Il volto di Elrond non aveva età, non era né vecchio né giovane, eppure recava vivo il ricordo di molte cose tristi e di molte felici. I capelli erano scuri come le ombre del crepuscolo, ed in testa portava un cerchietto d’argento; nei grigi occhi limpidi scintillavano miriadi di stelle. Venerabile come un re coronato da molti inverni, eppur vigoroso come un eroico guerriero nella pienezza delle sue forze: egli era il Signore di Gran Burrone, potente tanto tra gli Elfi che tra gli Uomini.
[…]Eärendil fu mio padre, che nacque a Gondolin prima della sua caduta; e mia madre fu Elwing, figlia di Dior, figlio di Lùthien di Doriath. Ho visto tre ere ad ovest del mondo, molte sconfitte e molte vittorie inutili.
«Fui araldo di Gil-galad e marciai con le sue schiere. Partecipai alla Battaglia di Dagorlad innanzi al Cancello Nero di Mordor, dove la vittoria fu nostra: nessuno infatti poteva resistere ad Aiglos, la Lancia di Gil-galad, e alla Spada di Elendil, Narsil. Vidi l’ultimo combattimento sulle pendici dell’Orodrúin, dove morì Gil-galad, e cadde Elendil, e Narsil si frantumò sotto di lui.

 

 

 


{J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, la compagnia dell’anello
Elrond, Keeper of Vilya by Jon Hodgson}
-Stella del Vespro

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