Valle dell’Anduin, 3.261 S.E.
Ar-Pharazôn fu l’ultimo grande Re di Nùmenor, aveva raggiunto il trono spodestando la cugina Tar-Miriel e costringendola a sposarlo.
Con lui la potenza dei Dunedain raggiunse il suo apice, ma si avviò a una rapida decadenza.
Volendo legittimare la sua ascesa al trono organizzò una spedizione contro Sauron che da Mordor aveva iniziato una guerra contro le colonie di Nùmenor sulla Terra di Mezzo e si era proclamato “Re degli Uomini”.
Nei Racconti Perduti si racconta che Ar-Pharazôn ebbe bisogno di cinque anni per preparare la spedizione tanto era grande l’armata.
Dalle coste della Terra di Mezzo, la popolazione vide arrivare una sterminata distesa di navi, e poi dispiegarsi tutta la potenza degli Edain al colmo della loro superbia, mentre marciavano verso Mordor al suono dei corni di guerra.
Accampato fuori dalle mura di Mordor, Ar-Pharazôn attendeva Sauron per sconfiggerlo in un’unica grande battaglia e reclamare per sé il titolo di “Re degli Uomini” e la supremazia sulla Terra di Mezzo. Ma l’esercito di Sauron era terrorizzato dalla potenza espressa da Nùmenor e cominciò ad arretrare, se non proprio a fuggire. E alcuni dicono che solo il terrore di Sauron e la capacità persuasiva dell’Anello li abbiano trattenuti sul campo di Battaglia.
Sauron capì di essere sconfitto ancora prima di scendere in battaglia e capì che i Dùnedain non sarebbero stati sconfitti con le armi, ma con l’astuzia. Così, decise dunque di uscire da Mordor e di umiliarsi prostrandosi al Re.
Tronfio della sua gloria il Re di Nùmenor decise di portare Sauron con se sull’Isola come prigioniero e simbolo del potere del Re.
Amandil, Signore di Andunië, conoscendo la natura di Sauron, si disse contrario a questa scelta. E si dimostrò tristemente profetico, perché Sauron sfruttò questa occasione e divenne il principale consigliere del Re, portando Nùmenor sulla strada della rovina dal suo interno.