Morwen Eledhwen, Dama di Ladros, moglie di Hùrin
Ladros, 443 P.E. – Cabed Nearamarth, 501 P.E.
Dama della Stirpe di Bëor, discendente, moglie e madre di Eroi degli Uomini, “la più bella della donne mortali del suo tempo”, Morwen è un personaggio la cui Storia è un intreccio nel quale le più alte speranze e le più miserevoli tragedie si mescolano nel tratteggiare la forza e la grazia di una delle figure più umane di tutta la Prima Era, sullo sfondo della Rovina del Beleriand e della vendetta di Morgoth.
Morwen era figlia di Baragund, Signore di Ladros, e apparteneva dunque alla Prima Casa degli Edain. Subito dopo la Dagor Bragollach, insieme a sua cugina Rían, fuggì da Ladros con l’aiuto della loro parente Emeldir, prima verso Brethil e infine a Dor-lómin. Lì sposò Húrin della Casa di Hador, Signore di questa terra, vassallo di Fingon e guida della Terza Casa degli Edain. Insieme ebbero tre figli: Túrin, Urwen e Nienor. Urwen morì da bambina a causa dei miasmi che si diffondevano da Thangorodrim e discendevano l’Anfauglith, non l’ultima delle piaghe inflitte da Morgoth al Beleriand.
Quando Húrin partì per combattere al fianco di Fingon nella Nirnaeth Arnoediad, Morwen era incinta del loro terzo figlio e rimase nella casa del marito come Signora di Dor-lómin. Dopo la disfatta e il trionfo di Morgoth, orde di Esterling che avevano tradito gli Edain – schiatta di Uldor il Maledetto -invasero Hithlum. Sebbene avessero preso il controllo della regione, lasciarono Morwen e la sua gente in pace per un certo periodo, perché la sua straordinaria bellezza li portò a crederla una strega in contatto con gli Elfi. E in parte ciò era effettivamente vero: Morwen comunicava infatti con piccoli gruppi elfici sulle montagne vicine, ma da loro riceveva solamente notizie, peraltro molto scarse, di ciò che avveniva a Sud e a Est.
Alla fine, ritenne più sicuro mandare il suo unico figlio in vita, Túrin, nel Doriath insieme a Gethron e Grithnir, in cerca di rifugio. Poiché era incinta e temeva di attirare l’attenzione degli Esterling, Morwen rimase invece a Dor-lómin. Nulla sapeva del marito Hùrin, che credeva caduto, e che invece per anni continuò a sfidare la malvagità di Morgoth, costretto a osservare con i suoi occhi quanto avveniva nel Mondo.
Il Narn racconta come Túrin fu adottato dal re Thingol, il quale inviò messaggeri a Hithlum per informare Morwen che suo figlio stava bene e per invitarla a Doriath, offrendole anche doni da parte di Melian. Tuttavia, ella rifiutò di lasciare la sua casa, soprattutto perché Nienor, la sua seconda figlia, era ancora una neonata. Al posto suo, inviò a Túrin l’Elmo-di-Drago di Hador, l’eredità della loro casata.
La casa di Morwen venne requisita dagli Esterling di Brodda, ma ella ricevette l’aiuto di Aerin, una parente di Húrin che Brodda aveva costretta al matrimonio contro la sua volontà. Fu così che, nonostante il dominio straniero, ella riuscì a sopravvivere in forze insieme alla figlia.
Nel frattempo, Túrin aveva lasciato Doriath e si era guadagnato fama di eroe. Una voce correva: si parlava di una “Spada Nera” che liberava la Terra di Mezzo dalle forze del nemico, ogni volta beffandone le aspettative. Ma Morwen non sapeva che si trattava di suo figlio. Nienor era ormai cresciuta e, alla fine, Morwen fuggì dalla tirannia di Hithlum attraverso gli Ered Wethrin, accompagnata da alcuni emissari Sindarin inviati da Re Thingol, giungendo a Doriath soltanto per scoprire che Túrin era già partito.
E come spesso accade nella tragica vicenda dei Figli di Hùrin, ancora una volta il destino – o un volere più forte? – indirizzò gli eventi. Perché nel frattempo lo stesso Túrin era tornato a nord per liberare Dor-lómin, ma era troppo tardi: Morwen e Nienor se n’erano già andate.
Nel Doriath, cresceva l’insofferenza da parte di Morwen, che più volte chiese a Thingol e Melian il beneplacito a lasciare la loro terra per andare in cerca del Figlio. E sempre ricevette risposte negative, poiché il Re e la Regina erano ben consapevoli dei pericoli del mondo esterno, e suggerivano a lei e alla figlia di restare entro le protezioni dei confini del Doriath.
Fu allora che alcuni Elfi di Nargothrond giunsero a Menegroth portando notizie del saccheggio della loro città da parte di Glaurung e spiegando che Túrin aveva servito Orodreth. Venutane a conoscenza, e contro il parere di Melian, Morwen lasciò Doriath per cercare il figlio. A scortarla furono mandati Mablung e alcuni guardiani, ai quali, nascosta, si unì anche Nienor. Mablung raggiunse Morwen presso il Sirion, ma lei rifiutò di ascoltarlo. Fu allora che Nienor si rivelò, e madre e figlia cercarono invano di convincersi a vicenda a tornare indietro.
Poiché Morwen non voleva tornare e Nienor non desiderava abbandonarla, Mablung dovette portarle oltre gli Stagni del Crepuscolo, lasciandole con alcune guardie su Amon Ethir mentre lui proseguiva con un piccolo gruppo per esplorare Nargothrond, come ordinato da Thingol. Tuttavia, Glaurung uscì da Nargothrond e Mablung non poté impedire che entrambe cadessero vittime degli inganni del drago.
E in quel dì Morwen si smarrì nelle nebbie nate dal respiro rovente di Glaurung, e si allontanò nelle Terre Selvagge, in preda alla follia. E Mablung non ebbe più notizie di lei.
Molto avvenne in quegli anni, e altrove si narra della maledizione di Glaurung e della sua lunga tenzone con Tùrin figlio di Hùrin; e di come questi giunse infine nel Brethil e sposò una fanciulla che aveva perduto la memoria, inconsapevole ch’ella fosse proprio Nienor sua sorella, che nessuno aveva più visto da quel giorno a Nargothrond. E ancora dell’ultima sfida al Verme a Cabed-en-Aras, quando Turambar sconfisse Glaurung solo per subire la sua ultima malvagità, che portò Nienor al suicidio nelle fredde acque del Teiglin e lo stesso Tùrin a chiedere alla sua Spada Gurthang di strappargli la vita, quando ormai nulla gli era rimasto, né da vendicare, né da salvare. O almeno così credeva.
Perché anni dopo, Morwen, ormai sulla cinquantina, giunse nella foresta di Brethil e trovò le tombe dei suoi figli presso Cabed Naeramarth, come venne chiamata a memoria della tragica fine di Túrin e Nienor. Lì la raggiunse Húrin, liberato da Morgoth per completare i propri fini e portare l’ultimo scacco al Doriath.
Morwen era in punto di morte e chiese al marito come avesse fatto Túrin a trovare la sorella; ma Húrin non le rispose. I due trascorsero insieme le ultime ore di luce, finché lei morì al tramonto. Húrin scavò per lei una tomba sopra Cabed Naeramarth, sul lato ovest della Pietra degli Infelici, incidendovi: “Qui giace anche Morwen Eledhwen”.
Secondo le parole di Glirhuin, il tumulo sopravvisse alla Guerra d’Ira e all’inabissamento del Beleriand, divenendo Tol Morwen, l’isola più occidentale al largo delle coste di Lindon nelle Seconda e Terza Era.
E quell’alta roccia che si leva ancora oggi sui Mari Occidentali, eterna e indomita di fronte al tumulto delle acque intorno a lei, splendida e inaccessibile quand’è attraversata dai venti di Belegaer, rappresenta forse il miglior tributo a Morwen Eledhwen, emblema di forza, costanza e amore in un’epoca in cui gli Uomini erano sul punto di cadere prede della più nera disperazione.