«Però, quante cose sai dire col tuo Buon giorno!» disse Gandalf. «Adesso vuoi dire che ti vuoi sbarazzare di me e che il giorno non sarà buono finché non me ne sarò andato».
«Niente affatto, niente affatto, caro signore! Vediamo un po’, non credo di conoscere il vostro nome…».
«Sì, sì, mio caro signore!… E io conosco benissimo il tuo, signor Bilbo Baggins. E tu conosci benissimo il mio, anche se non ricordi che sono io a portarlo. Io sono Gandalf e Gandalf vuol dire “me”! E pensare che dovevo vivere per essere congedato con un “Buon giorno” dal figlio di Belladonna Tuc, come se fossi un venditore ambulante di bottoni!».
«Gandalf, Gandalf! Figurarsi un po’! Quello stregone vagabondo che diede al Vecchio Tuc un paio di magici gemelli di diamanti che si attaccavano da sé e non si riusciva più a staccarli fino a che non glielo si ordinava? Quel tipo che alle feste raccontava splendide storie di draghi e orchi e giganti e la liberazione di principesse e la fortuna inaspettata di figli di vedove? L’uomo che sapeva fabbricare quei fantastici fuochi d’artificio? Quelli sì che me li ricordo! Il Vecchio Tuc li faceva a Ferragosto. Splendidi! Salivano come enormi gigli, bocche di leone e ginestre di fuoco, e rimanevano sospesi nel crepuscolo per tutta la sera!». Vi sarete accorti che il signor Baggins non era proprio così prosaico come amava credere, e inoltre che era molto amante dei fiori. «Povero me!» continuò. «Proprio il Gandalf che spinse tanti bravi ragazzi e ragazze a partire per l’Ignoto in cerca di pazze avventure: arrampicarsi sugli alberi, visitare elfi o andare per nave e far vela per altri lidi! Che il cielo mi perdoni, la vita era proprio interess… voglio dire, un tempo avevate l’abitudine di metter tutto sottosopra da queste parti! Vi chiedo scusa, ma non avevo idea che foste ancora in affari!».

{J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, Una Riunione Inattesa, I had no idea you were still in business by David T. Wenzel}
-Ancalagon