HValinor, ? – Neldoreth, 466 P.E.
Non sono molti gli animali che hanno trovato spazio nelle grandi storie della Prime Era e delle Guerre del Beleriand. Ma Huan di Valinor ricopre senza dubbio un posto di primissimo piano.
Huan, il cui nome in Quenya e Sindarin significa “grande cane”, faceva parte della muta di Oromë il cacciatore fin dagli anni degli Alberi. E, dal punto di vista biologico, era un cane come qualunque altro. Ma i Valar – o forse la nascita stessa nel Reame Beato di Valinor – gli concessero alcuni doni eccezionali: una grande forza, un’acuta intelligenza e l’immortalità per vecchiaia. E con la sua nascita venne anche una profezia: Huan sarebbe morto in combattimento contro il più feroce lupo mai visto sulla Terra, non prima però di aver parlato tre volte con voce umana.
Dopo la venuta degli Elfi all’Ovest, Oromë aveva donato il proprio mastino a Celegorm, uno dei figli di Fëanor che spesso lo accompagnava nelle sue cacce.
Una prima dimostrazione della fedeltà di Huan al proprio nuovo padrone venne quando i Noldor lasciarono Valinor, in cerca di vendetta per il furto dei Silmaril da parte di Melkor. E così Huan seguì il proprio padrone Celegorm all’est, stabilendosi nel Beleriand nelle terre intorno al Gelion, dove molti erano i boschi in cui coltivare la passione dei figli di Fëanor per la caccia.
Correva l’anno 455 della Prima Era, quando la grande fiamma eruttava dal Thangorodrim fece cenere delle verdi pianure di Ard-Galen e aprì la strada all’invasione delle forze di Morgoth nella Dagor Bragollach, che spezzò l’Assedio di Angband e vide proprio le marche orientali subire il grosso dell’assalto. I regni dei figli di Fëanor furono spazzati via quasi completamente. E Celegorm, con il fratello Curufin, si trasferì insieme a Huan nel Nargothrond dal cugino Finrod Felagund.
Quivi Huan assistette alla venuta di un Uomo del Nord, che mostrò al Re un antico anello di fattura elfica. Era costui Beren figlio di Barahir, giunto al cospetto di Felagund per richiedere il rispetto dell’antico giuramento fatto al proprio padre durante la Dagor Bragollach, intento nell’impresa di strappare un Silmaril dalla stessa corona di Morgoth per conquistare la mano di Lùthien la bella, figlia di Re Thingol del Doriath, che a questa cerca lo aveva spinto.
E Finrod, dopo averlo ascoltato, lasciò il governo del proprio Regno al nipote Orodreth e partì insieme a lui.
Come narrato nel Lai di Leithian, insieme ai proprio compagni vennero entrambi catturati da Sauron, che li rinchiuse nelle segrete della fortezza di Tol-in-Gauroth, con poche o punte speranze di sopravvivenza.
Proprio in quel tempo Lùthien era riuscita a sfuggire alla sorveglianza del Padre e, sapendo che Beren si era diretto verso il Reame celato del Narog nel quale, in assenza di Finrod, Celegorm e Curufin avevano iniziato a spadroneggiare.
Fu proprio Huan a trovarla, durante una battuta di caccia insieme ai propri padroni, e a portarla di fronte a Celegorm, che immediatamente se ne invaghì. Fu questa la ragione per cui la convinsero a seguirli nel Nargothrond, con l’obiettivo di convincerla, per il bene o per il male, a un matrimonio che avrebbe permesso ai figli di Fëanor di stringere un’importante alleanza con Re Thingol del Doriath.
Huan stesso trascorse molto tempo insieme a Lùthien in quel periodo, e la ascoltava parlare di sé e di Beren, e comprese l’importanza della loro cerca, che rispondeva al più puro sentimento a disposizione dei figli di Ilùvatar. E qui si riscosse l’onestà nell’animo di Huan; riconosciuta l’ingiustizia commessa dai propri padroni, scelse di parlare per la prima volta, istruendo Lùthien su come fuggire dal Nargothond, permettendole di cavalcarlo come un puledro mentre si dirigevano verso Nord, giungendo a Tol-in-Guaroth.
Uno dopo l’altro, il Lupi Mannari di Sauron si presentarono di fronte a Huan e Lùthien, e uno dopo l’altro furono spacciati dal Mastino di Valinor, fino a che il Maia rinnegato non decise di inviare lo stesso Draugluin, Padre di Lupi, che subì la stessa sorte dei propri predecessori. Con le ultime forze Draugluin si trascinò nuovamente di fronte a Sauron, sussurrando con l’ultimo respiro “Huan è qui”.
Sauron conosceva la leggenda di Huan, e sapeva che il suo destino era quello di soccombere nella lotta contro il più grande lupo mai visto su Arda. Così assunse la forma di enorme canide, le cui forme erano le più terribili che si potessero concepire. Lunga e crudele fu la loro lotta, ma fu Huan a prevalere. E mentre Huan teneva Sauron premuto sul terreno con le proprie zampe, Lùthien lo costrinse a rinunciare alla propria signoria sull’isola e a fuggire all’Est.
Quando le segrete furono aperte, Lùthien trovò Beren che piangeva sul corpo di Finrod Felagund, che si era sacrificato per rispettare fino all’ultimo il proprio giuramento. Mentre Beren e Lùthien tornavano nel Doriath, Huan diede nuova prova della propria fedeltà scegliendo di tornare dal proprio padrone Celegorm in Nargothrond.
Ma lungo la strada Beren e Lùthien incrociarono proprio i figli di Fëanor, che fino ad allora avevano sperato di potersi liberare, in un solo colpo, sia dell’Uomo che di Finrod stesso. Proprio in virtù delle loro macchinazioni, Orodreth li aveva esiliati, e ora vagavano nelle terre tra il Narog e il Doriath, in attesa della loro vendetta. E non parve loro vero di trovarsi davanti proprio l’oggetto della propria bramosia. Huan si ribellò a tanta malvagità, e attaccò il proprio padrone permettendo a Beren e Lùthien di allontanarsi.
Qui parlò per la seconda volta, convincendo Beren che Lùthien era ormai parte del suo destino e non aveva più alcuna ragione nel cercare di proteggerla. E insieme progettarono un piano per portare a compimento la missione che Thingol gli aveva imposto. Huan tornò a Tol-in-Guaroth e prelevò la pelle di Draugluin e quella di Thuringwethil, la Signora dei Pipistrelli, con le quali palliò Beren e Lùthien, permettendogli di giungere ad Angband non visti dal Nemico.
Altrove si narra di come essi riuscirono a sottrarre un SIlmaril dalla corona di Morgoth e di come, nel tentativo di fuggire dalla fortezza, si fossero trovati a scontrarsi con Carcaroth, il Mannaro posto da Melkor a guardia dei cancelli di Angband. Postosi davanti a Beren per impedirgli di uscire, gli si avventò contro e tranciò con un morso la mano che stringeva il SIlmaril. Carcaroth impazzì per il dolore provocato dalla gemma, attraversando l’Anfauglith e lanciandosi nel Beleriand in preda al furore.
Fu per questa ragione che, dopo il loro ritorno nel Doriath, Beren organizzò una squadra di caccia a Carcaroth, con l’obiettivo di recuperare il Silmaril. Lo stesso Re Thingol, ormai convinto dal coraggio e dalla sincerità dell’Uomo, partecipò all’impresa insieme ai suoi migliori uomini – Beleg e Mablung – e allo stesso Huan.
E fu proprio quando trovarono la bestia abbeverarsi alle rive dell’Esgalduin nel tentativo di lenire il bruciore delle proprie viscere, che il destino di Huan si compì. Si scontrò con Carcaroth in un lungo combattimento, e infine vinse il proprio nemico, venendone però a sua volta mortalmente ferito. E con le sue ultime forze Huan parlò nuovamente a Beren e Lùthien, rinnovandogli il proprio amore e augurando loro ogni felicità, prima di chiudere gli occhi per sempre.
Così morì Huan di Valinor, il più fedele e il più forte dei cani di Arda, emblema dell’amore delle creature di Ilùvatar per i suoi figli.