Un grande muro circolare di rocce, simile a una cinta di rupi a strapiombo, si allontanava dal fianco della montagna, descriveva una curva, e vi ritornava. In esso vi era un’unica apertura, un grande arco scavato nella parte meridionale; in quel punto una galleria attraversava la cupa roccia, e due robusti portali di ferro ne chiudevano le estremità. Questi poggiavano su immensi cardini, formati da pali d’acciaio conficcati nella viva pietra, ed erano costruiti in modo che bastava una leggera spinta, quando non erano sprangati, per spalancarli silenziosamente. Percorrendo la buia galleria piena di echi, si sbucava in una pianura di forma circolare e leggermente infossata in centro come un’ampia ciotola poco profonda: misurava un miglio di diametro. Un tempo era stata verde e piena di viali, rigogliosa di alberi da frutta, irrigata dai ruscelli che dalla montagna scorrevano verso un lago nei dintorni.
Il Signore degli Anelli, Le Due Torri, VIII, “La via che porta a Isengard”.

 

Nella parte settentrionale della breccia di Rohan, in una profonda valle ai piedi delle Montagne Nebbiose, si trova la fortezza di Isengard che, come la sua gemella meridionale (il futuro Fosso di Helm), fu costruita dai Dúnedain sul finire della Seconda Era.

 

Isengard nella Seconda Era, di Ted Nasmith

Il suo nome originario era Angrenost, “Fortezza di Ferro”, con il medesimo significato dunque di Isengard: un nome datale dai Númenoreani e riferito al pinnacolo che vi sorge al centro, costruito in una nera roccia basaltica apparentemente indistruttibile, le cui modalità di lavorazione sono andate perdute come molta della tecnologia degli Edain di Elenna.

 

L’Anello di Isengard era una grande cinta muraria di pietra che si estendeva dalla montagna per poi ritornare indietro. L’unico ingresso a Isengard si trovava scavato nel muro meridionale. Chi entrava in Isengard doveva passare per l’unico cancello, percorrere un lungo tunnel e attraversare porte di ferro per giungere alla piana di Isengard. Al centro della piana, a circa mezzo miglio dal cancello, si ergeva l’imponente torre di Orthanc, che custodiva uno dei Palantìri del Regno del Sud.

 

Per gran parte della sua storia, le terre di Isengard erano verdi e un fiume scendeva dalle montagne formando un lago. L’anello interno era costellato di abitazioni scavate nelle pareti. Attorno alla piana erano stati scavati grandi pozzi profondi, e molte lastre di pietra pavimentavano le strade in superficie.

 

Da sempre parte del Regno di Gondor, rimase alle dirette dipendenze di Minas Tirith per quasi tutta la Terza Era, anche dopo che il Calenardhon era stato concesso dal Sovrintendente Cirion ai Rohirrim guidati da Eorl il Giovane. Le cose cambiarono solo alcuni secoli dopo, quando Saruman il Bianco, capo del Bianco Consiglio e primo tra gli Istari, vi prese residenza, dichiarandola di suo esclusivo possesso. E Gondor, convinta che la decisione dello Stregone fosse guidata da saggezza, non interferì, dimenticandosi quasi della Torre e di tutto ciò che vi era contenuto. Da allora l’intera zona prese il nome di Nan Curunir, Valle dello Stregone.

 

Dopo il tradimento di Saruman, ogni cosa verde fu eliminata e il fiume venne sbarrato, i giardini furono distrutti e molte delle storiche costruzioni sostituite da fucine o grezzi opifici, in cui vennero forgiate armi e corazze per le armate della Mano Bianca.

 

Dopo l’inondazione, di Jef Murray

Come altrove narrato, il dominio di Saruman fu abbattuto dall’intervento degli Ent guidati da Barbalbero, che distrussero l’Anello di Isengard e tutto ciò che vi era stato costruito. Nulla però poterono con il pinnacolo di Orthanc, ove lo Stregone rimase rinchiuso fino all’arrivo di Gandalf e Théoden, e poi ancora per qualche tempo, prima di allontanarsi in esilio.

Dopo la Battaglia di Isengard, in cui l’Anello di Isengard fu distrutto, gli Ent riempirono la terra di giardini, frutteti e alberi. Un ruscello scorreva fino a un piccolo lago limpido, al centro del quale si ergeva la Torre.

 

Mentre il Giardino degli Alberi di Orthanc entrò a far parte del Regno Riunito, il re Elessar concesse agli Ent la completa autogestione di quello che un tempo era Isengard.

 

 

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