Lo Hobbit, Capitolo 1 Una Riunione Inattesa, 16

«Vadano a morire ammazzati* tutti quanti, questi Nani!» disse ad alta voce. «Perché non vengono a darmi una mano?». Detto fatto! Ecco lì Balin e Dwalin sulla porta della cucina, e Fili e Kili dietro di loro, e prima che Bilbo potesse dire ba avevano fatto sparire nel salotto i vassoi e un paio di tavolinetti, e disposto bellamente ogni cosa.
Gandalf sedeva a capotavola coi tredici Nani tutt’intorno a lui: e Bilbo sedeva su una seggiolina vicino al caminetto, mordicchiando un biscotto (l’appetito gli era quasi completamente passato), e cercando di fingere che tutto fosse perfettamente a posto e niente affatto un’avventura. I Nani mangiavano e mangiavano, parlavano e parlavano, e il tempo passava. Alla fine spinsero indietro le sedie e Bilbo si mosse per raccogliere piatti e bicchieri.
*Traduciamo così, nel modo più letterale possibile grazie anche a una felice coincidenza tra le lingue inglese e italiana, la parola confusticate, che non si trova nei dizionari. Christopher Tolkien lo dice un’invenzione comica di suo padre (che inventava d’istinto questo genere di parole) e nota che egli <<conosceva certamente la parola latina fustis, “bastone, randello” (con il suo diminutivo fusticulus), e fustigo, cioè “ammazzo di botte”; anche se è impensabile che Bilbo arrivasse a dire “possano tutti questi Nani essere ammazzati di botte”>>.
Confusticate è usato in modo simile in altri due casi: da Dori (<<che il cielo lo strafulmini>>) e da tutti i Nani insieme (<<che il cielo ti strafulmini>>).
{J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, Una Riunione Inattesa, An unexpected party by Soni Alcorn-Hender Bohemian Weasel}
– Ancalagon

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