Dol Amroth, 2.955 T.E. – Dol Amroth, 34 Q.E.

 

Imrahil, è il discendente di una delle più longeve famiglie di puro lignaggio Nùmenoreano presenti sulla Terra di Mezzo. La casa di Dol Amroth, si racconta infatti, era nata un millennio prima, con il matrimonio tra Imrazôr e Mithrellas, un’Elfa silvana parte del seguito di Nimrodel, l’amata di Amroth del Lòrien.

Secondo la leggenda, quando Amroth fu perso e Nimrodel si rifugiò lontano dal mondo, Mithrellas si avvicinò agli Uomini di Gondor che vivevano, sin dai tempi di Elendil, sul promontorio che chiamavano Dor-en-Ernil, “Terra del Principe”, che fu da allora in poi governata dalla casa di cui Imrahil è stato, ai tempi della Guerra dell’Anello, ultimo discendente.

La Casa di Dol Amroth rappresenta dunque un caso raro di Mezzelfi per così dire “minori”, frutto dell’unione tra una nobile stirpe umana – per quanto imparagonabile per vigore e forza agli Edain della Prima Era – e la razza degli Elfi Silvani, anch’essi parenti inferiori delle grandi genealogie Noldor e Sindar.

Lo stesso Legolas Verdefoglia, quando incontro il Principe dopo la fine della Battaglia dei Campi del Pelennor, riconobbe in lui una spigolatura di sangue elfico semplicemente guardandolo negli occhi.

Imrahil succedette al padre Adrahil nel 3010 della Terza Era, quando aveva già 55 anni ma, uomo di pura stirpe numenoreana, era ancora nel pieno vigore dei suoi anni, come dimostrò guidando l’esercito di Gondor negli anni successivi, anche quando il comando sempre più debole di Denethor e la caduta di Boromir lasciarono il Regno del Sud senza una vera guida.

Denethor e Imrahil, oltre al legame di vassallaggio, erano uniti anche dal punto di vista dinastico. Il Sovrintendente aveva infatti sposato la sorella maggiore del Principe, Finduilas, che sarà madre di Boromir e Faramir e sua Consorte fino alla prematura morte a solo 36 anni. Causata, si dice, dal risveglio del male a Mordor che già stava spargendo un letale veleno nei cuori degli Uomini più puri.

Nelle antiche saghe, Imrahil appare durante la Guerra dell’Anello. Lo vediamo giungere a Minas Tirith il 9 marzo 3019 al comando delle forze di Dol Amroth, composte da una compagnia di cavalieri e da 700 soldati. Furono Imrahil e i suoi soldati, qualche giorno dopo, a unirsi a Gandalf nella sortita per salvare suo nipote Faramir e la compagnia dell’Ithilien dall’inseguimento degli Orchi che ne frattempo avevano invaso e conquistato Osgiliath.

A seguito delle ferite patite, Faramir cadde in un nero deliquio, che contribuì a trascinare Denethor ancora più a fondo nella sua follia. In assenza del Sovrintendente e del proprio figlio, fu Imrahil ad assumere il comando delle forze di Gondor – compito presto passato a Gandalf – e a governare la Città durante l’assedio e le giornate immediatamente successive, prima del Ritorno del Re.

Il 15 marzo 3019, durante la Battaglia dei Campi del Pelennor, Imrahil guidava la propria compagnia dalla città. Quando vide i Rohirrim venire circondati da Sudroni e Variaghi, decise di sguainare le spade e di unirsi alla battaglia. Lungo la strada incontrarono il corteo funebre di Théoden e Éowin, e fu proprio Imrahil ad accorgersi che la fanciulla respirava ancora, benché apparisse gravemente ferita. Dopo aver dato istruzioni affinché fosse condotta alle Case di Guarigione, si lanciò nella battaglia, aiutando Éomer e i suoi uomini e venendo presto raggiunto da Aragorn, alla guida di un forte esercito dei feudi del Sud.

Alla fine della battaglia, il Principe era illeso. Accettò la proposta di Aragorn di ritardare l’annuncio del Ritorno del Re – temendo forse l’orgoglio di Denethor e ignorando la sua fine durante la notte. Ma quando scoprì che Denethor era morto e Faramir in gravi condizioni, lo fece chiamare perché ricordava l’adagio delle antiche saghe “le mani di un re sono mani di guaritore”. E fu così che Aragorn entrò a Minas Tirith, contribuendo alla salvezza di Éowin, Faramir e dello stesso Meriadoc Brandybuck, il cui braccio era rimasto ferito quando aveva accoltellato il polpaccio del Re Stregone.

Al suo risveglio, Faramir confermò al Principe il suo ruolo di Sovrintendente pro tempore, fino a che non fosse stato in grado di assumere personalmente il compito che era stato di suo padre.

Pur sorpreso dall’audacia del piano, Imrahil sposò l’idea di Gandalf di marciare sul Nero Cancello e di portare la guerra alle porte di Mordor per distrarre il Nemico dall’impresa del Portatore dell’Anello. Insieme all’esercito del’Ovest, Imrahil cavalcò al fianco di Aragorn, partendo il 18 marzo e presentandosi una settimana dopo di fronte alle Torri dei Denti al di sopra del Morannon. Quivi combatterono la battaglia, che durò fino alla distruzione dell’Anello da parte di Frodo, Sam e Gollum.

Il Principe Imrahil fu poi presente al campo di Cormallen, all’incoronazione di Aragorn come re Elessar Telcontar, e accompagnò il corteo funebre di Théoden fino a Edoras, dove poi rimase per qualche tempo. Fu in questa occasione che Imrahil e Éomer divennero grandi amici: una relazione che fu poi suggellata dal matrimonio del Re di Rohan con Lothìriel, figlia del Principe.

Poche sono le notizie sulla vita di Imrahil dopo la fine della Guerra dell’Anello, se non che mantenne il suo ruolo tra i principali comandanti di Gondor e che fece parte del Consiglio di Re Elessar per più di tre decenni, morendo a 100 anni nel 34 della Seconda Era, e lasciando la Signoria su Dol Amroth e il titolo di Principe al figlio maggiore Elphir.

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