La madre di questo nostro Hobbit, così diverso dagli altri – ma che cos’è uno Hobbit? Credo che al giorno d’oggi gli Hobbit abbiano bisogno di essere in qualche modo descritti, dal momento che sono diventati rari e timorosi della Gente Grossa, come ci chiamano. Sono (o erano) gente piccola, alti all’incirca la metà di noi, e più minuti dei Nani barbuti. Gli Hobbit non hanno barba. Del resto, poco o niente di magico c’è in loro tranne il modo comunissimo con cui spariscono silenziosamente e velocemente quando gente grossa e stupida come me e voi capita lì attorno, facendo il rumore di un elefante che essi possono sentire a un miglio di distanza. Tendono a metter su un po’ di pancia; vestono di colori vivaci (soprattutto di verde e di giallo); non portano scarpe, perché i loro piedi sviluppano piante naturalmente dure come il cuoio e un vello fitto, caldo e scuro come quello che hanno in testa (che è riccioluta); hanno lunghe, abili dita scure, facce gioviali, e ridono con risa profonde e pastose (specialmente dopo il pranzo, che consumano due volte al giorno, se ci riescono). Adesso ne sapete abbastanza per andare avanti*. Come dicevo, la madre di questo Hobbit – di Bilbo Baggins, cioè – era la famosa Belladonna Tuc, una delle tre notevoli figlie del Vecchio Tuc**, capo degli Hobbit che vivevano di là dall’Acqua, cioè oltre il piccolo fiume che scorreva ai piedi della Collina. Si diceva spesso (in altre famiglie) che molto tempo addietro uno degli antenati dei Tuc doveva aver preso in moglie una fata. Naturalmente questo era assurdo, ma certo v’era ancora qualcosa di non tipicamente hobbit in loro, e di tanto in tanto qualche membro del clan Tuc partiva e aveva avventure. Spariva discretamente, e la famiglia metteva tutto a tacere; ma rimaneva il fatto che i Tuc non erano così rispettabili come i Baggins, pur essendo indiscutibilmente più ricchi.
*Tolkien descriveva ancora gli Hobbit in una lettera del 1938 al suo editore americano, in questi termini: <<Io di solito disegno una figura quasi umana, non una specie di coniglio “fatato” come alcuni dei miei recensori inglesi pensano: con un po’ di pancia e le gambe corte. Una faccia rotonda e gioviale; orecchie leggermente appuntite ed “elfiche”; capelli corti e ricci (bruni). I piedi, dalla caviglia in giù, coperti di peli bruni>> (La realtà… cit, lettera 27). Evidentemente l’editore americano si servì di questi particolari nelle illustrazioni della pubblicità per Lo Hobbit (vedi illustrazione) che appariva nel numero natalizio di <<Horn Book Magazine>> (1938).
**Humphrey Carpenter, nella sua biografia di Tolkien, rilevava le somiglianze fra Bilbo Baggins e il suo creatore: <<Nella storia, Bilbo Baggins – figlio dell’animata e vivace Belladonna Tuc, a sua volta una delle tre considerevoli figlie del Vecchio Tuc – discendeva anche dai rispettabili e solidi Baggins; è di mezza età e manca completamente di spirito avventuroso, si veste con indumenti pratici ma gli piacciono i colori vivaci e predilige i cibi semplici… <<John Ronald Reuel Tolkien, figlio della intraprendente Mabel Suffield – a sua volta una delle tre notevoli figlie del vecchio John Suffield (che visse fin quasi a cent’anni) – discendeva anche dai Tolkien, gente solida e rispettabile, era di mezza età e incline al pessimismo, si vestiva in modo pratico e sobrio ma amava i panciotti colorati quando poteva permetterseli e predilige i cibi semplici>> (J.R.R. Tolkien, p. 175).

{J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, Una Riunione Inattesa, Pubblicità per Lo Hobbit, numero natalizio di 《Horn Book Magazine》1938}
– Ancalagon