Terminata infine la sezione di questa rubrica dedicata a una selezione del corpus Quenya e Sindarin, prima di spostarci verso argomenti totalmente nuovi (contributo della community; riviste specializzate; sistemi di scrittura; cenni di grammatica, etc), vorrei continuare il discorso sulle mutazioni del Sindarin, e proporre uno schema estremamente semplificato delle mutazioni della consonante iniziale, in assoluto uno dei fenomeni più caratteristici e ricorrenti di questo idioma.
Consonanti
Esistono tre tipi di mutazione della consonante iniziale accertati sulla base degli scritti di Tolkien, e anche alcuni tipi di mutazione più speculativi (ovvero che Tolkien cita solamente, senza spiegarne il funzionamento nel dettaglio, e di cui esistono solo sparuti esempi per corroborare le ipotesi degli studiosi, i quali hanno dovuto risalire a determinarne regole morfologiche e fonologiche “a ritroso” per così dire).
I tre tipi accertati sono:
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Mutazione palatale o blanda (o indebolimento o lenizione) [ingl. Soft mutation];
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Mutazione nasale [ingl. Nasal mutation];
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Mutazione mista [ingl. Mixed mutation].
I tre tipi soltanto speculativi sono:
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Mutazione occlusiva [ingl. Stop mutation];
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Mutazione liquida [ingl. Liquid mutation];
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Mutazione sibilante [ingl. Sibilant mutation].
Per ciascuno di questi tipi di mutazione esistono numerosi casi di applicazione (ovvero le condizioni morfo-sintattiche che li attivano) e numerosi processi mutazionali (ovvero il meccanismo vero e proprio, che varia a seconda della consonante coinvolta).
Cercherò di fare esempi chiari – il più possibile tratti dal corpus analizzato insieme – di alcuni di questi (non tutti, sarebbe impossibile dato che ciascun caso contempla un certo numero di eccezioni che andrebbero contestualizzate), almeno per quanto riguarda i primi tre tipi.
Mutazione blanda (lenizione):
Nel corso della sua evoluzione, staccandosi dall’Elfico Primitivo, il Sindarin ha sviluppato una tendenza a cambiare la natura di alcune consonanti poste dopo vocali, per esempio le occlusive sorde diventando sonore (es. PE *atar [> Q atar] > S adar) e le occlusive sonore diventando a loro volta fricative (es. PE *galada [> Q alda] > S galadh).
Questa serie di modifiche “strutturali”, interne alle parole, ha nel corso del tempo determinato fenomeni di mutazione della consonante iniziale laddove preceduta da particelle (solitamente articoli o preposizioni), come se queste prendessero a essere considerate parte integrante della parola che precedevano, diventando un’unica “entità” linguistica.
A questo genere di mutazione di matrice “fonologica”, sorto per analogia con le caratteristiche fonetiche del Sindarin, se ne aggiunge poi un’altro, con funzione grammaticale/logica: essendo strettamente giustapposti a livello di senso (e quindi, seguendo questa logica, legati a livello di eufonia) anche alcune coppie di sintagmi, quali verbo/compl.oggetto, sostantivo/aggettivo, avverbio/verbo, prendono man mano a essere considerati entità linguistiche composte, e dunque la consonante iniziale del secondo elemento ad andare incontro a una mutazione analoga a quella susseguente ad articoli e preposizioni.
Per semplificare, ecco uno specchietto con alcune delle condizioni in cui ha luogo la lenizione:
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Sostantivo che segue l’articolo determinativo singolare (es. i Varanduiniant).
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Sostantivo che segue alcune preposizioni o particelle (le più ricorrenti sono mi / na / be / bo / di / nu / sui / trî / nef) (es. na-chaered).
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Complemento oggetto che segue immediatamente un verbo (es. lasto beth).
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Aggettivo che segue un sostantivo. (es. genediad Drannail).
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Verbo preceduto da negazione (avo o prefisso u- / ui-). (es. car- > avo garo; #heb- > úchebin).
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Verbi: nella formazione del tempo passato o del perfetto, laddove questi si ottengano premettendo alla radice l’augment, i.e. la vocale del tema allungata, (ovvero nei verbi basilari o “forti”), la radice verbale va tendenzialmente incontro a lenizione. (es. car- > agor).
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Varie forme verbali (soprattutto presente e i vari tipi di participio: passivo, attivo, perfettivo) possono attivare alcuni tipi di lenizione, per esempio se formano un composto con la parola precedente, come dopo un avverbio (es. palan-díriel; mae govannen), ma non necessariamente (es. ped- > gured bêd enni). Queste casistiche sono molto labili, e ciascuna soggetta a dibattito, esistendo sia esempi che smentiscono la regola, sia esempi che la corroborano, dal momento che nei compound intervengono spesso altri fattori a scombinare le carte.
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In taluni casi anche la flessione al plurale di sostantivi o aggettivi può attivare alcuni tipi di lenizione. (es. *san- > sain > hain).
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In taluni casi la flessione di un sostantivo al genitivo arcaico può attivare alcuni tipi di lenizione. (es. Glaurunga > Laurunga).

Ed ecco i principali tipi di mutazione che agiscono sulla consonante iniziale:
I. Le occlusive sorde diventano sonore {p, t, c} > {b, d, g}.
Esempi:
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peth > lasto beth (“ascolta la parola”, verbo + compl.oggetto. L’abbiamo visto nell’invocazione di Gandalf).
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tíriel > palan-díriel (“avendo guardato da lontano”, avverbio + participio passato. L’abbiamo visto in A Elbereth Gilthoniel. È un esempio molto interessante in quanto di natura puramente grammaticale – fonologicamente andrebbe incontro a mutazione nasale **palan-thíriel, ma siccome qui abbiamo una forma verbale, il participio passato del verbo tír- “guardare”, che segue immediatamente un avverbio, palan “da lontano”, il compound tra i due incorre nella mutazione blanda per un principio esclusivamente “grammaticalizzato”, addirittura in contrasto con l’environment fonetico).
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calen > galen (“verde” – cfr. per esempio Calenardhon “la Verde Provincia” e invece Parth Galen, “prato verde”, lett. “cotica erbosa verde”: sost. + agg.).
II. Le occlusive sonore diventano fricative {b, d, g} > {v, dh [ð], la g sparisce completamente}.
Esempi:
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beleg > Cûl Veleg (lett. “Gran Morena” – toponimo citato in una nota della Nomenclature, sarebbe una delle tre montagne dello sperone roccioso a sud di Erech).
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dínen > *Dor Dhínen (“la Terra Silente” – toponimo riferito alla regione del Beleriand tra i fiumi Esgalduin e Aros). L’aggettivo *dhínen, che deriva dal genitivo della parola dîn “silenzio”, si può trovare anche nella forma non mutata dínen (per esempio in Rath Dínen, dove, nonostante svolga la medesima funzione, è preferita per non “bisticciare” foneticamente con l’altra lettera aspirata del cluster “th/Dh”). Sta di fatto che questa ambivalenza dimostra che Tolkien fosse all’epoca incerto se far mutare anche i sostantivi al genitivo con il suffisso aggettivizzante -en.
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gaear > nef aear (“al di qua del Mare”, preposizione + sostantivo. Lo abbiamo visto in A Elbereth Gilthoniel).
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Come avviene anche in altri cluster con la g iniziale, cadendo questo suono in conseguenza della lenizione, la combinazione iniziale gw- lascia solo la w-.
È tuttavia un caso particolare, in quanto nella storia fonetica del Sindarin la w- a inizio di parola si cominciò a trasformare in gw- (ricordiamo che la g iniziale nel Quenya non esiste). Pertanto in questo caso l’articolo clitico i- non è tanto la causa diretta della sparizione della g iniziale in seguito a lenizione post-vocalica, come in altri casi qui elencati, quanto probabilmente ciò che ha impedito il suo sviluppo in primo luogo, la presenza stessa della g derivando da un fenomeno di origine indipendente. Il risultato in ogni caso non cambia. Esempio: gwath > i-wath
III. La nasale labiale m subisce mutazione in v. La nasale dentale n resta invariata.
Esempio: medui > na vedui (lett. “al finale” > “finalmente” – preposizione + aggettivo che insieme rendono un’espressione idiomatica).
IV. Alcune sibilanti o fricative {s, h} mutano nelle rispettive “fricative lenite” {h, ch}. Mentre le fricative sorde f e th non subiscono mutazione. Queste mutazioni sono peculiari del Sindarin, e non hanno un corrispettivo nel Gallese (a differenza della maggior parte delle altre – torneremo sulla similarità fonetica tra Sindarin e Gallese in un futuro appuntamento).
Esempi:
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sain > hain (sain plurale di *san- “quello” – altra mutazione grammaticale, conseguenza della flessione al plurale. L’abbiamo visto nell’iscrizione delle Porte di Durin: Im, Narvi, hain echant).
haered > na-chaered (“da remote distanze”, preposizione + sostantivo. L’abbiamo visto in A Elbereth Gilthoniel).
V. [Le liquide sorde diventano sonore {lh, rh} > {l, r}.]
NB: solo in Gnomico/Noldorin.
Esempi (Noldorin):
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rhass > i-rass – “i precipizi”.
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lhûn > luin – “blu” (per esempio in *Eredluin “Monti Azzurri”).
Il caso delle consonanti liquide è molto più complesso dei precedenti, in quanto Tolkien cambiò idea molte volte, e ciò che valeva per Gnomico e Noldorin è in parte stato accantonato per il Sindarin “moderno” (ovvero quello codificato a partire dagli anni ’40, durante la stesura del SdA).
In Sindarin, le liquide sorde iniziali lh e rh (come nelle parole lhaw, rhûn, Rhovanion, di origine Noldorin ma che Tolkien decise di mantenere nel lessico del Sindarin moderno) risultano vestigia di antichi sl- e sr-, le forme mutate essendo rispettivamente thl- e thr-. Tuttavia queste ultime sono dette dallo stesso Tolkien forme arcaiche, e pertanto lh e rh nel Sindarin moderno restano immutate (es. Talath Rhúnen).
VI. [Le antiche occlusive nasalizzate diventano nasali {[m]b, [n]d, [n]g} > {m, n, ñ}.]
NB: questo tipo di mutazione è generalmente accettata in ambito (Neo)Sindarin – la prima codifica proposta risale a David Salo (A Gateway to Sindarin [2004], ne riparleremo), ma non rappresenta una forma ufficialmente determinata.
Esempi:
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bâr [mb-] > *mâr – “casa”.
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dôr [nd-] > *nôr – “terra”.
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Golodh [ng-] > *ñolodh (lezione più “tolkieniana”: *ngolodh). “Gnomo”.
Molto complesso ricostruire i vari passaggi, ma basti sapere che in Elfico Primitivo esistono parole (i corrispettivi degli esempi riportati sono *mbar(ă), *ndorē e *ñgolodō) che iniziano con questo particolare tipo di cluster consonantico: le occlusive nasalizzate.
Nella storia fonetica del Sindarin queste lettere hanno progressivamente perso la nasale ( > bâr, dôr, golodh), ma Tolkien cambiò molte volte idea riguardo al comportamento di queste nasali “implicite” sotto le condizioni che portano alla lenizione intervocale. Dapprima (Grammatica Gnomica, anni ’10) la riacquisivano (per esempio con l’articolo davanti > i·mbar, i·ndor, i·Ngolda); in seguito (Grammatica Noldorin, anni ’20) la lenizione produceva semplici nasali: i·mâr, i·nôr, i·ngoloth; in una fase ancora successiva, intorno agli anni ’30, la lenizione prevedeva per esempio che [m]b diventasse [mm], dunque l’ipotetica forma sarebbe stata *i·mmâr, ma anche su questo emergevano eccezioni e incongruenze.
Infine, nei tardi anni ’60, Tolkien lascia degli appunti, dai quali si può trarre uno step ulteriore di evoluzione e che possono essere ricostruiti come segue: [mb] > [mm] > [m]; [nd] > [nn] > [n]; [ŋg] > [ŋ].
Al netto delle ambiguità (Tolkien, come abbiamo già accennato utilizza ng- per rappresentare tanto [ŋg] quanto [ŋ]) e della difficoltà di tener dietro a questo intrico di storia esterna, storia interna, ripensamenti e correzioni in corsa, la proposta di Salo ha dunque il doppio vantaggio di rifarsi a uno degli ultimi (e perciò più attendibili) schemi sull’argomento e di essere abbastanza funzionale (ovvero preservare la peculiarità di queste consonanti, il loro carattere di vestigia di Elfico Primitivo mantenutesi nel Sindarin, e provvedere una regola di lenizione coerente con i principi generali della mutazione intervocalica).
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Ecco una tabella riassuntiva dei vari tipi di mutazione della consonante iniziale nel Sindarin, compresa la mutazione blanda che abbiamo analizzato in questo articolo (la tabella è stata realizzata dal team di Vinyë Lambengolmor):
Abbiamo dunque percorso le varie casistiche della soft mutation.
Gli ultimi due casi (liquide sorde e occlusive nasalizzate) non possono contare su un numero di esempi sufficiente a corroborare qualsiasi regola certa, e pertanto sono più speculativi degli altri.
Con le creazioni linguistiche del Professore è il caso di farci l’abitudine!
Dalla volta prossima vedremo – più concisamente! – gli altri tipi di mutazione, per poi passare ad argomenti decisamente meno pedanti.
Bibliografia essenziale di riferimento:
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The Lord of the Rings (1955; 1966) by J. R. R. Tolkien.
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The Letters of J. R. R. Tolkien (1981). Traduzione italiana: La realtà in trasparenza. Lettere 1914-1973 (2001) e edizioni successive. In particolare, sulla mutazione:
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Lettera 211 (1958) a Rhona Beare
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Lettera 347 (1972) a Richard Jeffery
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The Lord of the Rings: A Reader’s Companion (2005) by Wayne G. Hammond & Christina Skull, pag. 349, s.v. 395 (I:411). Parth Galen; pag. 535-536, s.v 790 (III:63). Tarlang’s Neck.
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Parma Eldalamberon #17:
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Sulle mutazioni: vd. pagg. 41-42 s.v. Pedo mellon a minno; pag. 145 s.v. √ADA; pagg. 146-147 s.v. √ANA/NĀ; pagg. 163-164 s.v. √MBAR;
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Sulla lenizione: vd. pagg. 5 (introduzione); pagg. 16-18 s.v. Mae govannen; pagg. 102 s.v. Cuio i Pheriain anann; pag. 134 (general view sullo sviluppo del Sindarin).
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Consonant Mutations in conceptual evolution of Noldorin/Sindarin Phonology (2004), paper di Ryszard Derdzinski (ELF).
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Le Lingue degli Elfi della Terra di Mezzo, Vol. II: l’arte della parola nelle opere di Tolkien (2018) di Gianluca Comastri.
Sitografia:
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Ardalambion/Consonant mutation https://folk.uib.no/hnohf/sindarin.htm#mutations
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Eldamo.org/Consonant mutation https://eldamo.org/content/words/word-2876751225.html
/Soft mutation https://eldamo.org/content/words/word-3345651089.html
/Past grammar https://eldamo.org/content/words/word-2212943647.html
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Tolkiendil.com/Mutations in Sindarin https://www.tolkiendil.com/langues/english/i-lam_arth/mutations_sindarin
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Real Elvish Academy/Sindarin Grammar P9 – Consonant Mutations
https://academy.realelvish.net/2020/06/18/sindarin-grammar-p9-consonant-mutations/
–Rúmil