La testa e la barba dello Stregone si chinavano ora da una parte ora dall’altra, mentre cercava le pietre, ed essi seguivano le sue indicazioni; ma quando il giorno cominciò a declinare non sembrava che si fossero avvicinati di molto alla fine della loro ricerca.
Passò il mattino, giunse il pomeriggio; ma in tutto quel deserto silenzioso non c’era traccia di nessuna dimora. La loro ansia cresceva, perché ora si rendevano conto che la casa poteva essere nascosta quasi dovunque tra loro e le Montagne. Giunsero sopra valli inattese, strette, dai fianchi ripidi, che si aprivano improvvisamente ai loro piedi, e guardarono giù, meravigliati di vedere alberi sotto di loro e corsi d’acqua sul fondo.
Adesso Gandalf era passato in testa. «Non dobbiamo smarrire la strada o siamo fritti» disse. «Abbiamo bisogno di cibo, tanto per cominciare, e di riposarci in un posto abbastanza sicuro; inoltre è assolutamente necessario affrontare le Montagne Nebbiose sul sentiero giusto, altrimenti ci si perde e bisogna tornare indietro e ricominciare tutto da capo (ammesso che si riesca a tornare indietro)».

Wilderland
Quel giorno non cantarono né raccontarono storie, anche se il tempo era migliorato; e neanche l’indomani, né il giorno successivo. Avevano cominciato ad avvertire che, da tutti i lati, il pericolo non era lontano. Si accampavano sotto le stelle, e i loro pony avevano da mangiare più di loro: infatti c’era erba in abbondanza, ma non c’era molto nelle loro bisacce, considerato anche quello che si erano procurati dagli Uomini Neri.

«Dove eri andato?». «A guardare avanti». «E che cosa ti ha portato indietro all’ultimo minuto?». «L’aver guardato indietro».
«Dove eri andato, se non sono indiscreto?» disse Thorin a Gandalf mentre cavalcavano.
«A guardare avanti» egli disse.
«E che cosa ti ha portato indietro all’ultimo minuto?».
«L’aver guardato indietro» egli disse.
«Chiarissimo!» disse Thorin. «Ma non potresti essere più esplicito?».

Accamparsi con cibo e un barile di birra chiara
«Usciamo da questa puzza terribile!» disse Fili. Così portarono fuori le pentole con le monete e il cibo che sembrava intatto e buono da mangiare, oltre a un barile di birra chiara che era ancora pieno. Avevano un bisogno assoluto di far colazione, ed essendo affamatissimi non arricciarono il naso davanti a quel che si erano procurati nella dispensa degli Uomini Neri.

Buone lame, non fatte da un Uomo Nero, né da un fabbro tra gli Uomini
Allora la porta di pietra si aprì con una spinta poderosa, ed entrarono tutti. C’erano delle ossa sul pavimento e un odore sgradevole nell’aria; ma c’era anche una grande quantità di cibo gettato alla rinfusa su alcuni scaffali e sul terreno e, in gran disordine, il bottino di molte rapine.

Potrebbe servire una chiave
Ispezionarono tutt’intorno, e presto trovarono delle impronte di stivali petrosi da Uomo Nero che si allontanavano in mezzo agli alberi. Seguirono le tracce su per la collina, finché non arrivarono a una grossa porta di pietra, nascosta tra i cespugli, che chiudeva una grotta.

quello che volevamo era un fuoco e del cibo!
L’operazione successiva consistette nello slegare i sacchi e far uscire i Nani. Erano quasi soffocati e molto seccati: non gli era per nulla piaciuto star lì per terra ad ascoltare gli Uomini Neri che facevano piani per arrostirli, schiacciarli e tritarli.

la vista del sole si rivela fatale per Berto, Maso e Guglielmo.
Infatti proprio in quel momento la luce apparve sopra la collina e si sentì un forte cinguettio tra i rami. Guglielmo non parlò più perché rimase fermo, mutato in pietra mentre si chinava; e Berto e Maso si immobilizzarono come rocce mentre lo guardavano.