«Stavolta è Gandalf senz’altro» pensò mentre sbuffava nel corridoio. Invece no: erano altri due Nani, entrambi con cappucci blu, cinture d’argento e barba gialla; e ciascuno di essi portava un sacco di attrezzi e una vanga. Saltellarono dentro, appena la porta fu aperta, e Bilbo ne fu assai poco sorpreso.
«Cosa posso fare per voi, Nani miei?» disse.
«Kili al vostro servizio!» disse uno. «E Fili!» aggiunse l’altro, ed entrambi si sfilarono il cappuccio blu e fecero un cortese cenno di saluto.
«Al vostro e della vostra famiglia!» replicò Bilbo, che questa volta si ricordò delle buone maniere.
«Vedo che Dwalin e Balin sono già qui» disse Kili. «Mescoliamoci alla folla!».
«La folla!» pensò il signor Baggins. «Questo modo di parlare non mi piace affatto! Devo proprio sedermi un attimo a riprender fiato e a bere qualcosa». Aveva appena fatto in tempo a bere un sorso (in un angolo, mentre i quattro Nani sedevano attorno alla tavola e parlavano di miniere, di oro, di guai con gli Orchi, delle ruberie dei draghi, e di un sacco di altre cose che Bilbo non capiva e non voleva capire, perché avevano l’aria d’essere troppo avventurose) quando ding-dong e ling-lang il campanello suonò di nuovo, come se un ragazzaccio hobbit stesse cercando di rompere il pulsante.
«Qualcuno è alla porta!» disse battendo le palpebre.
«Circa quattro, direi, dal suono» disse Fili. «A parte questo, li abbiamo visti venire dietro di noi, in lontananza».

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-Ancalagon