Tra le più interessanti figure che compongono lo sfondo del grande affresco della Terza Era, Haldir è noto per essere l’Elfo che, con la sua pattuglia di confine, ha per primo incontrato la Compagnia dell’Anello al loro arrivo a Lórien dopo l’attraversamento delle miniere di Moria e la caduta di Gandalf.

 

Poco ci è raccontato del suo passato, ma il lungo dialogo che egli ebbe con Frodo, Aragorn e gli altri compagni ci permette di scoprire molto del suo passato e, probabilmente, del suo futuro.

Haldir divenne un Elfo di Lothlórien a un certo punto sul finire della Prima o all’inizio della Seconda Era. Era probabilmente nato in una comunità di Elfi Silvani dell’Eriador o di Boscoverde il Grande, lontano dagli echi di quanto avveniva a occidente dei Monti Azzurri ma abbastanza vicino per vederne gli effetti, come l’arrivo, all’inizio della Seconda Era, degli esuli Noldor e Sindar dal Beleriand distrutto dalla Guerra d’Ira.

 

Con la costituzione del Regno di Lórien sotto la guida di Amdìr, Amroth e poi Galadriel e Celeborn, Haldir svolse il ruolo di guardia di confine e di sentinella anche al di fuori dei limiti del Bosco. Solo così infatti si spiega la profonda conoscenza che egli aveva del mondo esterno, e la sua capacità di parlare fluentemente in Ovestron, che gli permise di rivolgersi a tutti i membri della Compagnia dopo il loro arrivo. In quell’occasione egli era infatti accompagnato dai suoi fratelli, Rúmil e Orophin, che hanno però interagito poco poiché, a differenza di Haldir, avevano solo una scarsa conoscenza della Lingua Comune.

 

Attraverso la guida di Haldir, nelle circa 48 ore che la Compagnia impegnò a raggiunge la capitale Caras Galadhon, scoprirono alcuni degli usi e costumi di Lórien: le guardie di confine indossavano grigi mantelli capaci di celarli ad occhi esterni, e vivevano e dormivano in piattaforme di legno installate sugli alberi, che loro chiamavano flet.

 

Haldir e le altre guardie incontrarono la Compagnia vicino al fiume Nimrodel, ai margini della foresta. Qui Haldir diede il benvenuto a Legolas come lontano parente proveniente dal nord, a confermare alcune delle genealogie dei Regni Elfici al di qua delle Montagne Nebbiose: dinastie di Elfi Sindar (talvolta Noldor), guidate da sovrani provenienti dal Doriath come Oropher e Amdìr (poi succeduti dai figli Thranduil e Amroth), a capo di un popolo di Elfi Verdi ed Elfi Silvani che, in epoche più pacifiche tra Eriador e Rhûn, avevano frequenti incontri e scambi, tali da sviluppare anche qualche parentela incrociata. Anche Aragorn fu riconosciuto da Haldir, che lo conosceva come amico della Dama del Bosco e imparentato con Elrond sposo di Celebrìan figlia di Galadriel.

Fu meno lieto di vedere che tra i membri della compagnia vi era un Nano: aspre erano infatti le relazioni con questa razza per chi aveva memoria, o tradizioni, legate alla morte di Re Thingol e al furto della Nauglamìr da parte dei Nani di Nogrod, dopo la grande impresa di Beren e Lùthien. Ma dopo essersi consultato con i suoi fratelli, Haldir acconsentì a far entrare Gimli, a patto che fosse bendato. La Compagnia allora insistette sul fatto che, se uno di loro doveva essere bendato, anche gli altri lo sarebbero stati. I fratelli accettarono con riluttanza e li guidarono nella foresta.

 

Passarono la notte su un flet, una piattaforma sugli alberi. Durante la notte, Haldir e i suoi fratelli sentirono passare degli Orchi, ma intervennero rapidamente per sviarli rispetto alla Compagnia. Quando tornò al flet, Haldir vide una strana creatura alla base dell’albero, che Frodo ipotizzò fosse Gollum.

 

Al mattino, Haldir costruì un ponte di corde per permettere alla Compagnia di attraversare l’Argentaroggia. Fu in questa occasione che, parlando di acque, di fiumi e del loro destino, Haldir apprese da Merry Brandybuck che i Porti Grigi si trovavano a ovest della Contea, e che talvolta si incontravano Elfi ivi diretti nelle strade intorno ai Decumani. E come tutti gli Elfi della Terra di Mezzo, Haldir serbava una memoria del mare, ormai divenuta una lontana nostalgia. E disse che prima o poi egli vi si sarebbe recato, per imbarcarsi e andare a Ovest. Ma lo fece con quella che agli Hobbit parve una profonda tristezza, perché ciò avrebbe significato abbandonare Lórien, ed egli sperava ciò avvenisse più in là possibile nel tempo.

 

Completato l’attraversamento, arrivò la notizia che le bende della Compagnia potevano essere rimosse. Così Haldir si scusò con Gimli, e lo accolse con grande rispetto, ricordando che si trattava del primo Nano a entrare a Lórien dai tempi di Durin.

 

Dopo aver guidato la Compagnia fino a Caras Galadhon, Haldir tornò ai suoi doveri di guardiano dei confini settentrionali, ma si presentò di nuovo quando la Compagnia era pronta a partire, per guidarli fino alle rive del Celebrant, dove li attendevano delle barche.

 

Da questo momento, le antiche cronache più non ci raccontano nulla di Haldir di Lórien. Ma è certo che egli abbia partecipato alla difesa di Lothlórien quando le forze di Dol Guldur la attaccarono nel marzo del 3019, proprio mentre i membri della Compagnia, molto più a Sud, combattevano il grosso delle forze di Mordor.

 

E certamente un giorno, molti anni dopo, quando Galadriel ed Elrond ebbero lasciato la Terra di Mezzo, o quando Celeborn stesso lasciò i boschi in cui aveva a lungo dimorato, financo dopo che Arwen la bella, Regina di Gondor, ultima discendente di Lùthien del Doriath, si addormentò sulla verde collina di Cerin Amroth quando anche Lórien iniziò a cedere alle stagioni del mondo, Haldir prese a sua volta la via dell’Occidente, recandosi ai Porti ove Cìrdan attende.

E un giorno anche per lui, al di là delle cortine del Mondo, oltre le Nebbie e gli Incanti delle Isole dell’Ovest, si spalancherà la vista di una spiaggia di perle, e della torre di Avallónë che domina il Mare Orientale, ove Haldir si riunirà con gli Amici e i Signori che prima di lui aveva lasciato la Terra di Mezzo per il Reame Beato.

 

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