Khamûl, L’Ombra dell’Est
Rhûn, dopo il 1.600 S.E – Cancello Nero, 3.019 T.E.
La Storia degli Spettri dell’Anello risale agli anni Oscuri della Seconda Era, quando, durante la lunga Guerra tra gli Elfi e Sauron, quest’ultimo dispensò i Nove Anelli a Signori, Principi e Stregoni Umani. Ma poiché pochi furono i regni umani di quei tempi capaci di lasciare vestigia nei secoli successivi – poco interesse rivolgevano ad essi gli Elfi, e ancora Nùmenor non aveva esteso il suo controllo alle terre citeriori dell’Est e del Sud – non solo molti i documenti capaci di narrarci l’origine di alcuni di essi.
Tre di loro, si dice, furono di discendenza Nùmenoreana. Come altrove abbiamo scritto, si ipotizza infatti che, insieme ad Angmar il Signore dei Nazgûl, due principi Nùmenoreani – Herumor e Fuinur – fossero i destinatari di tre degli Anelli degli Uomini. Nei pochi frammenti che ci restano, si ritiene che almeno due Anelli siano stati concessi a Signori Orientali, membri di etnie ormai dimenticate che, nei secoli successivi, assunsero i nomi di Variaghi, Esterling, Carrieri o le denominazioni delle lontane tribù del Khand, di cui conosciamo qualche informazione in più a seguito delle guerre da loro condotte contro Gondor.
Quello che è certo è che uno di questi Signori accettò il dono dell’Anello da parte di Sauron, e con esso divenne forte e temuto tra le proprie genti. E forse già allora si guadagnò il soprannome che lo accompagnò per i secoli successivi, quello di “Ombra dell’Est”, a segnalare la propria ascendenza orientale. Come gli altri spettri dell’Anello, dopo molti anni di dominio sugli Uomini cominciò a svanire, e per il 2251 della Seconda Era si era già tramutato nello spirito oscuro che tormentò la Terra di Mezzo per quasi tre millenni.
Si dice che, tra gli Spettri, egli fosse quello con la maggior capacità di percepire la presenza dell’Unico, e che fu per questo che venne nominato capo in seconda dopo il Re degli Stregoni di Angmar, dotato di una qualche forma di volere autonomo, sufficiente per svolgere i propri compiti. D’altro canto, così oscura era divenuta la sua anima, ch’egli era meno avvezzo di altri Nazgûl alla luce solare, sotto la quale le sue forze diminuivano di molto, e con essa anche la sua capacità di prendere decisioni.
Molte delle azioni compiute da Khamûl nel corso dei secoli che seguirono la sua prima apparizione ci sono narrate nelle cronache di Gondor e di Arnor, o nei grandi racconti che compongono il Libro Rosso dei Confini Occidentali. Insieme agli altri Nazgûl, egli prese parte alla conquista di Minas Ithil nel 2000 della Terza Era, e ivi prese residenza fino a quanto il loro Padrone non cominciò a risvegliarsi, spingendo gli Spettri alla riconquista della vecchia fortezza di Dol Guldur, posta a sud di Boscoverde il Grande. E proprio Khamûl vi fu inviato, insieme ad altri due Nazgûl, ove svolse il ruolo di coordinatore della sua ricostruzione, contribuendo alla proliferazione di molte e oscure creature nei boschi che la circondavano.
Intorno al 22 luglio T.A. 3018, nei pressi del Campo di Celebrant, Khamûl e un altro Nazgûl che viveva a Dol Guldur si incontrarono con il Re Stregone e gli altri sei Spettri che vivevano a Minas Morgul. I Nazgûl di Dol Guldur informarono i loro compagni Nazgûl di Minas Morgul che Gollum era fuggito e scomparso. Khamûl inoltre riferì che i villaggi degli Sturoi presso il fiume Iridato erano stati abbandonati da tempo e che non era stato possibile trovare un’abitazione degli Hobbit nelle Valli dell’Anduin.

Insieme agli altri Spettri, fu inviato a Nord nel 3018 della Terza Era con il compito di scoprire a cosa si riferissero le due parole pronunciate da Gollum sotto tortura (“Contea” e “Baggins”), di ottenere quante più informazioni possibile a questo proposito e di riottenere se possibile il controllo dell’Unico, in modo da restituirlo al suo legittimo Padrone. La sera del 23 settembre di quell’anno Khamûl giunse dunque ad Hobbiville, ove incontrò Hamfast Gamgee, padre di Sam, a cui chiese per l’appunto il significato di queste parole. Ma il vecchio Ham, che presagì cattive conseguenze, disse che Frodo aveva già lasciato la propria casa ed era emigrato a Est molti anni prima.
Il 24 settembre raggiunse gli Hobbit in fuga, e percepì per un attimo la presenza dell’Anello. Ma essendo giorno, la luminosa luce lo confondeva, e si risolse di attendere fino alla notte. Dopo il tramonto sentì nuovamente l’anello e inseguì Frodo. Non osò attaccare e si ritirò, intimidito dagli Elfi e dal canto su Elbereth. A quanto si raccolta, egli non poteva percepire chiaramente l’Anello finché Frodo era circondato dagli Elfi.
Altrove è narrata in dettaglio la fuga dei quattro Hobbit verso Brea e Gran Burrone, mentre Khamûl e gli altri Spettri li inseguivano. Ma prima furono beffati alla Locanda del Puledro Impennato, e poi messi in fuga da Aragorn a Colle Vento, e ancora da Glorfindel mentre cercavano di presidiare il Guado del Bruinen. Troppo deboli erano ancora, troppo lontani dal proprio Padrone per prevalere sui grandi personaggi che ancora vivevano nella Terra di Mezzo. E così, come gli altri Spettri, venne travolto dall’inondazione del Bruinen voluta da Elrond, e per molto non fu più visto.
Si dice che proprio Khamûl fosse il Nazgûl incaricato di recarsi da Saruman a recuperare l’Anello, quando Sauron vive Pipino nel Palantìr e dedusse erratamente ch’egli fosse il Portatore, e che Saruman lo volesse torturare.
Dopo la Battaglia dei Campi del Pelennor, Khamûl e gli altri Spettri osservarono dall’alto, a cavallo delle proprie bestie alate, la marcia dell’Esercito dell’Ovest verso il Cancello Nero. E qui, il 25 di marzo, si svolse l’ultima battaglia della Guerra dell’Anello, e i Nazgûl combatterono contro gli Uomini dell’Ovest e contro le Aquile di Manwë fino al momento estremo in cui il Portatore lasciò cadere l’Unico all’intero della Voragine del Fato, e tutti gli eserciti del Nemico persero istantaneamente l’oscura forza che li portava a combattere.
E Khamûl, come gli altri Spettri, venuto meno il Potere che li sorreggeva, iniziò a raggrinzire. E come paglia di fronte a una grande fiamma, “crepitò, appassì, e rapidamente si spense”.