Nessa la Danzatrice
Aule Atemporali, Prima del Tempo – Fine del Tempo (?)
Quando si sfogliano le antiche cronache, spesso si tende a prestare maggiore attenzione alle storie che più di altre sono in grado di mostrare la propria profondità drammatica, o a stimolare l’afflato epico che inevitabilmente guida gli esseri umani.
Ma v’è un personaggio, tra i Grandi di Arda, che pare invece pensato per ricordare a chiunque la bellezza selvaggia e incontrollabile del vento, lo stormire della brezza nei rami, lo scatto fulmineo d’un rapace e la rapida corsa d’una lepre, la danza di una farfalla su un fiore, l’esplosione del sole in un’alba d’inverno e il tintinnare dei colori di un raggio che s’infrange su una cascata.
Stiamo parlando di Nessa, la Valië protettrice della femminilità e della danza: “Sposa di Tulkas e sorella di Oromë, la quale è anch’essa agile e pieveloce. Ama i daini, che la seguono in corteo ovunque vada per le selve; ma essa può superarli alla corsa, veloce come una freccia, i capelli al vento. Trae diletto dalla danza, e a Valimar danza su prati dal verde sempre intatto”, così è descritta nel Valaquenta.
E queste piccole notazioni sono tutto ciò che sappiamo su di lei: non la più possente, né la più nobile tra i Valar che hanno scelto di prendere forma femminile, ma nondimeno incarnazione di una forza nascosta ma sempre presente in ogni storia e in ogni vicenda di Arda. Non casualmente essa è sposa di Tulkas, Valar supremo per forza e possanza ma altrettanto portato al divertimento e alla leggerezza, capace di vedere nel combattimento un modo per sconfiggere il proprio nemico, ma di fermare la propria mano qualora esso si dichiarasse sconfitto.
E questa è la forza di Nessa, incessantemente immersa nella sua eterna danza, con la quale ricorda ogni giorno la bellezza del creato e la speranza che mai deve abbandonare i Figli di Ilùvatar, perfino nella Corruzione di Arda in cui sono destinati a vivere.