Nimphelos, la Grande Perla

?, A.A. – Conservata in Khazad-dûm, S.E.

 

In un momento imprecisato durante gli Anni degli Alberi, dopo la fondazione della Falas, Círdan il Marinaio, grazie alle tecniche che il suo popolo aveva sviluppato durante la lunga permanenza ai confini del Mare Occidentale, radunò un grande numero di tesori raccolti dalle acque poco profonde attorno all’Isola di Balar. Tra di essi, particolarmente splendenti erano le perle che la sua gente estraeva da grosse conchiglie.

 

Una di queste belle perle fu chiamata Nimphelos, che si dice fosse grande quanto un uovo di colomba. Il suo nome Sindarin significa ‘pallida neve’, ad evocare il bianco colore che da essa rifulgeva.

 

Insieme al resto delle perle, Nimphelos fu donato da Círdan al suo amico e Signore Thingol di Doriath, che all’epoca, quando ancora Sole e Luna non si erano alzati in cielo e Morgoth ancora giaceva prigioniero in Mandos – donde uscirà intorno al 1400 A.A. – era il legittimo Signore dell’intero Beleriand.

 

Nei secoli precedenti, quello che divenne il Doriath era infatti un grande e possente regno, che strinse rapporti di amicizia sia con i Nani dei Monti Azzurri che con i gruppi di Elfi che, fermatisi durante il Grande Viaggio, avevano ora raggiunto l’estremo occidente. Erano costoro i Nandor guidati da Denethor, che grande parte ebbero negli eventi dei secoli precedenti l’esilio dei Noldor.

 

Fu così che i Nani di Belegost, mirabili nelle arti costruttive, cominciarono a svolgere numerosi incarichi per conto di Re Thingol, culminati nell’anno 1300 con la conclusione della costruzione di Menegroth dalle Mille Caverne.

 

Quando essi richiesero il pagamento per il servizio reso, sia Thingol che Melian erano così soddisfatti del lavoro che li ricompensarono lautamente. Melian la Maia trasmise loro molti insegnamenti di saggezza,  che essi cercavano avidamente, non avendo altra cultura e altra tradizione che quella del proprio popolo. Dal canto suo, Thingol diede loro Nimphelos insieme a molte altre splendide perle. E i Nani, che non avevano mai visto gemme simili prima d’allora, “le tenevano in grande considerazione” e il Signore di Belegost, tra i cui successori vi fu il celebre Azaghâl, considerava Nimphelos il suo tesoro più prezioso.

 

Non è dato sapere quale fu il destino di Nimphelos, e molti sospettano che sia andata perduta durante la Guerra dell’Ira alla fine della Prima Era. Tuttavia, dato il suo immenso valore per i Nani, è possibile che gli esuli che abbandonarono le città dei Monti Azzurri, e in particolare quelli di Belegost che non ebbero alcun ruolo nella morte di Thingol, lo abbiano portato con sé quando abbandonarono Belegost. E che dunque Nimphelos sia andata ad arricchire con il proprio splendore il tesoro dei Nani della stirpe di Durin a Khazad-dûm, ove rimase per la Seconda Era e forse ove giace anche oggi, nelle sale ancestrali dei Lungobarbi.

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