Irmo, Signore di Lòrien
Aule Atemporali, Prima del Tempo – Fine del Tempo
Tra i grandi Ainur che all’inizio dei Tempi scelsero di scendere su Arda, per realizzare la visione che avevano tratteggiato durante l’Ainulindalë, vi erano tre fratelli: Irmo e Námo, che poi saranno chiamati Fëanturi, Signori delle Anime, in virtù della particolare affinità che essi avevano con lo spirito delle creature viventi. E con loro vi era Nienna, la loro sorella.
Una particolarità che caratterizza i due fratelli è che sin da quando i Valar presero residenza a Valinor, è che essi siano più frequentemente chiamati con il nome dei loro domini: Mandos, per il fratello Námo, e Lórien per Irmo stesso.
E i giardini di Lórien erano il luogo in cui Eldar e Maia venivano quando le cure e le fatiche che anche nel Reame Beato talvolta si manifestavano. E qui, tra splendidi boschi, fiori, filari di alberi da frutto, stagni, laghi e placidi fiumi, dimenticavano dolori e sofferenze e confortavano la propria mente per nuove imprese del braccio o della mente.
Qui Irmo risiedeva con la sua sposa Estë la Gentile. Ed entrambi di rado si facevano vedere dagli Eldar, preferendo parlare con loro tramite sogni e visioni di saggezza e di conforto. Ad esempio, quando Mìriel madre di Fëanor perse la propria volontà di vivere dopo aver dato alla luce il suo primogenito, è a Lòrien che fu invitata a trascorrere qualche tempo, nella speranza che le bellezze naturali e i consigli di Irmo e Estë potessero aiutarla a risollevare il proprio spirito e il proprio corpo. Ma a nulla valse: e, prima tra gli Eldar di Valinor, passò nelle Aule di Mandos, unico luogo nel quale poté trovare conforto da tale fatica.
Irmo è citato nelle antiche cronache in un’altra occasione: e fu quando, dopo la morte degli Alberi e la creazione del Sole e della Luna, Varda propose di lasciare Anar e Ithil splendere in cielo contemporaneamente, come avveniva per Telperion e Laurelin, le cui luci si mescolavano nel cielo di Valinor. Lòrien prese la parola di fronte al consesso dei Valar, decantando l’importanza del buio e del riposo, in cui riflessioni e pensieri scorrono più lentamente e nuove risposte possono emergere a domande insolubili alla luce del giorno. E Varda accolse la sua proposta, così che da allora il Sole e la Luna si alternano in cielo, per quando talvolta, dal momento che Tilion sempre anela di riunirsi ad Arien che guida il carro del Sole, essi possano apparire insieme nel cielo limpido.
Proprio in memoria della beatitudine dei giardini di Irmo a Valinor, quando Galadriel si trasferì nel Regno degli Elfi Silvani di Lòrinand, questo regno venne chiamato Lòrien o Lothlòrien, l’unica terra a Est del Mare ove si potesse specchiare lo sguardo negli occhi di colei che aveva visto gli Alberi, e provare una spigolatura della beatitudine delle Terre Immortali.