Nienna, la Signora del Lutto e della Compassione
Prima del Tempo – Dopo il Tempo
Tra gli otto Aratar, i grandi di Arda, Nienna è forse l’unica a non essere riverita per la propria grandezza, il proprio potere o il proprio valore in battaglia. Eppure è, tra i Valar, quella che maggiormente comprende l’indole, i pensieri e i dolori dei Figli di Ilùvatar.
Nienna è sorella dei Fëanturi Mandos – Nàmo e Irmo – Lòrien, e se il primo dei fratelli è Signore delle Anime di Elfi e Uomini, e il secondo lo è di tutto ciò che ne delizia lo spirito e la mente, Nienna è per loro consigliera e consolatrice nei momenti di dolore e sofferenza.
All’inizio dei tempi, durante la Musica degli Ainur, la parte che ella cantò fu caratterizzata da una profonda tristezza, via via accresciutasi man mano che Melkor trascinava dalla sua parte i partecipanti al coro celeste, e fu a partire da questo dolore interiore che scelse di entrare nella Sfera del Mondo e di assumere una forma.
Nienna risiede da sola nell’Ovest di Valinor, non lontano dalle Aule di Mandos, ma con vista sulle mura occidentali del monde.
Qui ella si duole ogni giorno per la corruzione di Arda, passata nel tempo dallo splendore e dalla perfezione primigenia alla caduta e alla corruzione che caratterizzavano le Ere Successive del mondo. Ma questo non era solo cagione di lacrime e sofferenza, ma la scintilla da cui Lei poteva far scaturire i più Umani dei sentimenti: la compassione, la fraternità e il coraggio.
Coloro che la ascoltano, si dice infatti, apprendono la saggezza e la sopportazione del dolore. E certo non è un caso che il Maia Olòrin, che nella Terra di Mezzo fu poi noto come Gandalf, abbia trascorso lunghe ere in sua compagnia, imparando da lei quanto possibile.
Raramente Nienna si reca a Valmar, ma non fa mai mancare la propria presenza nei momenti di alte celebrazioni o di grande sconforto. Recitò infatti un ruolo cruciale in tre momenti chiave nella Storia di Valinor: la prima volta alla nascita dei due Alberi creati da Yavanna, quando inumidì con le proprie lacrime la collina di Ezellohar. La seconda quando, trascorse le tre Ere di cattività, Melkor si presentò di fronte ai Valar per ricevere il proprio giudizio finale. Ed ella si alzò e parlò a loro con parole di perdono e di compassione, e prese le sue difese, sostenendo che dopo tutto questo tempo di solitudine anch’egli aveva diritto a una seconda occasione.
La Storia tramandata da Elfi e Uomini ci racconta come la sua gentilezza fu poi travisata dal tradimento di Melkor. E ancora una volta Nienna si recò a Valinor alla morte degli Alberi, dopo il loro avvelenamento da parte di Ungoliant. Ella pianse sulle ferite degli alberi, ripulendo il nero umore di Ungoliant, e si dice che sia grazie alle sue cure che Laurelin potè produrre il suo ultimo frutto, e Telperion il suo ultimo fiore, che divennero il Sole e la Luna.
Il suo vero nome non è conosciuto, ma Nienna è chiamata in Quenya a partire dalla parola nie, “lacrima”.