Helm Mandimartello, di Lìda Holubovà

Helm Mandimartello, Re di Rohan

Edoras, 2.691 T.E. – Trombatorrione, 2.759 T.E.

 

Se c’è un personaggio, tra le saghe degli antichi tempi, in grado di mostrare gli aspetti più caratteristici della cultura e dell’indole del popolo di Rohan, egli è certamente Helm Mandimartello, ultimo Re della prima linea di sovrani del Mark.

Più di Eorl il Giovane, in cui trionfavano valori di nobiltà cavalleresca, più di Brego, il cui orgoglio lo portò a perdersi nell’oscurità, più di Théoden Ednew, la chi giovinezza trascorsa a Gondor ne aveva delineato un animo fiero ma tormentato.

 

Helm Mandimartello visse nel periodo probabilmente più duro della Storia di Rohan, forse ancor peggiore, per le conseguenze patite dal popolo e dalla terra, della Guerra dell’Anello.

La sua nascita, tuttavia, avvenne in un’epoca di pace, quando suo bisnonno Goldwine sedeva sul trono di Meduseld. Helm egli era il figlio di Gram, figlio di Déor. E fu proprio undici anni dopo rispetto a quando quest’ultimo divenne re alla morte del padre, nel 2710 della Terza era, che ebbe inizio un conflitto che avrebbe segnato i decenni successivi: quello tra i Rohirrim e i Dunlandiani, un tempo abitatori delle terre a Ovest del Calenardhon poco vigilate da Gondor, e poi scacciati oltre la Breccia dall’arrivo dei Rohirrim.

 

In quell’anno, quando Helm aveva 19 anni, i Dunlandiani si presentarono in forze ai Guadi dell’Isen e sottrassero agli Uomini di Gondor il controllo della piana di Isengard, che mantennero per lungo tempo.

La guerra procedette con piccoli conflitti e lunghi periodi di incertezza, perché Re Déor era anziano e poco propenso a rischiare una guerra aperta.

Nel 2718, Déor morì e gli succedette Gram padre di Helm, che divenne l’ottavo Re di Rohan.

 

Ma per tutti i 23 anni del suo Regno né Rohan né i Dunlandiani, che preferivano usare la propria base di Isengard come punto di partenza per razzie sul territorio di Rohan piuttosto che come sede di adunata di un esercito in grado di portare guerra a Edoras, riuscirono a infliggere al nemico una sconfitta decisiva, che cambiasse lo stallo a cui si era giunti.

 

Nel 2741 della Terza Era Gram morì ed Helm, ormai cinquantenne, divenne il nono Re. In quegli anni, egli entrò in conflitto con un ricco possidente di Rohan, di nome Freca, che grazie alla sua ricchezza era riuscito ad avvicinarsi al concilio del Re e partecipare ai banchetti e agli eventi che si tenevano a Corte. Egli dichiarava un’ascendenza da Re Fréawine di Roham, ma Anche se di discendenza Rohirrim, Freca aveva tratti Dunlandiani, come i capelli scuri, che lo rendevano inaccettabile come sovrano per i Rohirrim. Egli contestava il diritto al trono di Helm affermando di essere il legittimo discendente al trono, e in cuor suo lo dimostrò costruendo una fortezza presso la sorgente del fiume Adorn, situato nelle pianure del Rohan, da cui difendere il territorio del Regno.

Nonostante queste tensioni, Freca continuava a essere invitato alle sedute del Consiglio, a cui partecipava in modo sporadico, dimostrando così il suo scarso rispetto nei confronti del Re.

 

Un giorno Freca si presentò al Consiglio seguito dai suoi Uomini e da suo figlio Wulf, chiedendo a Helm ch’egli sposasse la figlia del Re in modo da sanare il loro conflitto e dare finalmente a Rohan un erede riconosciuto da tutti.

Gli Uomini sono più liberi fuori, di Turner Mohan

Di fronte a questa richiesta Helm lo squadrò e rispose semplicemente: “Sei diventato grande dall’ultima volta che ti vidi, ma suppongo che sia soprattutto a causa del grasso”. Le parole di Helm suscitarono molta ilarità fra i presenti, e Freca rispose con ira: ”I vecchi re che rifiutano il bastone che si offre loro rischiano di cadere in ginocchio”. Terminata la seduta, Helm si recò da Freca e gli disse: “Il re non permette risse nella sua casa, ma fuori si è più liberi”.

 

Ed entrambi uscirono dalla Reggia di Edoras. Gli Uomini di Freca fecero per seguirli, ma il Re li allontanò dicendo che non v’era bisogno di spettatori in un confronto tra due Uomini forti. Ma non appena furono lontani dalle mura, egli si volse e tuonò verso Freca: “Ora, Dunlandiano, hai da regolare i conti solamente con Helm, solo e disarmato; ma hai già parlato troppo, ora tocca a me. Freca, la tua follia è cresciuta come la tua pancia. Parli di un bastone! Se Helm non ama il bastone storto che gli viene tirato addosso, egli lo spezza. Così!”.

E ciò detto colpì Freca con un pugno talmente forte da stordirlo e portarlo, pochi giorni dopo, alla morte.

 

Caduto Freca, suo figlio e i suoi parenti furono dichiarati nemici del Re e scacciati da Edoras, inseguiti dalla cavalleria di Helm fino ai confini del Mark. Ma qui Wulf meditò la propria vendetta, giungendo ad allearsi con gli stessi Dunlandiani – svelando forse in questo che modo che il Re aveva ragione ad appellare suo padre in quella maniera – e minacciando un assalto in forze che venne perfezionato quattro anni dopo, nel 2758 della Terza Era.

 

Tali erano le forze messe in campo da Wulf, che Helm non potè reggere il fronte dei Guadi dell’Isen, tanto più che Gondor era impossibilitata ad accorrere perché stava respingendo un assalto dei pirati di Umbar. E dai Guadi, Helm riparò a Sud, nella fortezza del Trombatorrione, situata in una valle degli Ered Nimrais, che fu immediatamente cinta d’assedio.

 

Avendo campo libero, Wulf si recò ad Edoras e vi si insediò, dichiarando Helm decaduto e se stesso Re di Rohan. Fu in occasione della difesa della capitale che morì Haleth, figlio secondogenito di Helm.

Il 2758 vide uno degli Inverni più freddi e più lunghi che si ricordino, durando da novembre fino al marzo inoltrato dell’anno successivo, e mieté vittime sia tra i Rohirrim che tra i loro invasori. E nel Trombatorrione la situazione era quasi disperata, con le scorte che scarseggiavano i malati e i feriti impossibilitati alle cure.

 

Fu così che Hàma, primogenito del Re, tentò durante una fredda notte una sortita con alcuni uomini. Ma così diverso era il paesaggio nella coltre innevata ch’essi si perdettero, e mai tornarono dal padre a fare rapporto.

E Helm, rimasto solo e senza più eredi, scelse di consumare da solo la propria vendetta: si racconta ch’egli uscisse spesso di notte dal Trombatorrione, senza accompagnatori e senza armi, ritenendo – in base ad antiche profezie – che s’egli non avesse portato armi con sé, nessuna arma avrebbe potuto ferirlo.

 

E solo si recava al campo dei nemici, uccidendo le guardie con le proprie mani e lasciando dietro di sé la scia del loro sangue. Prima di ogni sortita, Helm suonava il suo corno che, rimbombando nella Valle, terrorizzava i suoi nemici e li metteva in fuga, eccetto i pochi sventurati che erano scelti per condurre una guardia senza speranza di fronte alla furia del Re.

 

Una notte, il corno risuonò nuovamente nella Valle, ma la mattina seguente Helm non rientrò al Trombatorrione: i suoi uomini lo trovarono in piedi sulla Diga della fortezza, morto e semicongelato, ma ritto in piedi come una statua dei Signori dell’antichità, che fissava spzrezzante il campo dei nemici. E così fu che quella fortezza fu chiamata il Fosso di Helm, e che il corno del Re fosse conservato al suo interno, per risuonare ogni volta nell’ora più buia di Rohan. E così fu quando, quattrocento anni dopo, gli Uomini di Théoden di Rohan resistettero all’invasione degli Orchi di Saruman e sconfisse i nemici, ormai entrati nella Cittadella, con un’impetuosa carica sulle profonde note del corno di Helm.

 

L’inverno, che si concluse poco dopo, segnò anche la fine dell’invasione del Rohan. Fréaláf, figlio di Hild, sorella di Helm, con pochi uomini entrò ad Edoras e uccise l’usurpatore Wulf. Anche grazie agli aiuti di Gondor, che si era liberato dei Corsari, i nemici furono cacciati dai confini del Rohan, e prima della fine del TE 2759 il paese era di nuovo libero. Fréalàf inaugurò così la linea secondogenita dei Signori del Mark.

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