Lo Hobbit, Capitolo 1 Una Riunione Inattesa, 28

«In molti modi» disse Gandalf. «Ma come questa in particolare sia rimasta nascosta, non possiamo saperlo senza andare a vedere. Da quanto dice la mappa, direi che si tratta di una porta chiusa in modo da sembrare esattamente una parte del fianco della Montagna. È il metodo comunemente usato dai Nani, mi pare, o sbaglio?».
«No, hai perfettamente ragione» disse Thorin.
«Inoltre,» continuò Gandalf «ho dimenticato di dirvi che assieme alla mappa c’è una chiave, una chiave piccola e strana. Eccola qua!» disse, e porse a Thorin una chiave d’argento dal lungo fusto, con gli ingegni molto complicati. «Tienila al sicuro!».
«Senza dubbio!», e Thorin l’assicurò a una sottile catenella che gli pendeva attorno al collo, sotto la giacca. «Adesso le cose cominciano ad apparire più rosee: questa novità le migliora molto. Finora non sapevamo bene che cosa fare. Pensavamo di andare verso Oriente, il più silenziosamente e prudentemente possibile, fino al Lago Lungo. I guai sarebbero cominciati allora…».
«Molto prima, se so qualcosa delle strade orientali» interruppe Gandalf.
«Da lì avremmo potuto risalire il Fiume Fluente» continuò Thorin senza badargli «e poi arrivare alle rovine di Dale, l’antica città della valle, all’ombra della Montagna. Ma a nessuno di noi piaceva l’idea della Porta Principale. Il fiume scorre fuori proprio di lì, attraverso le grandi rupi a sud della Montagna e proprio di lì esce anche il drago, di gran lunga troppo spesso, a meno che non abbia cambiato le proprie abitudini».
{J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, Una Riunione Inattesa, Thorin Oakenshield by Soni Alcorn-Hender Bohemian Weasel}
-Ancalagon

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