Nel corso dei post precedenti abbiamo illustrato il percorso evolutivo delle lingue Elfiche nel corso della progressiva frammentazione di questo popolo. Questi due aspetti, come spesso accade in Tolkien, non sono analizzabili singolarmente, e ciò può spingerci a una riflessione: come nel Mondo Primario, la lingua riflette sempre le vicende di chi la parla, le sue azioni, la sua storia.
Spero che tracciare questi basilari riferimenti di storia interna delle lingue elfiche, ovvero la storia linguistica fittizia, e correlarli alla vicenda raccontata nel Silmarillion e nella HoME (che soggiace alla loro formazione e diversificazione), sia servito a far luce sulla complessità e verosimiglianza della subcreazione tolkieniana, e dunque sul suo approccio filologico come base fondante per qualsiasi sviluppo narrativo.
Di tutte queste lingue, eccetto quelle che ritroviamo, in forme diverse, fino alla Terza Era, ovvero Quenya, Sindarin e in misura molto minore Telerin, non abbiamo che pochi gruppi di lemmi, e scarse informazioni sulla struttura grammaticale. Tuttavia i loro legami di parentela tracciano un contesto non solo (vorrei ribadirlo) estremamente congruente con ciò che sappiamo dei meccanismi di evoluzione linguistica tipici del mondo reale, ma anche ricco di suggestioni e rimandi etimologici costanti.

A tutto ciò si aggiunga che tali rimandi sono ulteriormente e, oserei dire quasi esponenzialmente, complicati dalla storia esterna della loro concezione e codifica da parte di Tolkien. Ovvero la ricostruzione (giocoforza parziale, anche se molti degli studi resi disponibili dalla Elvish Linguistic Fellowship e dai redattori di Parma Eldalamberon hanno arricchito non poco questo filone di ricerche) dei passaggi creativi che hanno condotto Tolkien a perfezionare sempre più queste creazioni fittizie.
Ecco perché daremo ora uno sguardo generale all’evoluzione, per esempio, da Qenya (la prima forma di Quenya ideata dal Professore, all’incirca nel 1915) a Quenya; da Gnomish, o Lam iNgoldathon, a Noldorin, e da questo ancora a Sindarin.
L’intreccio, a volte difficilmente districabile, tra questi due livelli, la storia interna e la storia esterna, delle lingue elfiche, può forse dare un’idea e un assaggio della complessità della costruzione immaginifica che stiamo affrontando, e darci un motivo in più di ammirazione per il Legendarium tolkieniano.
Per iniziare questo nuovo argomento è d’uopo un accenno alla cosiddetta conceptual history, ovvero ai passaggi che Tolkien ha attraversato nella concezione delle varie lingue Elfiche.
Possiamo distinguere approssimativamente tre periodi principali:
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Early period (1910-1930)
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Middle period (1930-1950)
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Late period (1950-1973)
L’evoluzione del pensiero di Tolkien sulle proprie lingue è rappresentata plasticamente dagli scritti narrativi che lui intraprendeva man mano che metteva a punto nuovi costrutti linguistici. Ecco uno specchietto sulle opere narrative e i lessici rispettivamente associati, per ciascuna fase (le date si riferiscono al periodo approssimativo di stesura, non alla pubblicazione a opera di Christopher o della ELF – vd. Bibliografia):
Primo Periodo
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Opere narrative principali: Racconti Perduti (1916-21), I Lai del Beleriand (1920-31).
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Liste di lemmi associate: Lessico Gnomico (1915-17), Lessico Qenya (1915-17).
Medio Periodo
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Opere narrative principali: prime stesure del Silmarillion (1931-37), stesure del Signore degli Anelli (1938-49).
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Liste di lemmi associate: Le Etymologies (1937-38).
Tardo Periodo
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Opere narrative principali: versione definitiva del Signore degli Anelli (1952-53), tarde revisioni del Silmarillion (1958-73).
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Liste di lemmi associate: Words, Phrases and Passages from The Lord of the Rings (PE17).
A dimostrazione di come gli stadi siano stati indubbiamente più di tre, e di come qualunque tentativo di schematizzazione non sia che una semplificazione del processo effettivo, vorrei portare l’esempio estremo del nome del Guardiano del Gong di Mar Vanwa Tyaliéva, Cuorpiccino figlio di Bronweg (Voronwë), personaggio presente tanto nella cornice dei Racconti Perduti (nonché narratore della Caduta di Gondolin) quanto evocato nel Racconto di Eärendel (steso da Tolkien solo in forma di appunti e schemi).
(elenco di nomi 1 – abbandonato): Elbenil > Elwenil
(collegamento della Musica degli Ainur): Ilverin < Elwenildo
(elenco di nomi 2 – per La Caduta di Gondolin): Elfrith < Elfriniel
(Caduta di Gondolin – collegamento del Racconto di Tinúviel): Ilfiniol [Ilfrin] < Elfriniol
Come scrive Christopher Tolkien: Questo costante cambiamento di nome deve essere interpretato in rapporto al rapido mutare di idee e formulazioni fonologiche, ma è in ogni caso piuttosto eccezionale.
Come Cuorpiccino, anche tutte le altre entità che popolano il mondo narrativo di Tolkien hanno subìto un’evoluzione linguistica, che ha spesso aiutato gli studiosi tolkieniani a ricostruire la storia esterna delle lingue, come del resto puntualmente accade in filologia (anche se qui stiamo parlando del caso eccezionale di lingue costituite da una singola persona in un arco di tempo relativamente breve, in rapporto a quanto impiegano “naturalmente” questi processi). Lascio in calce un utile schema (tratto dal sito Eldamo.org e da me riadattato) per capire di cosa stiamo parlando.
Periodo: |
Primo |
Medio |
Tardo |
---|---|---|---|
Date approssimative: |
1910 – 1930 |
1930 – 1950 |
1950 – 1973 |
Prima tribù: |
Teleri |
Lindar |
Vanyar |
Seconda tribù: |
Noldoli |
Noldor |
Noldor |
Terza tribù: |
Solosimpi |
Teleri |
Teleri (Lindar) |
Alto Elfico: |
Qenya |
Qenya |
Quenya |
Parlato da: |
Solo 1ª tribù |
Solo 1ª tribù |
Vanyar e Noldor |
Elfico Comune: |
Gnomico |
Noldorin |
Sindarin |
Parlato da: |
Noldoli |
Noldor |
Elfi del Beleriand |
Bibliografia di riferimento e opere citate:
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The Silmarillion (1977), ed. Christopher Tolkien.
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The Book of Lost Tales. Part I (1983) e Part II (1984), ed. Christopher Tolkien.
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Volumi III – XI della History of Middle-earth (1986-1994), ed. Christopher Tolkien.
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Le lingue degli Elfi della Terra di Mezzo. Vol. I: storia e sviluppo delle lingue elfiche di Arda (2016) di Gianluca Comastri.
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i·Lam na·Ngoldathon. The Grammar and Lexicon of The Gnomish Tongue tratto da Parma Eldalamberon 11 (1995) ed. Gilson – Wynne – Smith – Hostetter.
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Qenyaqetsa. The Qenya Phonologyy & Lexicon tratto da Parma Eldalamberon 12 (1998) ed. Gilson – Hostetter – Wynne – Smith.
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Words, Phrases and Passages from The Lord of the Rings (Parma Eldalamberon #17) (2007) ed. Christopher Gilson.
Sitografia:
-
The Elvish Linguistic Fellowship (ELF) website. https://www.elvish.org/
-
Ardalambion, vd. articolo https://folk.uib.no/hnohf/qevolution.pdf
-
Eldamo – An Elvish Lexicon by Paul Strack.
-Rúmil