Valinor, A.A. ~1.300 – Tumhalad, P.E. 495
Orodreth è il nome Sindarin con cui è conosciuto Artaresto, membro della casata di Finarfin la cui progenitura è stata a lungo dibattuta dagli storici umani che hanno scritto cronache degli antichi tempi.
Quel che oggi sembra confermato è che nacque nella città di Tirion, a Valinor, e che fu il primo e unico figlio di Angrod, il secondo figlio di Finarfin, fratello minore di Finrod e fratello maggiore di Aegnor e Galadriel. Sua madre fu Eldalótë. La tradizione precedente lo poneva invece nella generazione precedente, come figlio di Finarfin. Ma quale che sia la sua identità, non cambia la cruciale parte che svolse nelle vicende dei secoli successivi.
Il suo nome Quenya, che significa “colui che scala le fortezze”, è divenuto in Sindarin Orodreth per l’influenza di orod, “montagna”. Si racconta infatti che Artaresto amasse risiedere in luoghi elevati e montuosi.
Aveva già più di 195 anni secondo il computo di Valinor (ma quasi 1.900 se adottiamo il calendario solare) quando Melkor e Ungoliant rubarono i Silmaril e avvelenarono gli Alberi, dando via alla sequenza di eventi che sfocerà nella Fuga dei Noldor da Valinor. Si dice che durante l’Adunata in cui Fëanor arringò il popolo dei Noldor e pronunciò il proprio giuramento, Orodreth dimostrò coraggio: prese la parola in mezzo alla folla e cercò di calmare gli animi tra i figli di Finwë.
Ma il Fato aveva già intrapreso il suo corso.

Orodreth seguì, insieme a Angrod suo padre, gli stendardi di Finarfin, ma più la marcia avanzava e più la retroguardia si attardava, vieppiù riluttante dopo il massacro di Alqualondë e il furto delle navi da parte di Fëanor e dei suoi figli. Navi che continuavano ad accompagnarli minacciosamente, appena al largo della costa.
La Sorte di Mandos li attendeva sulle distese di Araman. Fu allora che suo nonno Finarfin decise di tornare a Tirion, dove fu perdonato dai Valar. Angrod e Orodreth scelsero di restare con Finrod, che assunse la Signoria della Casa di Finarfin in esilio.
Abbandonato da Fëanor insieme ai membri delle altre casate dei Noldor, prese la via del nord attraverso Helcaraxë, e fu tra i sopravvissuti che giunsero nel Beleriand al volgere della Prima Era. Qui la schiera degli Elfi fu aggredita dagli Orchi e combattè la Battaglia di Lammoth, le cui sorti, inizialmente avverse ai Noldor, furono ribaltate grazie all’eroica morte di Argon figlio di Fingolfin.
La sera stessa della vittoriosa battaglia la Luna si alzò in cielo per la prima volta, seguita dal Sole sette giorni dopo.
La vita di Orodreth nel Beleriand è strettamente intrecciata ad alcuni degli eventi più celebrati, nel bene e nel male, da tutti i figli di Ilùvatar. Fu l’unico sovrano Noldor, e l’unico sovrano elfico insieme a Thingol del Doriath, ad avere un ruolo in entrambi i grandi Lai del Beleriand, il Lai di Leithian e il Narn i Hîn Húrin.
Nei secoli successivi alla Dagor Aglareb (P.E. 60) Orodreth risiedette con suo padre Angrod nel Dorthonion. La data di nascita dei suoi due figli Finduilas e Rodnor/Ereinion (che in futuro sarà chiamato Gil-Galad) non è certa, ma sembra che, quando suo zio Finrod gli affidò la difesa della fortezza di Minas Tirith, entrambi furono inviati nella più sicura Nargothrond.
Minas Tirith – Torre di Guardia in Sindarin – era la fortezza che Finrod costruì nell’anno della Dagor Aglareb per rafforzare l’assedio di Angband e sorvegliare la verde piana di Ard-Galen.
Era l’anno del Sole 455 quando Orodreth vide con i propri occhi le fiamme di Thangorodrim trasformare la neve in cenere e trasformare la prateria nel deserto che sarà chiamato Anfauglith. Iniziava la Dagor Bragollach, e le schiere di Morgoth erano guidate da Glaurung, il grande verme, che per quasi due secoli aveva coltivato la propria malvagità nelle segrete di Angband.
L’assalto proveniente da nord si riversò con il maggior impeto sui figli di Finarfin. Mentre il padre Angrod e lo zio Aegnor cadevano difendendo il Dorthonion, nella Palude di Serech suo zio Finrod veniva salvato con il suo esercito dalle genti della casa di Bëor donava a Barahir l’anello che, molti anni dopo, suo figlio Beren riscatterà a Nargothrond.
La stessa Minas Tirith, pur resistendo alla battaglia, aveva ormai i giorni contati. Due anni dopo, nel 457 della Prima Era, Sauron scese da Angband e attaccò la fortezza con i suoi mannari, e Orodreth fu costretto alla corte di suo zio Finrod. Da allora la Torre cambiò nome, e divenne per qualche decennio Tol-in-Gaurhoth, l’Isola dei Lupi Mannari.
In Nargothrond Orodreth divenne, per i successivi dieci anni, uno dei principali consiglieri alla corte di Felagund. E seppure i figli di Fëanor Celegorm e Curufin, sfollati alla corte di Finrod dopo la Bragollach, ambissero al trono, quando Beren giunse sulle rive del Narog per chiedere l’aiuto del Re, fu lui a essere nominato Reggente del Regno.
Come si narra nel Lai di Leithian, Finrod fu ucciso a Tol-in-Gaurhoth per proteggere Beren poco tempo prima che Lùthien e Huan giungessero alla Torre e obbligassero Sauron alla ritirata. Quando la voce giunse in Nargothrond, Orodreth assunse lo scettro di suo zio come secondo Re, e scacciò i figli di Fëanor che tanto avevano complottato per soppiantarlo.
Sette anni passarono, quando giunse da Oriente la notizia che Maedhros, dal suo colle di Himring, stava stringendo una nuova alleanza con Fingon, Alto Re dei Noldor, per un nuovo e decisivo attacco ad Angband che potesse ristabilire l’assedio. Messaggeri giunsero a Nargothrond. Ma Orodreth, con il cuore ancora chiuso per via delle macchinazioni di Celegorm e Curufin, rifiutò di unirsi all’alleanza. Solo alla compagnia di Gwindor fu concesso di partecipare, perché l’Elfo sperava di poter ritrovare suo fratello Gelmir, catturato durante la Dagor Bragollach.
La Nirnaeth Arnoediad, cominciata con i migliori auspici, si chiuse con la disfatta delle schiere dei Figli di Ilùvatar a causa del tradimento degli uomini di Ulfang e Uldor il Maledetto, che cambiarono schieramento durante la battaglia e attaccarono alle spalle l’esercito dei figli di Fëanor.
Della sua compagnia, solo Gwindor tornò a Nargothrond, ma non lo fece da solo. Nell’inverno del 473 PE, insieme a Beleg del Doriath, liberò un uomo prigioniero degli orchi il quale, sventuratamente, uccise con una spada nera il suo stesso salvatore e amico. L’uomo, disperato per quanto fatto, stava per togliersi la vita. Ma Gwindor lo convinse che ancora molto aveva da dare al proprio popolo, e Túrin, questo il suo nome, accettò di seguirlo.
Insieme giunsero alla fortezza nascosta di Nargothrond, in cui Orodreth lo accolse tra i grandi del Regno. Era il 489 della Prima Era, e fu allora la maledizione che Morgoth aveva lanciato sui figlj di Hùrin si estese anche al regno celato.
Era infatti un uomo forte, carismatico e orgoglioso. Non ci mise molto a farsi strada tra i ranghi dei capitani elfici e a diventare il comandante militare del Regno. E tra i molti sguardi ammirati che si posavano su di lui, non ultimo fu quello di Finduilas, figlia di Orodreth e dama di grazia e beltà eccelse anche per il metro di misura dei Valar. Ma il destino non volle che questa unione che sarebbe stata la seconda tra Elfi e Uomini (Tuor era infatti da poco giunto a Gondolin) si celebrasse.
Sicuro della propria guida e soddisfatto della forza dell’esercito di Nargothrond, Tùrin convinse Orodreth che il tempo della guerriglia era terminato, e che il regno fosse pronto a dichiarare guerra aperta ad Angband. E ovunque, nelle valli del Narog e del Sirion, i servi del Nemico fuggivano davanti al Mormegil, la Spada Nera del Nargothrond.
Ecco allora che sei anni dopo l’arrivo di Tùrin, sul Narog fu eretto un grande ponte con il quale schierare rapidamente l’esercito per le scorribande contro le forze di Morgoth. Orodreth, mosso dal sostegno del suo popolo, che ormai avrebbe seguito Tùrin in ogni avventura, accondiscese. Ma inviò suo figlio, ultimo erede insieme a Galadriel della stirpe di Finarfin, sotto la protezione di Círdan il Carpentiere a Eglarest.
Ma questa dichiarazione di guerra fu immediatamente raccolta dal Grande Nemico. Nell’autunno del 495, un grande esercito con Glaurung alla sua testa si presentò sulla pianura di fronte ai cancelli. Ebbe così inizio la grande Battaglia in cui Orodreth, pur rimpiangendo la segretezza che a lungo aveva protetto il suo Regno, affrontò l’esercito nemico guidando i cavalieri del Nargothrond all’attacco.
Qui, sulla piana di Tumhalad, si consumò il Fato del Regno. Glaurung, la cui malizia era cresciuta durante gli anni successivi alla Nirnaeth, in cui i servi di Morgoth avevano spadroneggiato nel Beleriand, fece scempio delle schiere del Nargothrond, e qui Orodreth cadde nelle prime fine. Morì con la spada in mano, lui che sempre aveva fatto della protezione e della segretezza le sue principali armi.
Due figli, come detto, ebbe Orodreth figlio di Angrod, da una dama di origine Sindarin il cui nome non è tramandato dalle storie degli Uomini. Il primo, di cui si è detto, portava nome Rodnor in Sindarin ed Ereinion (“discendente di Re”) in Quenya, ma è oggi celebrato come Gil-Galad, che assunse il titolo di Alto Re dei Noldor del Beleriand quando suo prozio Turgon morì nella caduta di Gondolin, l’ultimo reame elfico del Beleriand, nel 510 PE, 15 anni dopo il Sacco di Nargothrond. E tanta parte ebbe nelle storie della Terra di Mezzo nei secoli successivi.
Sua figlia Finduilas ebbe sorte peggiore. Figlia di Re, Dama del Nargothrond e amata da Tùrin, che la chiamava Faelivrin, anch’ella incontro il proprio Fato a seguito del disastro di Tumhalad. Rapita dagli Orchi di Glaurung, che lanciò un maleficio sul Mormegil, facendolo distogliere dalla sua ricerca, fu portata in ceppi ai Guadi del Teiglin. Qui l’armata degli Orchi fu attaccata dagli Uomini del Brethil e reagì nel modo più crudele possibile: tutti i prigionieri furono passati per la armi. E Finduilas morì appesa a un albero, mormorando ancora il nome del Mormegil. Sul suo corpo gli Haladin del Brethil eressero l’Haudh-in-Elleth, il Tumulo della Fanciulla Elfica.
Proprio ai suoi piedi, alcuni anni dopo, Tùrin incontrò Ninièl, che ancora non sapeva essere la propria sorella Niënor.