Narsil, di John Howe

Narsil – Andúril

Nogrod, ? A.A. – Conservata a Minas Tirith

 

Si racconta che un vero re ha in capo una corona, nelle mani il potere del guaritore, e nel fodero una spada che ne garantisca la progenitura. Ed era forse destino che entrambi i Regni dei discendenti di Númenor sulla Terra di Mezzo, presto o tardi, per aggressione di nemici o per consunzione della linea dei Re, per arroganza o per sotterfugio, perché troppo algide o troppo terrene, si estinguessero anzitempo.

 

Caduto era infatti il Regno di Arnor, e dopo la malaugurata sortita di Eärnur a Minas Morgul, anche il Regno di Gondor era stato passato ai Sovrintendenti: Uomini nobili, ma di lignaggio inferiore rispetto a i membri della linea che da Elros giungeva ad Elendil l’Alto, e poi ai re di Gondor e Arnor, discendenti di Isildur e Anàrion.

 

E così molti dei simboli della Casata andarono dimenticati, o smarriti. E fu solo grazie all’intervento dei saggi che altri furono conservati, mantenendo ancora nella Terza Era il valore simbolico che racchiudevano in sé.

Tra di esse vi era Narsil, la spada che Elendil portò a sulla Terra di Mezzo. Questa spada era stata forgiata “nelle profondità del tempo”, probabilmente durante gli Anni degli Alberi, o la Prima Era, da Telchar, il celebre fabbro nano di Nogrod, il cui nome era già noto per aver creato armi leggendarie per i Re Elfi del Beleriand. Si dice che Narsil fosse stata inizialmente stata commissionata da Curufin figlio di Fëanor e che prima della morte di questi sia stata regalata al fratello Maglor, che la portò con sé fino all’assalto ai Porti del Sirion. È forse in questo periodo che egli la regalò al giovane Elros, figlio di Eärendil, come simbolo dell’affetto che egli aveva imparato a sviluppare per lui e il fratello Elrond.

 

Così la spada entrò nei possedimenti dei Re di Númenor, che tuttavia aveva già una spada per diritto ereditario: Aranrúth, la Furia del Re, Spada di Re Thingol di Menegroth poi passata al nipote Dior e infine a sua figlia Elwing e ai suoi discendenti. Narsil fece quindi parte del tesoro di Silmariën quand’ella sposò il Signore di Andúnië, e da quel momento rimase in possesso di questa Casata.

 

Della spada non si narra nulla nel corso della Seconda Era, fino a quando non giunse nelle mani di Elendil, verso la fine di quell’epoca. Elendil brandì Narsil nella Battaglia di Dagorlad, dove la lama brillava della luce del Sole e della Luna, e poi durante l’Assedio di Barad-dûr. Ma fu lì che Elendil cadde, ucciso da Sauron: la spada si spezzò sotto il suo corpo nel momento della sua morte, e la sua luce si spense.

 

Fu allora che suo figlio Isildur raccolse ciò che restava della spada e, con un frammento della lama spezzata, recise l’Unico Anello dalla mano di Sauron. Dopo la battaglia, Isildur portò con sé le schegge della spada. Poco prima di essere ucciso, nel secondo anno della Terza Era, durante il Disastro dei Campi Iridati, affidò le schegge al suo scudiero Ohtar, che le portò a Gran Burrone, dove il figlio più giovane di Isildur, Valandil, era stato allevato. Elrond profetizzò allora che la spada non sarebbe stata riforgiata finché l’Unico Anello non fosse stato ritrovato e Sauron fosse tornato.

 

Qui le Schegge di Narsil rimasero per più di tre millenni, divenendo un venerato cimelio dei Re di Arnor e, dopo la caduta del Regno del Nord, come simbolo dei Capitani dei Raminghi del Nord, gli eredi della stirpe reale. Quando Aragorn compì vent’anni, Elrond gli consegnò i frammenti della spada. Ma solo alla vigilia della Guerra dell’Anello, verso la fine della Terza Era, la spada fu finalmente riforgiata a Gran Burrone. Rinacque con un nuovo nome: Andúril, la “Fiamma dell’Occidente”, e fu consegnata ad Aragorn, Capitano dei Dúnedain e legittimo erede di Isildur.

Era essa una spada lunga, di quelle dette “a una mano e mezza”, tale da poter essere quindi brandita sia da Aragorn che da Elendil, che a quanto narrato doveva superarlo di almeno trenta centimetri.

 

Molte storie e leggende erano nel frattempo sorte intorno a questa spada. E fu proprio a partire dal riferimento ad essa che Boromir, figlio del Sovrintendente di Gondor, si mise in viaggio verso Gran Burrone. Fu infatti spinto da un sogno profetico avuto da suo fratello Faramir, che lo esortava a “cercare la Spada che fu spezzata”:

Cerca la Spada che fu rotta,
A Imladris la troverai;
I consigli della gente dotta
Più forti di Morgul avrai.
Lì un segno verrà mostrato,
Indice che il Giudizio è vicino,
Il Flagello d’Isildur s’è svegliato,
E il Mezzuomo è in cammino.

 

Andúril accompagnò Aragorn nel suo viaggio verso sud come membro della Compagnia dell’Anello, e fu testimone di molte battaglie. Spesso veniva chiamata da lui stesso “la Spada Spezzata” o “la Spada Riforgiata”. Quando la Compagnia lasciò Lothlórien, il primo dei doni che Galadriel offrì ad Aragorn fu proprio il fodero di Andúril, creato dagli Elfi appositamente per accoglierla.

Durante i giorni oscuri della guerra, Aragorn brandì Andúril non solo come arma, ma anche come vessillo del suo retaggio: la spada dei Re, la prova tangibile della sua discendenza da Isildur e del suo diritto al trono di Gondor. Si ricordano diversi eventi in cui questo legame con la spada venne ribadito: alle porte del Palazzo d’Oro di Meduseld, quando Aragorn ammonì severamente Hàma, intimandogli il rispetto che quell’arma meritava, o nelle profondità del Dimholt, ove fu la Spada fu tra i simboli dell’eredità che il futuro Re si apprestava a raccogliere.

 

E in molti luoghi Andúril accompagnò Aragorn, fino alle porte del Morannon e poi, nella Quarta Era, in molte battaglie a Est e a Sud. E, alla sua morte, rimase tra i cimeli dei Re del Reame Riunito di Arnor e di Gondor, tra i più antichi e venerati oggetti ancora presenti sulla Terra di Mezzo.

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back To Top
Racconti di Tolkien