«“Questa è la nostra ultima separazione, Estel, figlio mio. Le preoccupazioni mi hanno invecchiata, come se fossi una degli Uomini comuni; e ora che si avvicina, so di non poter affrontare l’oscurità del nostro tempo che si infittisce sulla Terra di Mezzo. Partirò presto.”
Aragorn cercò di confortarla, dicendole: “Vi può ancora essere una luce al di là delle tenebre, e se così è, vorrei che tu la vedessi e fossi felice”.
Ma ella rispose soltanto con questo linnod:
Onen i-Estel Edain, ú-chebin estel anim,*
e Aragorn partì con il cuore rattristato. Gilraen morì prima della primavera seguente.»
*Ho dato la speranza ai Dúnedain, non ne ho conservata per me.
(Il Signore degli Anelli, Appendice A, sezione I, capitolo 5).
Il linnod di Gilraen è l’ultimo esempio di corpus Sindarin che vorrei proporre in questa nostra selezione di testi.
Riporto le relative note linguistiche, sempre da WPP:
S ōnen i·Estel Edain
úchebin estel anim
S ōnen, ho dato.
S i·Estel, la “Speranza”.
S Edain, agli Uomini.
S úchebin, non conservo io. [Vedi I 394 s.v. únótime. Cfr. GL û – “prefisso negativo con qualunque parte del discorso”.]
S estel, speranza. [Cfr. estel “speranza, fiducia”, MR 320, 338; √stel “restare saldo”, estel “il temperamento di una mente stabile, fissata in un proposito, e difficile da dissuadere e che è improbabile cada nella disperazione o abbandoni il suo proposito”, WJ 318f.]
S anim, per me stessa. Cfr. I 319.

Tolkien è molto parco di informazioni su questo tipo di costruzione poetica.
Si tratta evidentemente di un termine legato a lind, linn “canto, canzone” (cfr. linnathon “Io canterò una canzone”, nell’Inno degli Elfi di Gran Burrone).
In Three Elvish Verse Modes (2000), Patrick Wynne e Carl F. Hostetter hanno ipotizzato che linnod sia una parola Sindarin che significhi “canto da sette” (formata appunto da lind, linn “canto” + od(og) “sette”), ovvero che si tratti di un metro che utilizzi versi divisi in due emistichi da sette sillabe ciascuno (come in questo caso).
Riguardo il genere a cui poteva essere dedicata questa forma poetica, scrivono:
“Potremmo supporre, da questo singolo verso stringato, carico di cupa ironia, che il linnod fosse una modalità tradizionalmente utilizzata per aforismi o simili brevi enunciati di significato solenne. Questa qualità aforistica suggerisce anche che il linnod fosse tipicamente costituito da un singolo verso, come nel nostro unico esempio.”
Ovviamente la frase di Gilraen va letta attribuendo il giusto significato ambivalente al termine Estel/estel, difatti scritto la prima volta come nome proprio (il nome di Aragorn), la seconda come nome comune.
Aragorn rappresenta la Speranza per il suo popolo, e Gilraen, generandolo, lo ha “donato” ai Dúnedain. Ma la morte di Arathorn e le sofferenze subite dal loro popolo hanno provocato in lei un prematuro invecchiamento e una perdita di fiducia nel futuro della sua gente.
Il linnod di Gilraen trascritto in lettere tengwar (in entrambi i modi Sindarin):
=- ~N55$ `BIR1j$ 2$hE5 = ~Mcw$5% IR1j$ 5#t% -=
=- hF 6l6 `l81lj l2]Ö6 = .Rdlw`6 l81lj ]6`y -=
Bibliografia di riferimento:
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The Lord of the Rings (1955; 1966) by J. R. R. Tolkien.
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Words, Phrases & Passages in The Lord of the Rings, tratto da Parma Eldalamberon #17 (2007) ed. Christopher Gilson.
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The Lord of the Rings: A Reader’s Companion (2005) by Wayne G. Hammond & Christina Skull.
-
Tolkien’s Legendarium: Essays on The History of Middle-earth (2000) ed. by Verlyn Flieger & Carl F. Hostetter – Three Elvish Verse Modes: Ann-thennath, Minlamad thent / estent, and Linnod, by Patrick Wynne & Carl F. Hostetter.
-
Le Lingue degli Elfi della Terra di Mezzo, Vol. I: storia e sviluppo delle lingue elfiche di Arda (2016) di Gianluca Comastri.
Sitografia:
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Eldamo.org https://eldamo.org/content/words/word-1992760681.html
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Parf Edhellen https://www.elfdict.com/phrases/1-sindarin/19-gilraens_linnod?offset=1
-Rúmil