolkien