Il ramo del ritorno
c.a 700 S.E. – Usanza perduta nella Terra di Mezzo
Benché gli Edain non avessero probabilmente mai avuto occasione di cimentarsi con le arti nautiche, dal momento che le loro migrazioni verso Ovest attraversarono quasi esclusivamente terre emerse e montagne. i Nùmenoreani divennero ben presto un popolo di navigatori. E ciò probabilmente avvenne non appena lo splendore e la bellezza della propria isola, per quanto potesse confrontare i loro occhi e il loro cuore, non cominciò ad andare stretta ai più coraggiosi e ai più ambiziosi tra di loro.
La loro amicizia con Ossë e Uinen, ch’essi adoravano più che ogni altro Maiar a tal punto da considerarli quasi pari alle Potenze, permise loro di avvicinarsi e di apprendere molto sull’arte della navigazione, e già dopo il primo secolo di residenza su Elenna essi furono in grado di costruire navi alte e belle, capaci di sfidare le onde di Belegaer il grande. Non fu però fino al tempo di Tar-Elendil, di suo figlio Tar-Meneldur e del di lui figlio Tar-Aldarion – quando ebbero accesso alle riserve di legname fornite dai grandi boschi della Terra di Mezzo – che la navigazione divenne un affare di Stato, con il coinvolgimento diretto della Corona e con la nomina di un Capitano delle Navi del Re, Comandante della Flotta e responsabile di ogni attività marinara.
È proprio in questo periodo di circa due secoli, tra il 500 e il 700 della Seconda Era, che dobbiamo collocare la diffusione di un’usanza che divenne poi molto celebre e che è rappresentata da un ramo dell’albero Oiolairë, caratterizzato da un’intensa fragranza e tipico di Nìsimaldar, una regione posta nella zona occidentale di Nùmenor.
Questo ramo, detto “Il Verde Ramo del Ritorno”, veniva posto sulla prua delle navi Númenoreane come simbolo di buona fortuna (e come segno di amicizia con Ossë e Uinen). Per tradizione, il ramo doveva essere portato da una donna, spesso una parente stretta del capitano.
Si ignora quale sia stata l’origine di questa tradizione, ma è certamente collegata al fatto che gli Oiolairë erano piante che crescevano solo nelle Terre Immortali (da cui gli Eldar li avevano portati agli Uomini di Nùmenor) e nell’Isola della Stella. Portarne un ramo con sé non significava unicamente mantenere un legame con la propria terra natìa sulla propria nave, ma anche avere fede nel fatto che proprio la presenza del ramo sulla prua avrebbe portato la nave a prendere “vie sicure” per ricongiungere il ramo al proprio albero.
Tra i molti racconti di Nùmenor in cui si parla di questa tradizione, celebre è quanto avvenuto a Tar-Aldarion e a sua moglie Erendis. Quando Aldarion, il figlio di Tar-Meneldur, terminò la grande nave Palarran e si propose di andare per mare, suo padre proibì a qualsiasi membro della sua famiglia di portare il ramo alla sua nave. Erendis compì questo rito e fu proprio in quel giorno che l’Erede si innamorò di lei, benché ella non fosse tra le dame a cui erano soliti ammogliarsi i Sovrani di Armenelos.
Com’è noto, una volta che furono spostati, Erendis crebbe sempre più insofferente per i frequenti viaggi in mare del marito, che a lungo la lasciava sola nella propria casa, quando invece, al tempo dell’innamoramento, era lui a rifuggire dai doveri della Corte per godere della sua compagnia. E fu così che, quando Aldarion decise di partire nuovamente per la Terra di Mezzo, Erendis rifiutò di portare il ramo come segno di disaccordo. Pertanto, sulla prua della nuova nave di Aldarion, Hirilondë, fu posta una polena – dono di Cìrdan il Marinaio – recante l’immagine di un’aquila dal becco dorato e con due gioielli al posto degli occhi al posto del Verde Ramo del Ritorno.
Pur in assenza di conferme, è comunque possibile ipotizzare che questa tradizione proseguisse anche nei secoli successivi, rimanendo un’abitudine dei Navigatori di Nùmenor fino a un’epoca molto tarda, e sicuramente fino a che l’Ombra non cadde sull’Isola a seguito del rinnegamento dei Valar da parte del Re e della progressiva crescita del potere di Sauron sulla mente di Ar-Pharazôn, Ultimo Sovrano di Nùmenor.
Quel che è certo, è che nessuna fonte racconta della presenza del Ramo di Oiolairë sulle navi che condussero Elendil, Isildur e Anàrion nella Terra di Mezzo. Perché i Fidi già sapevano che non vi sarebbe stato ritorno, e che Nùmenor, con i suoi fragranti alberi occidentali, sarebbe scomparsa per sempre sotto i flutti di Belegaer il Grande.