Orso bianco del nord
L’Orso Bianco del Nord è uno dei protagonisti delle Lettere di Babbo Natale, dotato di una gran voglia di aiutare ma inevitabilmente causa di inconvenienti e disastri.
Il suo vero nome è Karhu (‘Orso’ in Finlandese) e con lui al Polo vivono i suoi nipoti Paksu e Valkotukka e suo cugino il Grande Orso.
È un orso magico, ci racconta Babbo Natale, ma la sua primaria abilità sembra essere quella di cacciarsi nei guai. Una volta, in una delle prime lettere, Babbo Natale scrive che l’Orso aveva rotto il palo del Polo arrampicandosi lì sopra. Ma anziché fare ammenda, quando Babbo Natale si è arrabbiato, l’Orso sì è risentito e ha rifiutato di aiutarlo con i regali di quell’anno.
Nonostante il suo temperamento, con il passare degli anni anche l’Orso ha mostrato tratti più dolci e amichevoli del suo carattere. Un anno, incuriosito da strani odori, ha deciso di dormire in cucina, dalla quale partiva una lunga scala verso le cantine. E così, quasi per caso, riuscì a salvare la casa di Babbo Natale da un nuovo attacco di Goblin – il “peggiore da secoli”, ci ricorda il vecchio – uccidendone molti prima che potessero rubare i regali e rovinare il Natale.
Il Babbo si congratulò lungamente con lui, ma in questo caso l’Orso rispose semplicemente “non dirlo neanche, mi sono divertito immensamente a farlo!”.
Più celebri sono alcuni degli incidenti da lui causata. Come quella volta che non seppe resistere a premere l’interruttore che attivava le luci dell’Aurora Boreale proprio una Vigilia di Natale. Convinto di generare uno spettacolo migliore dei fuochi di artificio, in realtà causò un black out completo in tutto il Polo Nord, fece tremare le stelle spostandole lontano dal loro posto e spezzò la luna stessa in quattro parti, facendo cadere l’Uomo che vi viveva nel giardino sul retro della casa di Babbo Natale. Come se non bastasse, anche le renne fuggirono. E in tutto ciò, l’Orso “non era minimamente dispiaciuto!”, scrive Babbo Natale.
Un’altra volta, durante un tempesta di neve, disse che l’aria in casa di Babbo Natale era “afosa” e aprì una finestra: il vento entrò rutilando e soffiò via carte, liste e letterine, mescolandole tutte. Babbo Natale diede in escandescenze, ma l’Orso Bianco non fece altro che ridere, e continuò per un bel pezzo.
Nella maggior parte dei casi, è presente nelle lettere attraverso i racconti di Babbo Natale, ma talvolta prende lui stesso la parola, scrivendo in inglese con qualche errore di traduzione perché – ci ricorda l’Orso stesso – al Polo Nord si parla il linguaggio Artico o Arktic e la conversione in inglese non è così facile.