Bilbo si comporta in modo avventato

 Altri con maggior senso pratico ma con minor orgoglio professionale avrebbero forse ficcato un pugnale in ciascuno degli Uomini Neri prima che si accorgessero di lui. Dopodiché si sarebbe potuta passare una nottata allegra.
 Bilbo lo sapeva. Aveva letto molte cose utili che personalmente non aveva mai visto o fatto.
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Tre tipi poco raccomandabili

Sì, temo proprio che gli Uomini Neri si comportino così, anche quelli che hanno solo una testa per uno*. Dopo aver udito tutto questo, Bilbo avrebbe dovuto fare qualcosa all’istante. O sarebbe dovuto tornarsene indietro silenziosamente ad avvertire i suoi amici che a pochi passi da loro c’erano tre Uomini Neri di dimensioni più che rispettabili e di cattivo umore, pericolosamente propensi ad assaggiare Nani rosolati o anche pony, tanto per cambiare; oppure avrebbe dovuto fare una rubacchiatina veloce e ben fatta.
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Abbacchio ieri, abbacchio oggi e abbacchio pure domani

«Abbacchio ieri, abbacchio oggi e che mi caschi un occhio in mano se non ci avremo abbacchio pure domani» disse uno degli Uomini Neri.
 «Neanche un pezzettino da niente di carne d’uomo, ci abbiamo avuto quest’ultimi tempi!» disse il secondo. «Che diavolo gli è venuto in mente a Guglielmo di portarci da ‘ste parti, io proprio non lo capisco!
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Adesso tocca allo scassinatore

«Adesso tocca allo scassinatore» dissero, alludendo a Bilbo. «Devi andare a scoprire tutto su quella luce, e a che serve, e se tutto è perfettamente sicuro e a posto» disse Thorin allo Hobbit. «Adesso corri e sbrigati a tornare, se tutto va bene.
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Dopotutto abbiamo uno scassinatore con noi

Questo risolse la questione. «Dopotutto abbiamo uno scassinatore con noi» dissero e così si avviarono guidando i pony (con tutta la dovuta e necessaria cautela) in direzione della luce. Arrivarono alla collina e presto furono nel bosco. Salirono su per la collina; ma un sentiero vero e proprio, che potesse portare a una casa o a una fattoria non era visibile; e sebbene facessero del loro meglio, non poterono evitare un bel po’ di fruscii, scricchiolii e scalpiccii (ma anche un bel po’ di borbottii e di imprecazioni) mentre avanzavano fra gli alberi al buio, un buio nero come la pece.
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Dov’è andato a finire Gandalf?

Quando l’ebbero guardata per un po’, cominciarono a discutere animatamente. Alcuni dicevano «no» e alcuni dicevano «sì». Alcuni dicevano che potevano almeno andare a vedere, e che qualsiasi cosa era meglio di una misera cena, una colazione ancora più scarsa, e vestiti bagnati per tutta la notte.…

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C’è una luce laggiù!

Alla fine decisero che avrebbero dovuto accamparsi dov’erano. Si spostarono sotto un folto d’alberi e sebbene lì sotto fosse più asciutto, il vento scuoteva via la pioggia dalle foglie e il continuo sgocciolio era veramente insopportabile. Il malocchio sembrava aver colpito perfino il fuoco.
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Non fu l’ultima volta che espresse questo desiderio!

«E pensare che a momenti è giugno!» borbottò Bilbo, mentre sguazzava dietro agli altri in un sentiero fangosissimo. L’ora del tè era passata; pioveva a dirotto, come non aveva smesso di fare per tutta la giornata; il cappuccio gli sgocciolava negli occhi, il mantello era pieno d’acqua; il pony era stanco e inciampava sui sassi, e gli altri erano troppo di cattivo umore per parlare.
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