Il Governatore di Pontelagolungo
Pontelagolungo, c.a. 2.890 T.E. – Terre Selvagge, tra il 2.941 e il 2.949 T.E.
Il Governatore di Pontelagolungo, del quale non è tramandato un nome, è un personaggio che ci permette ci gettare uno sguardo sulla vita degli Uomini che vivono ad Est della Valle dell’Anduin, lontanamente imparentati con i Rohirrim e dediti in particolar modo al commercio con il Reame Boscoso di Thranduil e con i Nani dei Colli Ferrosi. Pochi erano i contatti con le stirpi umane del Sud, e con Gondor tra di essi.
Non è noto quando il Governatore salì in carica, ma certamente era una figura rispettata e riconosciuta da tutti i suoi concittadini quando, nel 2941 della Terza Era, Thorin e i suoi compagni giunsero a Pontelagolungo nel corso della loro impresa per reclamare Erebor da Smaug il Drago. Quello che emerge è che il Governatore era in rapporti amichevoli con Bard, in quanto Capitano delle Guardia, e che stimava il suo coraggio riconoscendo il suo giudizio.
Quando incontrò i Nani nella piazza della città, il Governatore si dimostrò bonario e accogliente nei loro confronti, sfoderando il proprio carisma nel rassicurare i propri cittadini che la venuta dei Nani era una segno di buona sorte per il futuro.
Ma quando i Nani entrarono finalmente a Erebor e risvegliarono il drago, che intuì il sostegno che essi avevano ricevuto da parte degli abitanti della città, decise di sfogare prima di tutto su Pontelagolungo la propria collera, mettendola a fuoco.
Il Libro Rosso ci racconta di quando avvenne quella notte: della distruzione della città e dell’intervento di Bard, che riuscì a colpire e uccidere Smaug con una freccia nera ereditata dal proprio antenato Girion Re di Dale.
Il Governatore si trovò però a gestire una situazione molto complessa, con la città distrutta e la popolazione terrorizzata e in fuga. Fu allora che, mentre le persone si rivolgevano a lui in cerca di conforto e aiuto, scelse di proteggere solo la propria reputazione, scaricando la colpa di quanto avvenuto sui Nani e cercando di rivolgere l’ira della popolazione verso di loro. Fu Bard in realtà a gestire le attività di sostegno alla popolazione, creando dei rifugi d’emergenza e raccogliendo delle scorte per l’inverno alle porte.
Compì questi atti nel nome del Governatore, così da non apparire come un usurpatore, ma i cittadini notarono il suo impegno (e al contrario la mancanza di partecipazione attiva del Governatore), e sempre più si dimostrarono propensi a seguire la sua guida.
I fatti si svolsero poi in modo estremamente rapido. I superstiti di Pontelagolungo si recarono a Erebor per richiedere ai Nani di ricambiare il supporto ricevuto, ma la situazione si complicò con l’arrivo degli Elfi e gli alterchi sulle rivendicazioni rispetto al possesso del tesoro. Fu solo l’attacco da parte degli Orchi a riunire i popoli liberi in un’unica armata, che rispose all’assalto e vinse la Battaglia delle Cinque Armate, al termine della quale Dàin Piediferro concesse a Bard una generosa parte del tesoro, con cui l’arciere riconstruì Dale, di cui divenne Re.
Bard non dimenticò però la città in cui aveva trascorso tutta la propria vita, e divise quanto ricevuto con il Governatore per finanziare la ricostruzione della città, distrutta dalle fiamme del drago.
Fu a questo punto che il Governatore si dimostrò meno forte di Bard, cadendo vittima della “malattia del Drago”: non appena mise le mani sul tesoro, lo volle per sé. Così un giorno, insieme a dei complici, caricò una barca con tutto ciò che potè sottrarre e fuggì dalla città, cercando di recarsi ad Est una volta attraversato il lago. Ma l’impresa era impossibile da compiere, carichi com’erano di pesanti monili. Il Governatore fu via via abbandonato da tutti i propri complici, e finì per perdersi nel deserto, dove morì con ogni probabilità di stenti.
Alcuni anni dopo, quando Balin si recò insieme a Gandalf in visita a Bilbo, raccontò all’Hobbit che gli Uomini di Esgaroth avevano eletto una persona molto più saggia come Governatore al suo posto, che aveva dato vita a una nuova era di benessere nella città di Esgaroth.