Era una notte splendida ed il cielo nero puntellato di stelle. Alzò lo sguardo, annusando l’aria. “Come è bello! Come è bello essere di nuovo in viaggio per la Via con i Nani! Era ciò che rimpiangevo da anni! Addio!” disse guardando la sua vecchia casa e inchinandosi sulla porta.
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 Non era in grado di pensare al da farsi; né tantomeno era in grado di pensare a quanto era successo; o perché fosse stato abbandonato; o perché, se era stato abbandonato, gli Orchi non l’avessero catturato; e nemmeno perché la testa gli facesse tanto male.
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 Dopo qualche tempo Aragorn risalì di nuovo con le barche il corso del fiume; percorso un breve tratto trovarono a tastoni una piccola baia dal fondale poco profondo. Vi cresceva sulla riva qualche piccolo albero, e dietro si ergeva una ripida parete rocciosa.
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Sam: «È come nelle grandi storie, padron Frodo. Quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericoli, e a volte non volevi sapere il finale. Perché come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare com’era dopo che erano successe tante cose brutte?
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 Quando Bilbo aprì gli occhi, si chiese se li avesse veramente aperti; infatti il buio non era meno fitto di quando li teneva chiusi. Non c’era nessuno vicino a lui. Immaginate la sua paura! non poteva udire niente, vedere niente e sentire niente, tranne il suolo roccioso.
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 «Elbereth Gilthoniel!», esclamò sospirando Legolas e guardando verso l’alto. In quel momento una forma oscura, come una nube eppure non una nube, poiché navigava molto rapidamente, apparve dal nero del Sud, dirigendosi con velocità verso la Compagnia, oscurando ogni luce man mano che si avvicinava.
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 Proprio mentre nel Boscotetro si percepivano le prime ombre, apparvero, nelle regioni occidentali della Terra di Mezzo, gl’Istari, che gli Uomini chiamarono Maghi. Nessuna sapeva, all’epoca, da dove provenissero, salvo Círdan dei Porti, che soltanto a Elrond e a Galadriel rivelò la loro provenienza da oltre il Mare.
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 Passò un bel po’ di tempo prima che alcuni di loro osassero oltrepassare quella curva. Nel frattempo i Nani avevano di nuovo percorso un lungo tratto di strada negli oscuri tunnel del reame degli Orchi. Quando questi se ne accorsero, presero le torce, infilarono scarpe leggere, e scelsero i loro corridori più veloci, dotati della vista più acuta e dell’udito più fino.
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 Legolas posò il suo remo e prese in mano l’arco regalatogli a Lórien; con un balzo fu sulla sponda e fece qualche passo su per il pendio. Tese la corda dell’arco e vi appoggiò la freccia, voltandosi a scrutare al di là nell’oscurità.
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 Anticamente, la città e porto principale di Númenor si trovava nella zona centrale delle coste occidentali di quella terra, ed era detta Andúnië perché vota al tramonto. Ma al centro del paese sorgeva un monte alto e ripido, detto Meneltarma, cioè Pilastro del Cielo, e sopra di esso stava un luogo elevato consacrato a Eru Ilúvatar, non cintato né coperto da tetto, e nessun altro tempio o santuario esisteva nella terra dei Númenoreani.
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