«Qui non va bene per niente!» disse Thorin. «Se il vento non ci porta via, la pioggia non ci sommerge o il lampo non ci fulmina, saremo presi da qualche Gigante che ci tirerà per aria con un calcio come fossimo palloni».
Ciò nonostante non scorsero alcuna traccia di nemici durante tutta la giornata, e il giorno dopo nemmeno. Le monotone ore grigie passavano senza che nulla accadesse. Ma il terzo giorno le campagne incominciarono lentamente a cambiare aspetto: gli alberi diminuirono e poi scomparvero del tutto.
Bilbo non aveva mai visto né immaginato niente di simile. Si trovavano in alto su una strettoia, e da un lato un precipizio pauroso scompariva in una valle oscura. Si erano riparati lì per la notte, sotto una roccia sporgente, ed egli giaceva sotto una coperta e tremava dalla testa ai piedi.
Frodo fu svegliato da Sam. Si accorse di essere coricato ed avvolto in calde coperte, ai piedi di imponenti alberi dalla corteccia grigia, in un silenzioso angolo dei boschi sulla riva occidentale del Grande Fiume Anduin. Aveva dormito tutta la notte, e la grigia mattina s’intravedeva già, pallida tra i rami nudi.
Sapeva che sarebbe potuto accadere qualcosa di inaspettato e non osava nemmeno sperare che avrebbero attraversato senza terribili vicissitudini quelle montagne grandi e alte con vette solitarie, e quelle valli dove non governava nessun re. E qualcosa accadde, infatti. Tutto andò bene fino a che un giorno furono assaliti da un temporale con fulmini e tuoni, o meglio da una guerra tra fulmini e tuoni*.
La Compagnia percorreva così la sua lunga strada, portata sempre più a sud dalle ampie acque impetuose. Boschi spogli fiancheggiavano ambedue le sponde, impedendo loro di scorgere le terre che si stendevano al di là. La brezza si quietò ed il Fiume continuò a scorrere senza un rumore.
«Là sotto è estate,» pensò Bilbo « e si falcia il fieno e si va a fare i picnic. Faranno la mietitura e raccoglieranno le more prima ancora che noi cominciamo a scender giù dall’altra parte, se continuiamo di questo passo».
Incontrarono improvvisamente un gomito del Fiume, ove da ambedue i lati le rive s’innalzavano, nascondendo la luce di Lórien. Frodo non rivide mai più quella dolce terra.
I viaggiatori volsero allora lo sguardo in direzione della via che li attendeva: il sole li abbagliò, perché tutti avevano gli occhi pieni di lacrime.
Il freddo stava diventando sempre più intenso lassù e il vento soffiava fischiando tra le rocce. A tratti, grossi macigni precipitavano giù dai fianchi della montagna, staccati dal sole di mezzogiorno che scioglieva la neve, e passavano in mezzo a loro (una bella fortuna!),
Erano ancora voltati, quando l’Argentaroggia mescolò le sue acque alle correnti del Grande Fiume; le barche girarono puntando verso sud, e presero maggiore abbrivo. La bianca figura della Dama divenne presto piccola e distante. Brillava come una finestra di vetro su una lontana collina al sole del tramonto, o come un remoto lago visto dall’alto di una montagna: un cristallo caduto nel grembo della terra.
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